Quando l’ideologia non fa un buon servizio alla cronaca
Bambinicidio
ìNel triste novero degli omicidi che sono sempre sulle prime pagine dei quotidiani, la categoria dei cosiddetti femminicidi fa sempre più scalpore, sia per l’efferatezza con cui vengono commessi e sia per il groviglio di sentimenti che spesso coinvolgono. Tante donne vengono assassinate per aver detto no e tanti uomini hanno usato diritti che essi non hanno nei confronti di una propria partner. Troppe donne vengono uccise perché hanno solo deciso di non sottostare alle vessazioni e spesso per aver rimandato troppo al lungo la decisione di denunciarle. Questi delitti particolari lasciano sempre l’amaro in bocca e un senso generalizzato di colpa da parte di tutti, ma sconvolgono quando ad essere assassinate non sono donne, dopo lunghi trascorsi e tante vicissitudini con un uomo, ma sono solo bambine di 14 anni. “Martina Carbonaro uccisa a colpi di pietra dal suo ex fidanzato”. Fa venire i brividi pensare che colui con cui una donna condivide, gioie fatte di romanticismo e di passione, possa giungere a assassinarla con un sasso perché lei ha deciso di chiudere la relazione sentimentale. La cronaca si fa più cruda con i dettagli che man mano gli inquirenti divulgano e la ricerca morbosa dei particolari, dei precedenti e delle ragioni viene alimentata da una stampa sempre informata ma spesso solo sensazionalistica. L’eco entra nei dibattiti, nelle dichiarazioni, nella polemica mai sussurrata come dovrebbe essere il confronto in presenza di un dramma di questo genere. La discussione travalica ogni logica per impregnarsi di quell’ideologia che fa perdere di vista i fatti e le circostanze e si sente attribuire colpe ad un patriarcato endemico, che non è solo una sonora stupidaggine, ma contribuisce a depistare quel flusso naturale di rabbia sociale che deve sempre esserci e che deve poter disporre di obiettivi plausibili. Nel caso della bambina Martina Carbonaro, come si fa ad essere così ciechi da addebitare ogni colpa solo al suo assassino? Se degli adulti permettono ad un bambino di andare in un mare infestato da pescecani, come si fa a ritenere che ogni responsabilità sia solo degli squali? Che c’entra il patriarcato quando un ragazzo di 19 anni massacra una bambina di 14 anni? E la domanda che pesa come un macigno è “dove erano i suoi genitori?”. Basta poco per capire che la povera Martina era fidanzata a 12 anni con un giovanotto di 17 anni. Era fidanzata e cioè lei, bambina, divideva i suoi sentimenti, la sua vita ed il suo corpo che un giovane operaio del suo paese. Analizzare le circostanze sempre complesse di un evento cosi tragico, ricercare complici e mandanti in un omicidio non è solo prassi giudiziaria ma deve anche essere analisi sociale. Una bambina di 12 anni deve avere altri obiettivi per la sua esistenza, deve costruire la sua vita, deve giocare con i giochi che la sua età esige, affinchè lei possa percorrere le fasi formative con l’equilibrio relativo al suo grado di maturità e per poter espletare la sua funzione costruttiva nella società di domani. Grandi personaggi femminili del nostro tempo hanno passato la propria infanzia a giocare con le bambole e se questo concetto viene frainteso e confuso con la difesa banale di un’ideologia di genere, non si fa un buon servizio alla logica e non si comprende l’impatto di un gesto efferato. Una cosa è certa: se la povera Martina fosse stata educata a vivere la propria età con gli strumenti che la psicologia raccomanda per ragioni evolutive per quella età, ora sarebbe viva. Ciò non scalfisce la colpa dell’assassino e non ne diminuisce la crudeltà e quindi non può attenuarne la punizione, ma non vedere una complicità dei genitori significa non volere analizzare la realtà tragica dei fatti. Questo non è solo un aspetto sociale ed una considerazione irrilevante perché le responsabilità dei genitori rispetto ad una bambina di 12 anni sono anche codificate nel Codice Penale, come sono codificati i rapporti affettivi e non fra una persona di sesso maschile ed una di sesso femminile in relazione alle proprie età. L’età di anni 14 costituisce, ai fini del Codice Penale, il momento dell’acquisizione dell’imputabilità per reati commessi e costituisce anche il limite minimo affinchè un atto fisico consenziente non costruisce stupro per chi lo esegue. Questo vuol dire che una bambina di 12 anni doveva essere protetta da atti che oltre che inopportuni all’età. sono veri reati penali. E chi avrebbe dovuto proteggere e guidare la povera Martina? Chi ha omesso di farlo? C’è un nesso tra questa omissione e la fine che la povera ragazzina ha fatto? Lascio la risposta ai difensori del reato di genere e del patriarcato e preferisco assecondare l’opinione dei socio-psicologi e piu semplicemente dei genitori che fanno i genitori.
Sergio Franchi
Il concorso fotografico è una modalità per segnalare il disagio ambientale
Fotografa l’ambiente
Diciamo subito che non si tratta di un concorso fotografico anche se è un invito a fotografare. “Fotografa l’Ambiente” è una modalità per rendere partecipi i cittadini in alcuni aspetti della loro quotidianità, è un invito a denunciare nefandezze ed irregolarità ambientali e vuole essere uno stimolo a raccontare un’esperienza ed a condividere le sensazioni che essa provoca. L’ambiente è tutto ciò che ci circonda ma sono principalmente la natura vegetale, la natura animale, l’aria ed il mare a costituire oggetto di attenzione per il loro valore essenziale nella vita dei cittadini. Quante volte assistiamo a spettacoli vergognosi di deturpazione del territorio, quante volte siamo costretti a subire la vista di scempi del luogo in cui viviamo, quante volte vediamo situazioni aberranti in cui sono costretti a vivere gli amici dell’uomo! Uniti Per l’Ambiente, con la partecipazione del Consorzio Lido dei Pini e di altri gruppi associati, ha voluto dare ai cittadini una valvola di sfogo, un veicolo per segnalare i fatti all’opinione pubblica e, se è il caso, alle autorità competenti. “Fotografa l’Ambiente” è un’iniziativa per raccogliere le esperienze fotografate dalla gente comune e, attraverso una commissione, dare un piccolo riconoscimento a quelle più significative, piu crude o anche piu ironiche. Come funziona? I cittadini, in possesso di una macchina fotografica digitale oppure, più semplicemente, di uno smartphone, possono fotografare situazioni che riguardano l’ambiente e che suscitano indignazione, irritazione o sdegno ; fatti che riguardano cioè il suolo pubblico, il mare, gli animali di ogni specie e la natura in genere. La foto o le foto fino ad un numero di tre, accompagnate da una breve nota indispensabile per individuare il luogo e la situazione, con il nome cognome, l’indirizzo email e il numero telefonico dell’autore/trice, devono essere inviate a fotografalambiente.ora@gmail.com. L’invio delle foto costituisce liberatoria per il loro uso ai fini dell’iniziativa. Informazioni verranno divulgate dai social di Uniti Per l’Ambiente e dall’apposita campagna di informazione. Le foto, raccolte per categorie, verranno prese in esame da una commissione che ne redigerà una classifica. Le migliori verranno premiate in una serata conclusiva che avrà luogo sulla spiaggia del Lido dei Pini presso lo stabilimento dell’omonimo Consorzio, che partecipa attivamente all’iniziativa. Poiché, come noto, Uniti Per l’Ambiente rifiuta qualsiasi finanziamento esterno, e poiché ogni sua iniziativa viene finanziata dai suoi attivisti, i premi non potranno essere di grande valore, ma comunque significativi per un evento socializzante come “fotografa l’ambiente”. Le foto che verranno inviate saranno oggetto di una raccolta che verrà resa disponibile online presso il gruppo FB “UPA informa e comunica” presso cui sarà anche possibile ottenere tutte le informazioni relative all’iniziativa. Siccome l’attività di Uniti Per l’Ambiente, del Consorzio Lido dei Pini e degli altri gruppi che partecipano al progetto ha anche come l’obiettivo quello di promuovere attività di difesa ambientale, è intenzione produrre un documento denuncia/proposta per le autorità comunali e, ove ciò sarà possibile ed opportuno aprire un confronto sulla realtà documentata. Ove una segnalazione individua l’evidenza di un reato ambientale l’autore/trice verrà indirizzato a farne denuncia preventiva e formale presso l’Autorità Giudiziaria. L’iniziativa costituirà anche l’occasione per avvicinare i cittadini a quei gruppi il cui unico e genuino scopo è quello di prestare un servizio alla Comunità nella difesa di quell’elemento vitale che è l’ambiente. Info presso unitiperlambiente1@gmail.com.
Sergio Franchi
Mercatini di quartiere
Il consiglio comunale di Nettuno, nella giornata del 29 maggio, ha approvato a maggioranza il nuovo regolamento comunale sui mercatini di quartiere. Il Regolamento è stato presentato all’assise dall’assessore alle Attività produttive Marco Federici, che prima di tutto ha voluto ringraziare gli uffici, la dirigenza e i consiglieri comunali che hanno lavorato al documento, annullando i tre precedenti testi a cui si faceva riferimento per l’organizzazione.
“I punti salienti del regolamento – ha detto l’assessore Federici – riguardano l’ampliamento delle zone di riferimento e la ricerca di una specializzazione e qualificazione dei prodotti proposti ai cittadini”.
’obiettivo del regolamento è quello di fare ordine e fornire a chi farà richiesta, strumenti e indicazioni chiare e trasparenti a cui fare riferimento.
Il Presidente della commissione competente, il consigliere Francesco Filomeno ha voluto sottolineare l’ottimo lavoro congiunto dei commissari, che hanno approvato il testo all’unanimità dopo un lavoro corale e condiviso in cui si è tenuto conto di progetti, proposte e delle diverse sensibilità in campo.
Ufficio stampa
Comune di Nettuno
Comitato per la sicurezza
In merito ad alcune notizie comparse su siti internet e social media, il sindaco di Anzio – Aurelio Lo Fazio – e l’assessore alla sicurezza, Catello Somma, precisano che:
1) Il Comitato per l’ordine e la sicurezza è stato chiesto dal sindaco, come prevede la legge, previa contatti con la Prefettura di Roma che ha immediatamente accordato l’incontro;
2) Il Comitato è una sede istituzionale che non si riunisce su richiesta dei cittadini, ma per decisione del prefetto o dietro sollecito delle autorità;
3) Le criticità segnalate dai residenti sono note e attenzionate da tempo, il Comune di Anzio è intervenuto e interviene attraverso la Polizia locale e unitamente alle forze dell’ordine presenti sul territorio con servizi di controllo e prevenzione ordinari e straordinari.
Ufficio stampa Comune di Anzio 12 giugno 2025