Abbiamo incontrato il giovane Flavio La Rocca, campione interregionale di minimoto e terzo al trofeo Marco Simoncelli 2022
Il campione Flavio: l’importante è partecipare
Flavio è un ragazzo umile, in alcune circostanze può apparire persino timido: nelle file dei banchi della sua classe tiene lo sguardo basso sulla matita - che scarabocchia quasi autonomamente dalla sua mano, su cui sono visibili, malgrado igienizzante e lavaggi, gli aloni di grasso e olio motore. Un filo di nero contorna le unghie, mentre i polpastrelli stringono l’inquieta matita, su cui converge tutta la contenuta emotività. Lo sguardo è ancora introverso. Pasticcia il foglio a quadretti con la grafite. Flavio è un 11enne che sta al suo posto, apparentemente concentrato su altro; divaga, quasi a non voler credere di essere al centro dell’attenzione.
Il fatto, di eccezionale importanza, che il Sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà abbia voluto, lo scorso 16 maggio, congratularsi con lui - giovanissimo talento sulle piste di minimoto – suscita certo un tacito entusiasmo, eppure l’evento sembra in qualche modo passare in sordina, a ben guardare l’espressione del volto del ragazzo.
Fiero di suo padre, che gli ha trasmesso la passione per le due ruote, per i motori (che il mitico mini-centauro smonta e rimonta come fossero tasselli di lego), il nostro campione è un rampante scalatore del podio: terzo al Trofeo Marco Simoncelli 2020, vincitore del Campionato Interregionale Minimoto Centro-Sud Italia nel 2021, ancora terzo al Simoncelli 2022, ineguagliato nel Campionato Interregionale più recente.
Dal suo banchetto monoposto, centrale, nell’aula luminosa di via della Tecnica, Flavio mi dice, serenamente: “l’importante è partecipare”.
I compagni di classe sorridono, suppongono che lui scherzi. No, lui è serio, composto, crede in questa massima come ad una religione. E così, racconta, che sopporta la tensione nel momento in cui abbassa la visiera e scalda il motore.
“Quando esco dalla gara non piango mai -sottolinea con l’audacia e l’orgoglio di un vero eroe dell’epica - mia mamma e mio papà sono i due tifosi che non possono mai mancare”, confessa invece con una ingenuità che suscita la tenerezza di tutti, docenti e compagni e che attesta il grande affetto di Flavio per la famiglia, di cugini, zii e nonni. La professoressa Sauchelli lo incita a parlare, strappa qua e là qualche sillaba sugli hobby, sui passatempi del piccolo Flavio: lui parla poco, dice parole incisive che si stagliano nettamente nel silenzio curioso dei compagni di classe: “una volta mi hanno buttato a terra volutamente. Ero partito ultimo. Ma dopo 4 o 5 giri ero già in quarta posizione, anche se mi facevano male le mani”.
Flavio La Rocca è amato e stimato da tutti, non solo per i suoi numerosi e incredibili successi, ma per il suo cuore grande e generoso: è infatti il più giovane volontario di Angeli in Moto, un’associazione nata a Roma nel 2015, grazie all’impegno di Maria Sara Feliciangeli, allo scopo di distribuire farmaci, beni di prima necessità e ausili sanitari alle persone bisognose.
L’argomento del volontariato è molto sentito in classe, ma Flavio è corsivo, veloce come in pista, accenna appena la cosa poi passa a tutt’altro: “Quando mi metto la tuta con tutte le protezioni ci metto anche 10 minuti. Ci vuole tempo! E poi ci vogliono ore di viaggio per seguire questa passione. Può capitare che sto in macchina per ore e ore. Spesso esco il giovedì per gareggiare il venerdì”.
Orgogliosissimo della sua squadra, Team Racestar, dell’M2 Moto, di Tecnomoto e Motoclub Spoleto, Flavio può contare su un mental coach della caratura di Max Levantini.
La tenuta psicologica del giovanissimo campione si evince anche dalla sua consapevolezza: “so che la pista può essere pericolosa. Io canto sotto al casco per non pensare. A Rieti una volta ho fatto una brutta caduta. Sono stato in ospedale per trauma cranico. Per riprendermi ci ho messo più o meno una settimana. Mia madre era tanto preoccupata”.
La frase fa breccia nella sensibilità di tutti i coetanei, che investono Flavio con una pioggia di domande.
“La fase più delicata è la partenza - lui dice - perché ci vuole un equilibrio particolare tra frizione e freno”.
Ma nel brusio e nel bisbiglio incantato, quasi adorante, di amici e docenti, Flavio resta il piccolo, geniale inventore che pensa a come impiegare il fotovoltaico per implementare il motore di una moto, o a come riparare, in uno slancio di affetto, il braccialetto della docente - che si è accidentalmente rotto in mille perline.
Marta Mariani
Puliamo il cimitero di Pratica
Il 18 giugno l’associazione La Lente andrà ad aiutare alcuni parenti di defunti a pulire il cimitero di Pratica di Mare che è in uno stato di prolungato abbandono. Ad annunciarcelo il presidente dell’associazione La Lente Roberto Mambelli.
Come mai questo abbandono?
“Abbiamo dimostrato al Comune che il cimitero è pubblico ed abbiamo chiesto all’amministrazione più volte di riprenderlo in carica, come d’altronde già faceva in passato, in completa gestione cosi da metterlo in sicurezza igienico sanitaria e dargli un decoro. Ma fino ad ora le nostre richieste sono inascoltate. A questo punto, visto che non sentono, abbiamo deciso di aiutare i familiari dei defunti a provvedere a dargli almeno un po’ di decoro”.
- Dopo questa azione cosa farete?
“E’ nostra intenzione sostenere i familiari in tutte le sedi per riaffermare un loro sacrosanto diritto e quello della stessa città essendo il cimitero di Pratica un sito storico di proprietà comunale. Ricordo che nel cimitero è sepolto il grande regista Sergio Leone e i congiunti delle famiglie storiche di Pomezia”.
A.S.