Il Tar del Lazio non ha dato ragione ai figli che hanno l’intenzione di spostare la salma del Maestro nel giardino di famiglia a Colle Manzù
Manzù rimarrà sepolto nel giardino del museo
Il trasferimento delle spoglie del Maestro Giacomo Manzù dal giardino del Museo a lui dedicato, ubicato sulla Via Laurentina, non si sposteranno nell’area del giardino della proprietà della famiglia a Colle Manzù, nel Comune di Aprilia. Mercoledì 24 giugno si è svolta, presso il Tar del Lazio, l’udienza relativa alle volontà dei figli di Giacomo Manzù di estumulare la salma del padre, che attualmente riposa nei giardini del museo di Ardea, per cremare le ceneri e portarle nella sede della Fondazione Manzù, nel territorio di Aprilia.
Il sindaco Mario Savarese, insieme al Segretario Generale e al Responsabile dello Stato Civile, hanno inviato una lettera al Tar nel quale spiegano che la richiesta presentata non trova riscontro in nessuno dei punti previsti dalla legge 130 del 2001 in materia di cremazione e dispersione delle ceneri, impedendo allo Stato Civile del Comune di Ardea di poter adempiere a quanto richiesto.
“Cade così la richiesta fatta dalla famiglia – dichiara Savarese – che ora dovrà, qualora lo ritenesse necessario, ricorrere in Tribunale ma per altre motivazioni, non per quelle con le quali è stato citato il Comune di Ardea”.
I due figli del grande scultore bergamasco, avevano incaricato un legale per chiedere ai giudici amministrativi di pronunciarsi e accertare l’obbligo dell’amministrazione di Ardea “di provvedere sulla procedura avviata il 23 maggio 2019 avente a oggetto l’autorizzazione per la cremazione dei resti mortali del defunto padre Giacomo Manzoni, noto come Maestro Giacomo Manzù, presso il crematorio del cimitero comunale di San Benedetto del Tronto e l’autorizzazione al trasporto del feretro nel detto Comune nonché alla successiva traslazione delle ceneri nel Comune di Aprilia”.
Alcune testimonianze, tra cui quella della stessa vedova del maestro la signora Inge Schabel Manzù, per la quale suo marito in vita aveva espresso sempre il desiderio di essere sepolto nel giardino del Museo dove sono conservate pregevoli opere del Maestro. Altri testimoni avrebbero confermato questa decisione.
La signora Inge, intanto, riposa nell’area del giardino della sua casa a Colle Manzù. In linea d’aria sono poche centinaia di metri tra le due residenze, il Museo Manzù, e la casa di Via Apriliana.
Una vicenda che sicuramente nei prossimi mesi terrà ancora banco, visto che i figli del Maestro, sono fortemente convinti delle loro intenzioni, e di vedere sepolti vicini i due genitori.
Questo non sarebbe affatto illogico, anzi sarebbe da rispettare. Ma c’è un però. Nel corso della vicenda si è costituito anche un comitato Pace per Manzù, che in questi mesi avrebbe raccolto anche 20 mila firme per la sottoscrizione di una petizione, affinché la salma del Maestro, non venisse traferita da Ardea. Un legame che si è rinsaldato in questi anni, e non è venuto mai meno, tra il Maestro e quanti ancora oggi memori delle sue gesta e testimoni anche delle sue opere, lo vogliono ricordare in modo pieno e significativo.
Questa storia che arriva come un fulmine a ciel sereno, dopo le varie richieste non andante mai in porto da parte delle autorità comunali di Bergamo, città che aveva dato i natali a Giacomo Manzoni, in arte Manzù, che chiedevano il trasferimento di tutto il Museo a Bergamo, oggi va a cozzare con questa nuova vicenda: la richiesta dei figli di trasferire le spoglie del genitore presso la loro residenza.
Una storia dunque che andrà avanti per i prossimi mesi.
Sabatino Mele
Il Comitato Popolare “Pace per Manzù” (grazie anche ad una petizione al presidente della Repubblica sottoscritta da 20.000 cittadini) ha vinto facendo rispettare la volontà di Giacomo Manzù di riposare, per sempre, in pace ad Ardea dove scelse di essere sepolto 29 anni fa.
Il sindaco di Ardea Mario Savarese si è finalmente deciso, dopo un anno di ambiguità e contraddizioni, a chiudere il procedimento ammnistrativo iniziato il 23 maggio 2019 dagli eredi Manzoni nel tentativo di sradicare Manzù da Ardea. Questo è quanto è stato comunicato, in una udienza del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio il 24 giugno scorso, agli eredi Manzoni a firma del sindaco di Ardea: “In riferimento all’istanza del 23 maggio 2019, finalizzata ad ottenere l’autorizzazione per la cremazione della salma del defunto Giacomo Manzoni (alias Maestro Manzù) e per il trasporto presso il crematorio del cimitero di San Benedetto del Tronto, facendo seguito alla corrispondenza intercorsa ed, in particolare al preavviso di rigetto dell’istanza avanzata dalle SS.LL. del 30 maggio 2019, con la presente a conclusione del relativo procedimento si comunica che, per le motivazioni già chiarite in precedenti note, l’istanza deve ritenersi inammissibile e/o improcedibile e, comunque rigettata nel merito”.
Queste erano le “motivazioni chiarite” dall’ufficio dello stato civile di Ardea nelle “precedenti note” indirizzate agli eredi Manzoni: “L’istanza formulata da parte dei legali e per conto di Giulia Manzoni non trova riscontro in nessuno dei punti previsti dalla legge 130 del 2001 “in materia di cremazioni e dispersione delle ceneri” ed impedisce allo stato civile del comune di Ardea di poter adempiere a quanto richiesto.” L’ufficio dello stato civile di Ardea rilevava, inoltre, “che nella documentazione presentata da Giulia Manzoni viene citato un testamento del maestro Manzù, in parte olografo, in parte scritto di proprio pugno dall’avvocato Manuela Silvestri, notaio in Roma, nel testo del quale non appare nessuna delle quattro ipotesi di autorizzazione alla cremazione previste dalla legge”.
L’ufficio della stato civile di Ardea, luogo ove attualmente sono sepolte le spoglie del maestro Manzù, chiedeva un anno fa agli eredi Manzoni “di integrare la documentazione considerando anche il fatto che nel suo testamento la moglie dello scultore riferisce la volontà di essere “seppellita” accanto al “corpo” del coniuge alla data della propria morte”.
Dalla documentazione presentata dagli eredi Manzoni al protocollo del comune di Ardea erano certe due cose:
1) Giacomo Manzù voleva essere sepolto e non cremato;
2) Inge Schabel (moglie e vedova dell’artista) voleva essere sepolta e non cremata come invece è stato fatto nel 2018 in seguito ad una autorizzazione rilasciata dal Comune di Aprilia al quale il comitato popolare “PACE per MANZU’, un anno fa, ha chiesto di render conto con un formale accesso agli atti senza avere ancora risposta.
L’ufficio di stato civile di Ardea, a questo punto, non poteva fare altro che emettere “diniego giustificato dall’art. 95 comma 1 del DPR 396/2000” precisando “che la parte istante, in ragione del rigetto, potrà ricorrere al tribunale di Velletri il quale potrà promulgare un provvedimento nella forma del decreto, dell’ordinanza o della sentenza per imporre ex lege quanto richiesto da Giulia Manzoni”.
Gli eredi Manzoni, insomma, per ottenere quello che volevano, se erano convinti di avere ragione, potevano rivolgersi, con i loro avvocati, al tribunale di Velletri per ottenere quella autorizzazione che il comune di Ardea non può e non potrà mai dare! Non l’hanno fatto! Hanno aspettato quasi un anno ed il 20 aprile 2020 si sono rivolti al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio “per l’accertamento dell’obbligo dell’ammnistrazione comunale di Ardea di provvedere sulla procedura avviata il 23 maggio 2019”. Insomma gli eredi Manzoni volevano una risposta formale e definitiva dal comune di Ardea che finalmente è arrivata nell’udienza al TAR del Lazio del 24 giugno scorso.
Questo era quello che voleva, un anno fa, il comitato popolare Pace per Manzù: Giacomo Manzù riposerà, per sempre, in pace ad Ardea!
Comitato Popolare
Pace per Manzù