Il Litorale • 9/2019
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Pag. 18 Il Litorale ANNO XIX - N° 9 - 1/15 MAGGIO 2019
E’ stano nuovamente rispettato l’appuntamento pri-
maverile del Lions Club Anzio-Nettuno Host con la
manutenzione dell’Antica Strada Romana di Via
Selciatella a Nettuno.
Questa volta sono stati i ragazzi della scuola media
dell’ I.C. Anzio V a portare a termine l’opera di puli-
zia del basolato, estirpando le erbacce e raccogliendo
carta, vetro e plastica abbandonati.
Accompagnati dagli insegnanti Caporale e Verrino,
nonché dall’Arch. Dante Calderoni –Presidente del
Club- 33 alunni/e, armati di scope, rastrelli, badili e
carriole e indossati guanti da lavoro, hanno riempito
una quindicina di grandi sacchi neri di materiale, ri-
portando alla luce i resti archeologici.
Ad affiancare gli insegnanti i Soci del Club: Anna
Maria Pagliei –Presidente di Circoscrizione-, il Prof.
Giuseppe Laporta –già Dirigente scolastico-, Paola
Ciccolunghi –nel ruolo di rifocillatrice del gruppo, al
termine della fatica, a base di pizza e mortadella,
crostate alla frutta e bibite a volontà-, il sottoscritto
armato di fotocamera per documentare l’evento e,
inoltre, graditissimo nell’ambito dello spirito lionisti-
co, il socio del Lions Club di Norimberga , momen-
taneamente in visita di piacere a Nettuno, Andreas
Osel, che coi suoi due figli ha contribuito all’opera-
zione.
A mezzogiorno, puntuale, è arrivato il bus scolastico,
per riportare in sede ragazzi e insegnanti con appun-
tamento al prossimo autunno.
Romano Giudici
Uno speciale collegamento è av-
venuto tra gli gli studenti dell’I-
stituto Emanuela Loi di Nettuno
con gli scienziati italiani del Pro-
gramma Nazionale Ricerche An-
tartide che, dalla base antartica
italo francese “Concordia” hanno
risposto alle loro domande. L’ini-
ziativa, curata dalla prof.ssa Savi-
na Costantini che, mesi fa, aveva
concordato un appuntamento con
il CNR e con i ricercatori Simo-
na Longo ed Angelo Domesi che,
dalla Loi, hanno fatto da ponte
con il team di scienziati che ha
parlato con gli studenti dalla zona
comune della base. Nella curiosi-
tà generale è stato quindi chiesto
loro: “Dove si trova la base Con-
cordia e cosa fate?”.
Risposta: “Ci troviamo a circa
1.220 km dalla costa e, per l’esat-
tezza, a 3.230 metri di altezza, a
75°06’ di latitudine Sud, ed a
123°21’ di longitudine Est dove,
durante l’inverno, la temperatura
esterna arriva anche a meno 80°
centigradi. Concordia è un avam-
posto scientifico unico su tutto il
pianeta in cui si lavora su feno-
meni di sismologia, astrofisica,
meteorologia, magnetismo terre-
stre, geologia ed anche altre di-
scipline. Un parte importante è
data dai carotaggi nel ghiaccio,
perchè nei suoi strati più profon-
di, si trovano intrappolati i micro
campioni delle antiche atmosfere
terrestri. Con questo metodo sono
stati studiati i mutamenti climati-
ci degli ultimi 900.000 anni. E
tutto questo, è inserito in Ice Me-
mory, uno strumento che preserva
questi studi in modo che voi, ge-
nerazioni del futuro, possiate tro-
vare soluzioni ai prossimi cam-
biamenti climatici”.
Vivere a Concordia, hanno poi
spiegato Longo e Domesi che
hanno partecipato a precedenti
spedizioni, è molto interessante
ma non semplice dove i cellulari
non funzionano e l’unica copertu-
ra di comunicazioni è garantita
solo per via satellite e, per questo,
va centellinata. Chi lavora lì fa
anche da cavia per l’agenzia spa-
ziale sui test di isolamento, psi-
coattitudinali, di motricità, un pò
come si fa in una navicella spa-
ziale sapendo che, se alla base ca-
pita un’emergenza sanitaria, si
può rischiare molto, soprattutto
d’inverno. Dalle domande sul-
l’Antartico che passavano dall’ir-
radiazione solare sui ghiacci al
buco nell’ozono, ai pinguini, ai
meteoriti, alla pesca di foche e
balene e sulla flora e la fauna an-
tartica, gli studenti hanno quindi
scoperto che, questo continente,
grande una volta e mezzo l’Euro-
pa, è circondato dalla Convergen-
za Antartica, ovvero da una cor-
rente marina che fa da barriera tra
acque temperate ed acque fredde
che, a livello climatico, rappre-
senta un fattore di grande impor-
tanza scientifica. Abbiamo anche
capito, hanno detto alcuni studen-
ti alla fine dell’incontro, che
l’Antartide, questo immenso de-
serto di ghiaccio che poggia su
una piattaforma continentale, non
è assoggettato alla sovranità di al-
cuno Stato, ma dove tutti hanno
diritto di accedervi pacificamente
esclusivamente per finalità scien-
tifiche rappresentando così vera-
mente l’unico vero luogo di pace
al mondo.
Tito Peccia
Iniziativa del Lions Club con i ragazzi della media Anzio V per la pulizia dell’antica strada
Appuntamento con la storia romana
Gli studenti della Loi collegati con la base Antartica
Base Concordia
Il mistero di Atlantide
Con la conferenza che si è tenuta
alla libreria Farenheit, tenuta dal
ricercatore Maurizio Stasi, è stato
messo il punto definitivo sul mi-
stero di Atlantide! “No”! Ci dice
lo Stasi“ la mia è una ricerca non
tanto sull’Atlantide narrata da
Platone quanto sul testare la pos-
sibilità dell’esistenza di una civil-
tà antidiluviana perpetrata in miti
e leggende arrivate sino a noi”!
Frutto di una ricerca documentale
svolta in dieci anni di attività,
troppi sono gli elementi emersi
per non asseverare una simile
possibilità!
Una sequela di testimonianze pre-
sentate al pubblico, durante la
conferenza, che partono dalla co-
noscenza astronomica di antichi
Sumeri, Caldei, Greci, ecc. che ci
parlano, già 4.000 anni fa, di pia-
neti, stelle e galassie, per passare
alle cartografie precedenti la sco-
perta dell’America, in cui sono
presenti isole, ghiacci e porzioni
di terra visibili solo 8.-10.000 an-
ni prima; per non parlare di quel
canale presente in Antartide, visi-
bile nell’atlante di Bauche, ma
che è sepolto, attualmente, sotto
1.000 mt. di ghiaccio e che era vi-
sibile oltre 10.000 anni prima.
Conferenza illustrata con fotogra-
fie del muro di Bimini, Lanzaro-
te, Cay Island, ecc, tutti manufatti
costruiti dall’uomo, sepolti sot-
t’acqua, che ci attestano la pre-
senza umana in siti una volta
emersi; e poi ancora ritrovamenti
in Colombia, in Egitto; uccelli
dalle forme più simili ad aeropla-
ni che non a forme animali, atte-
state, da cartigli egizi, essere do-
no degli dei; dei che hanno nomi
diversi: Uan (sumero), Uaana
(Maya), Nommo (Dogon), ecc.;
dei, provenienti dal mare, che
hanno insegnato la civiltà a quelle
popolazioni,
ma non so-
lo, come la
conoscenza
di Sirio che
era “l’og-
getto più
pesante del-
l’universo”
e noi sap-
piamo solo
da poco che
Sirio è una
stella dop-
pia con una
nana che
quella sì è
l ’ o g g e t t o
più pesante
che si cono-
sca, e poi la
“Pila di
Bagdad”, la “Lente di Nimrud”; e
che dire poi quando si è affronta-
to l’argomento delle testimonian-
ze sull’agricoltura e la ceramica;
testimonianze che hanno sconvol-
to le credenze comuni!
L’agricoltura? Era conosciuta
26.000 anni fa in polinesia! La
ceramica? Nasce lì nel 12.000
a.C.
Ricerche complete quelle dello
Stasi che hanno abbracciato an-
che studi sul DNA, su migrazioni
batteriche; un tutto che ci porta a
documentare la migrazione di co-
noscenze da uno scenario del pa-
cifico sino alle spiagge del Me-
dio-Oriente, dell’Europa e del-
l’America, migrazione che asse-
vererebbe l’esistenza di quel fa-
moso “Continente di Mu” scom-
parso con i suoi 60 milioni di abi-
tanti nel giro di una notte.
Una nuova storia quindi, tutta da
scrivere! Una antica civiltà! Ma
dove cercarla?
“Dove l’ha posizionata Platone
nel suo racconto”! In mezzo al-
l’Atlantico, in quel posto, di cui
lo Stasi ha fornito fotografie e co-
ordinate geografiche, posto noto
da oltre 10 anni, facilmente ri-
scontrabile nelle fotografie satel-
litari di chiunque voglia docu-
mentarsi.
“Non sappiamo cosa sia” precisa
il nostro ricercatore, ma è un sito
facilmente indagabile ma che per
motivi politici e religiosi, voluta-
mente, viene ignorato!
Interessantissima esposizione di
una vastità enorme che ha susci-
tato forti perplessità sulla reale
conoscenza del nostro passato.
Una promessa ci ha fatto lo Stasi
prima di congedarsi: di allargare
la nostra conoscenza con l’espo-
sizione, in futuro, della “Teoria
del distacco crostale”, teoria che
descrive il processo geofisico che
ha messo fine a quella civiltà, un
appuntamento a cui non manche-
remo!
Marzia Ossiuti
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