OSSERVATORIO LINGUISTICO
Rubrica aperta ai contributi
di tutti gli interessati
PARLI ITALIANO?
di Paola Leoncini
In Italia, terra di tesori inestimabili, gli stranieri sono una realtà inconfutabile. Milioni di stranieri da tutti gli angoli del globo sciamano nel nostro Paese per visitare le nostre bellezze, ma ci sono anche quelli che in Italia vengono per altri motivi: politici, sociali e/o economici come gli immigrati, speranzosi di trovare migliori condizioni di vita qui da noi, ed altri che scelgono la nostra penisola per venirci ad abitare in modalità stabile, innamorati del paesaggio, dell’ arte, del cibo, della cultura e perché no, anche della nostra lingua, una delle più belle nel mondo, sebbene non facile da apprendere, con una grammatica strapiena di regole ed eccezioni, ma con una letteratura pregna di grandi nomi e opere immortali.
Un recente sondaggio ha rivelato che, malgrado la complessità, l’Italiano risulta essere la quarta lingua più studiata e parlata sulla Terra, record che inorgoglisce gli abitanti, ma rende la vita difficile a chi è deputato ad insegnarla soprattutto a coloro che provengono da Paesi i cui idiomi sono invece semplici, basati su poche regole.
Un caso a parte sono i nostri “fratelli” anglo-sassoni, specie gli Inglesi, la cui lingua è apparentemente più facile dell’italiano solo all’inizio, non avendo molte desinenze, né la necessità di coniugare i verbi in tutte le voci dei pronomi personali. Proseguendo nello studio, però, scopriamo a nostre spese che la lingua di Shakespeare non ha nulla da invidiare alla nostra, anzi! È invero ricca di sfumature e sottigliezze che l’italiano non ha. Un esempio fulgido, immediato e semplice?
La traduzione del vocabolo casa.
Per noi casa è il luogo dove abitiamo e dove torniamo a fine giornata dopo il lavoro o altro.
In italiano non operiamo una distinzione marcata nei due concetti: questa è la mia casa e torno a casa oppure sto a casa. Sempre casa è.
In inglese questa distinzione esiste e va rigorosamente rispettata; pena: non riuscire a farsi capire dal nostro interlocutore britannico o americano. Nel primo caso traduciamo: this is my house, riferendoci all’ appartamento, dunque all’ elemento edilizio; nel secondo caso traduciamo I come back home, e I stay at home riferendoci alle mura domestiche entro le quali viviamo. E via elencando cavilli a non finire.
Ma il massimo della soddisfazione arriva quando dobbiamo insegnare la nostra lingua a chi non è neppure inglese, bensì di un altro Stato, con un altro idioma, tuttavia parlante inglese, francese o altra lingua che per fortuna conosciamo anche noi. E ci troviamo a spiegare la grammatica italiana in inglese, francese, spagnolo per andare incontro ai nostri studenti che parlano cinese, giapponese, indiano, arabo o altro idioma non proprio diffuso in tutto il mondo. Sono esperienze memorabili, difficilmente paragonabili al mero insegnamento delle lingue estere.
Eppure, per ottenere il permesso a risiedere in Italia, queste persone sono costrette a dimostrare di poter comunicare fluentemente in italiano e noi insegnanti abbiamo il dovere ed il compito non facile di trasmettere la nostra lingua nel miglior modo possibile, con i non tanti mezzi a nostra disposizione.
Scuole dove l’italiano viene insegnato ce ne sono, ma occorre sincerarsi della loro effettiva validità e serietà, nonché assicurarsi che i titoli rilasciati a fine corsi siano riconosciuti legalmente presso gli enti che amministrano il flusso degli immigrati e le ambasciate degli Stati di provenienza. Diffidare delle imitazioni.
SOS MEMO/4
Elogio della mansuetudine
e tecniche di memoria
di Vincenzo Corsi
Vuoi apprendere qualcosa in maniera profonda e duratura? Devi innanzitutto avere una buona predisposizione d’animo. Prima di acquisire qualsiasi tecnica, devi coltivare la virtù della mansuetudine. Devi sottoporti con dolcezza alla ripetizione che lo studio richiede. Dice lo scrittore e grammatico rinascimentale Ludovico Dolce nel suo “Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservare la memoria”:
… senza dubbio il desiderio di sapere, come dice Aristotele, è naturale in tutti gli uomini…la tranquillità dell’animo è profittevole e non lascia che l’intelletto o la parte concupiscibile sia affogato dall’ira o dall’impazienza… la mansuetudine è sommamente utile allo studioso… la sobrietà finalmente è necessaria a chi è desideroso di imparare.
Nel disegno che ho proposto è stata usata una tecnica detta sistema basato sulle forme. Leggiamo dal web:
… si tratta di un sistema che aiuta a memorizzare i numeri attraverso delle immagini la cui forma ricorda quella del numero stesso. Ad ogni numero si associa da 0 a 9 un’immagine. A questo punto si ottiene una serie di immagini tra loro combinabili.
Tale tecnica compare anche negli scritti del matematico e Monaco Cattolico tedesco Gregor Von Feinagle.
Alain Lieury, nel suo compendio “Una memoria d’elefante?” dice:
… quando ho intrapreso queste ricerche, un mistero aleggiava intorno a Feinagle… che non pubblicò in nessun libro i suoi metodi, ma diede alle stampe dei volantini dal titolo “Cenni sulla mnemonica”. In questo fascicolo molto breve è rappresentata una tabella di richiamo. Riconosciamo la falce che designa il 7, una torre per l’1, due mele per il 66… fortunatamente alcuni suoi discepoli pubblicarono degli appunti che ci permettono di rappresentare completamente l’ingegnoso sistema di Feinagle.
Veniamo al disegno proposto: voglio rappresentare la costruzione del ricordo di un fatto storico. Nel 562 d.C. Belisario fu processato per corruzione a Costantinopoli. In alto a destra un giudice, procedendo verso il basso troviamo Costantinopoli, in basso a sinistra il ritratto di Belisario su una bilancia. Vediamo come è rappresentato il 562 secondo il sistema delle forme: il 5 è il ciondolo a forma di uncino dell’elefante, la proboscide forma il 6 e il cigno il 2. Dunque non è divertente? Allora armiamoci di pazienza e mansuetudine e costruiamo il nostro palazzo della memoria.
Domenica 19 e 26 Gennaio 2025
ore 16.00
IL CERVELLO HA
POTERI SPECIALI?
3 Incontri con Franco Concari
IL FUNZIONAMENTO DEL CERVELLO UMANO
L’oggetto più complesso dell’Universo.
Come influenza la nostra vita e quali poteri speciali ha.
(3 Incontri di 1hr ca)
PREMESSA
Come esperto di Project Management mi sono spesso domandato come accrescere le mie capacità di comunicazione per motivare i collaboratori verso il successo del progetto. Quindi, approfondendo argomenti relativi alle scienze comportamentali sono stato condotto a studiare come funziona il cervello umano. Ed ho capito che alla base di qualunque interazione umana c’è la percezione che ciascuno di noi ha di se stesso, degli altri e della realtà che lo circonda. Perché sono queste percezioni che ci spingono a decidere
quali azioni fare.
Capire il funzionamento del cervello ci può aiutare a capire e migliorare
NOI STESSI, GLI ALTRI E LA REALTÀ.
Questi studi mi hanno fatto anche comprendere che l’Intelligenza, una delle funzioni superiori del cervello, è presente non solo nell’Uomo, ma anche negli animali e nelle piante, ovviamente a livelli diversi dall’Uomo.
Dovremo anche considerare, oggi ed in futuro, l’intelligenza degli apparati elettronici: l’Intelligenza Artificiale.
Ne è emerso un percorso di studi e conoscenze che intendo condividere attraverso i seguenti titoli:
- Il cervello ha poteri speciali? (il tema delle attuali 3 sessioni)
- L’Intelligenza umana: come si manifesta
- L’Intelligenza degli alberi: esiste?
- L’Intelligenza Artificiale: supererà quella umana?