Intervista al dottor Francesco Lamanna, in prima linea, come migliaia di medici di famiglia, per contrastare l’epidemia da covid 19
“Il Covid ha rivoluzionato la medicina generale ed ospedaliera”
Il dottor Francesco Lamanna, come migliaia di suoi colleghi medici di famiglia è stato ed è in prima linea nel contrastare l’epidemia di covid.
Il dottor Francesco Lamanna è nato a Cosenza il 20 maggio del 1956. Si laurea in Medicina e Chirurgia alla Sapienza specializzandosi poi in Chirurgia Apparato Digerente ed Endoscopia Digestiva (1975 – 1983). Esercita la libera professione medica dal 1983 al 1986. Medico ricercatore 1986-1992 in farmacologia clinica presso l’azienda farmacologica Sigma Tau S.p.A. Dal 1986 è specialista in Gastroenterologia. Dal 1992 è medico di famiglia a Pomezia.
- Dottor Lamanna ormai sono passati più di due anni da quando a marzo del 2020 anche a Pomezia ci furono i primi casi di covid. Lei come ha vissuto quei primi mesi?
“L’esplosione della pandemia da covid 19 nel marzo 2020 ha rivoluzionato il ruolo della Medicina Generale e di tutta l’attività ospedaliera. Chi non ricorda la folla nella sala di attesa del medico per essere visitato in stretto ordine di arrivo, o riferire con la segretaria, ebbene ci siamo trovati costretti ad effettuare le visite mediche su prenotazione, con divieto d’accesso in studio a pazienti con temperature superiori ai 37,5 °C e con sindromi sospette di covid. Un dramma, attivare la visita telematica in videochiamata con i pazienti non trasportabili e febbricitanti, attivare la ricettazione e le certificazioni in via email, ovviamente il tutto autorizzato dal Ministero della sanità e dal Garante della privacy, una rivoluzione che è andata anche ad interferire sul rapporto fiduciario tra paziente e medico di famiglia. Comunque la cosa più sconfortante, in quei giorni di prima pandemia, è stata l’assoluta mancanza di un piano nazionale per le emergenze pandemiche virali, il motto del Ministero della sanità era “Tachipirina e vigile attesa e non fare autopsie ai morti per covid…” con i morti che aumentavano in modo esponenziale. Ebbene sfidando gli ammonimenti dei primari che sfilavano in tv da una trasmissione all’altra, inducendo solo terrore ed impotenza davanti a questo virus, io in scienza e coscienza, come molti altri miei colleghi, ho cominciato da subito ad attuare terapie, ovviamente “ricamate sulle esigenze cliniche personali dei miei assistiti” con quei farmaci conosciuti ed usati in altre infezioni virali quali cortisonici, fans, eparine, Ossigeno a go-go, antibiotici e tanti polivitaminici, stessi farmaci usati guarda caso anche nelle rianimazioni ospedaliere…. E comunque posso vantare su una popolazione di 1.600 pazienti, in quelle maledette settimane, di un solo decesso e una diecina abbondanti di ricoveri in ospedale… una bella soddisfazione”.
- Ha avuto paura di contrarre il covid?
“Certamente, non sono un supereroe, ma in quei giorni maledetti con 37 anni di medicina sulle spalle, con la preparazione scientifica, che chè se ne dica di noi medici di MG, il documentarsi sulle riviste scientifiche, ho adottato misure mediche, farmacologiche e di prevenzione personali e dello studio che ha dato i suoi frutti, a tutt’oggi non ho contratto il covid”.
- La sanità pubblica lo ha sempre supportato, oppure si è sentito qualche volta solo?
“La ringrazio per la domanda, io, come medico di MG, sono abituato a lavorare nel campo medico sempre da solo con i miei strumenti e la mia competenza nel mio studio personale, ma ovviamente su questo argomento mi lasci levare qualche sassolino dalla scarpa, o meglio dallo zoccolo sanitario che uso in studio: noi medici di MG siamo stati abbandonati dalla struttura Sanitara e costretti a combattere il covid a mano nude, lo dimostra il fatto che tra gli oltre 300 decessi di medici in attività per il covid19, oltre i tre/quarti erano medici di MG.
Pensi che dalle strutture sanitarie proposte in 30 mesi di pandemia da covid19 mi sono stati consegnati, per la mia attività contro il covid, solo tre e dico tre mute di Prevenzione Personali quali tre camici di tessuto non tessuto, color verde, sei paia di guanti monouso tre paia di calzari usa e getta e tre mascherine... dimenticavo un paio di occhiali protettivi... Insomma Lavorare a mani nude !!!!!! il resto è stato tutto comprato dal sottoscritto… mute, camici usa e getta, calzari, mascherine FFP2/FFP3, schermi e caschetti anti AIDS, litri di disinfettanti, sanificazioni del mio studio, strumentario adatto e quant’altro. Ma è il mio lavoro, il mio mondo, e lo faccio convintamente sempre in scienza e coscienza, cercando di sbagliare il meno possibile”.
- Lei è favorevole alle vaccinazioni? Ai suoi pazienti che ne hanno titolo ha sollecitato di fare la quarta dose?
“Personalmente credo nelle vaccinazioni, ad esempio nella nostra bella Italia, malattie come la poliomielite, l’epatite B, il morbillo, la rosolia e quante altre, fino ad arrivare alle 12 vaccinazioni pediatriche obbligatorie, hanno quasi risolto le gravi conseguenze di questi virus, combattuti proprio dai relativi vaccini, io sono un medico vaccinatore che da oltre 15 anni ogni ottobre/novembre vaccino in media 400 assistiti per l’anti influenzale, e centinaia di altri assistiti per il vaccino anti pneumococco, un batterio che spesso uccide in modo silenzioso… per cui, e vengo alla domanda, vaccino i miei assistiti anche per il covid 19 , numericamente sono già 500 dosi che ho somministrato ai miei pazienti, ed ovviamente siamo all’opera per attuare il sollecitamento ad effettuare la quarta dose di vaccino Covid 19, ovviamente agli aventi diritto. Io la quarta dose l’ho già fatta da oltre tre settimane… tutto bene”.
- Dottore ma come mai ancora oggi registriamo morti da covid?
“Be, la battaglia continua, è vero che il virus muta in continuazione, sta diventando sempre più infettante e meno letale, ma qualche soggetto con gravi malattie metaboliche e degenerative, può essere più vulnerabile alle complicanze del virus covid. La mutazione del covid 19 determina una selezione naturale, le forme più aggressive uccidono l’ospite ma anche la forma virulenta del stesso virus, le varianti successive del covid 19 sono meno aggressive, uccidono di meno si replicano di più e diventano più infettanti con meno sintomi clinici. Ovviamente questa riduzione di morti e della diminuzione delle sintomatologie da covid 19 sono anche e soprattutto dovute alla massiva vaccinazione effettuata alla popolazione italiana. Poi mi conceda un piccolo dubbio: quanti di queste morti sono dovute esclusivamente al virus covid 19? Cioè si muore per il covid 19 o con il covid 19?”
- Se una persona anziana con qualche patologia scopre di avere il covid non converrebbe andare subito in ospedale?
“Innanzi tutto bisogna non intasare le strutture dei pronto soccorso inutilmente, Come sempre il medico di famiglia conosce molto bene il paziente, soprattutto quelli anziani, quindi ha una visuale clinica completa del suo assistito e può valutare come e quando intervenire, anche e soprattutto con visite telematiche in video chiamata, da qualche settimana noi medici di MG abbiamo finalmente la possibilità di curare il covid 19, oltre con i farmaci già descritti, anche con moderni antivirali, quale il Paxlovid (Nirmatrelvir), che hanno veramente a tutt’oggi ridotto di molto la necessità di ricoverare l’anziano in ospedale, senza sradicarlo dal conforto della sua casa e dagli affetti dei suoi cari, così da potergli dedicare cura ed assistenza in un contesto familiare amico, importante ciò per avere un’ottima risposta immunitaria del “vecchietto”contro il nemico comune del covid 19”.
- A settembre saremo pronti ad affrontare una eventuale crescita dei contagi?
“Indubbiamente il virus covid 19 sta cambiando continuamente, e saranno le varianti 4 e 5 Omicron con cui dovremo fare i conti in autunno, queste varianti sembrano percorre il solito cliché infettivologico, meno aggressive e più infettanti, sono ovviamente in studio nuovi vaccini per queste varianti e di sicuro entro qualche settimana avremo farmaci e vaccini più specifici nel contrasto terapeutico verso questo insidioso virus, e comunque c’è sempre il baluardo del vostro medico di famiglia che ormai è preparato, performante e pronto per l’eventuale battaglia sanitaria del prossimo autunno”.
A.S.