Formalizzata il 10 giugno la richiesta al Tribunale di Latina. Anche Reti di Giustizia e Libera si sono presentati parti civili
Il Comune si costituisce parte civile
Una immagine compromessa causate dalle infiltrazioni criminali all’interno dell’ente comunale. Un comune sciolto per mafia e commissariato per i prossimi diciotto mesi.
Sono queste le principali direttrici contenute nell’atto con cui il Comune di Aprilia ha formalizzato il 10 giugno scorso, davanti al tribunale di Latina, la sua richiesta di essere ammesso come parte civile. A rappresentare l’amministrazione di piazza Roma nella prima udienza del processo “Assedio” è stato l’avvocato Massimo Sesselego.
Secondo il punto di vista del Comune pontino “la vicenda giudiziaria ha leso il prestigio e l’immagine dell’ente, il territorio è stato reso permeabile alle infiltrazioni criminali, tenuto conto che sono emerse presumibili collusioni tra vari amministratori locali, imprenditori collegati con l’associazione criminale che operava sul territorio apriliano e che hanno tratto vantaggio dalla loro affiliazione”.
Una situazione che ha portato allarme sociale nella collettività apriliana, in conseguenza dell’attività criminosa esercitata mediante il metodo mafioso e tale da rendere necessario lo scioglimento del Comune. E in aula la strategia del Comune di Aprilia è stata quella di “limitare” la richiesta di risarcimento danni ai soli capi di imputazione e soggetti coinvolti su cui pesa il 416 bis, il reato di associazione mafiosa. Una scelta mirata e circoscritta alla contestazione più grave e pesante proprio per evitare che le difese degli altri imputati potessero trovare delle eccezioni in grado di mettere a repentaglio la presentazione di parte civile. Ma, al di là del risarcimento, che il comune di Aprilia ancora non ha quantificato viste le difficoltà a “misurare” un danno non meramente patrimoniale, la presenza di ieri dell’ente di piazza Roma era soprattutto una questione istituzionale. Un atto dovuto dopo lo scioglimento per mafia subito ed il commissariamento straordinario conseguente. Chi, invece, ha preferito non comparire in aula in questa prima udienza del processo è stato l’ex sindaco Lanfranco Principi a cui viene contestata l’associazione mafiosa. In aula erano presenti i suoi legali rappresentanti Andrea Barbesin ed Emilio Siviero.
“Oggi la sua presenza non era strettamente necessaria – ci ha spiegato brevemente l’avvocato Siviero al termine dell’udienza – siamo pronti a difenderci nel merito, noi riteniamo che le accuse siano assolutamente infondate. Abbiamo scelto di andare con un processo ordinario e non con l’abbreviato, ciò dimostra che vogliamo difenderci perché siamo convinti della nostra totale estraneità ai fatti”.
Alessandro Piazzolla
Durante la prima udienza del processo Assedio, oltre al Comune di Aprilia, Reti di Giustizia e Libera si sono presentati parti civili. L’associazione Reti di Giustizia è rappresentata in aula dall’avvocato Fabio Federici.
“La costituzione di parte civile – spiegano - è il naturale e doveroso proseguimento della nostra lunga attività di antimafia sociale sul territorio ed è un’ulteriore via per porre il tema della lotta allemafie e al pensiero mafioso (ahinoi, sempre più diffuso), al centro del dibattito pubblico e politico, inserendolo nel più ampio contesto sociale in cui viviamo e collegandolo agli imprescindibili principi di uguaglianza, dignità umana e giustizia sociale.
Abbiamo deciso di costituirci, per lo stesso motivo per il qualenel giugno 2019 presentammo la richiesta al Comune di costituirsi parte civile nel processo contro i Gangemi, richiesta che fu inizialmente rifiutata dalla Commissione Affari Generali a seguito delle pressioni di Principi (allora vice-sindaco, ex sindaco nell’ultima giunta, attualmente a processo per concorso esterno all’associazione mafiosa della cosca capeggiata da Patrizio Forniti, turbativa d’asta, traffico d’influenze e voto di scambio politico-mafioso), per le ragioni che sono emerse nell’Ordinanza “Assedio” del 4 luglio scorso e che hanno condotto al commissariamento del Comune di Aprilia. Quella richiesta al Comune di costituirsi parte civile doveva fungere sia da denuncia pubblica della presenza della criminalità organizzata nel territorio di Aprilia che da “messa alla prova” del livello di legalità dell’Amministrazione comunale, la quale con molta superficialità (e ingannevolezza) si proclamava contro la mafia.
La nostra presenza nel processo è finalizzata, quindi, a conferire concretezza e visibilità ai principi di tutela del bene comune, di giustizia e di dignità per tutte e tutti proprio nel luogo deputato ad analizzare sotto il profilo penale tutte quelle azioni e queicomportamenti che le mafie e le persone e realtà conniventi o funzionali ad esse hanno posto in essere per perpetrare abusi di potere, sopraffazioni e fare un uso privato del bene pubblico.Cogliamo l’occasione, infine, per ringraziare la Commissione straordinaria la quale, pur essendosi insediata da poco, ha deliberato la costituzione di parte civile al fine di tutelare gli interessi dell’intera comunità cittadina, danneggiata e violata dalle condotte perpetrate nel territorio (i cui profili penali andranno accertati nel processo stesso) e dalla mala gestione la cui responsabilità politica e morale è incontrovertibile, a prescindere dagli esiti della vicenda giudiziaria”.
Alessandro Piazzolla