Visita ispettiva del consigliere regionale Emanuela Droghei all’ospedale di Anzio e Nettuno
Il Riuniti va potenziato
“Ringrazio la consigliera regionale Emanuela Droghei che questa mattina (10 gennaio) ha svolto una visita ispettiva all’ospedale di Anzio e Nettuno. Si conferma una situazione critica sulla quale la Regione Lazio deve intervenire, su questo non molliamo”. Lo ha detto il sindaco di Anzio, Aurelio Lo Fazio, sottolineando come sulla vicenda del “Riuniti” l’attenzione resta altissima. Il sindaco concorda sul fatto che l’ospedale “è una struttura strategica per il litorale e va potenziata, non lasciata morire” e che “serve un piano straordinario per rafforzare il personale e garantire cure adeguate”, quindi ricorda la battaglia per mantenere vivo il punto nascita.
“Lo abbiamo detto in campagna elettorale e lo confermo, sono pronto anche a chiedere di convocare un consiglio congiunto con Nettuno su questo argomento.
Mantenere il punto nascita, come stabilito da un ordine del giorno votato all’unanimità dal Consiglio regionale del Lazio, significa mantenere anche gli standard di un Dea di I livello. Presterò massima attenzione a che quell’ordine del giorno venga rispettato”.
Ufficio stampa
Comune di Anzio
Serve un piano straordinario
Nettuno, 10 gennaio - Il Sindaco Nicola Burrini ha espresso un sincero ringraziamento al consigliere regionale del PD, Emanuela Drighei, per aver incluso l’Ospedale di Anzio e Nettuno nel suo giro di visite alle strutture del Lazio, attualmente al collasso. Durante la visita, sono stati verificati di persona i problemi già noti: la cronica carenza di medici e personale infermieristico sta causando disagi enormi all’assistenza sanitaria della popolazione del Litorale, costretta a migrare per visite, ricoveri ed emergenze.
“Il Pronto soccorso ha solo posti in piedi e funge più da reparto che da area dedicata alle emergenze. Va ampliato e rafforzato”, ha dichiarato Burrini, evidenziando che praticamente ogni reparto è privo di personale adeguato, con pochissimi posti letto per una popolazione di oltre 110.000 cittadini, che in estate raddoppia.
Il dramma è che il personale attualmente presente è già sottodimensionato rispetto alla situazione, rendendo impossibile pensare a un ampliamento dei posti disponibili. “Il nostro ospedale è tenuto in piedi dall’impegno e dalla buona volontà di chi ci lavora, con turni estenuanti. Senza contare che il punto nascita è chiuso, contro ogni logica e buon senso”, ha aggiunto.
“La giunta Rocca ha fatto campagna elettorale sulla sanità, ma non ha mai passato ai fatti e continua a ignorare il problema. I cittadini non possono più aspettare. Serve un piano straordinario per rafforzare il personale e garantire cure adeguate. La Regione deve ascoltare i territori; il Comune di Nettuno è pronto a dare battaglia per la salute dei cittadini.”
Continuano le violenze a Milano da nord africani
Fiamme di mezzanotte
E’ in atto nel nostro Paese un lento, ma progressivo spappolamento dell’immagine dello Stato sotto i colpi di una continua mobilitazione di piazza che si manifesta con modalità diverse, con intensità variabile ma con un unico fine, quello di causare lo sgretolamento delle nostre istituzioni. In un mio precedente articolo ho avuto occasione di attribuire i gravi disordini del Corvetto all’odio islamico per la nostra cultura e per la nostra società occidentale e non mi sono accontentato di giustificarlo col solido degrado delle periferie, anche perché conosco tantissime persone splendide che in quelle periferie sono nate e vivono onestamente. C’è di più del disagio, che è un elemento abbastanza normale nelle aree periferiche delle grandi città e ciò per il semplice fatto che a fomentare e ad alimentare disordini in ogni occasione sono minoranze di religione islamica. Ma, si dice “sono cittadini italiani di seconda generazione,” ma forse sfugge il concetto che questa è un’aggravante, è una conferma della totale impossibilità di integrare immigrati di religione islamica: non si sono integrati i genitori, non si integrano i figli, Il fatto è, lo predicò inascoltata la profetessa Oriana Fallaci, che l’essenza dell’Islamismo, che fa del Corano il codice di vita, contrasta in modo insanabile con le strutture sociali dei paesi occidentali, tutte basate su leggi fondamentali che chiamano costituzioni. Durante la notte dell’ultimo dell’anno, in barba a tutte le ordinanze ed a tutte le norme del vivere civile gruppi di, non so come chiamarli, hanno dato vita all’ennesima manifestazione violenta ed hanno scelto il palcoscenico della piazza per eccellenza di Milano, quella del Duomo. Assalto a monumenti, insulti alla Polizia, spregio per i simboli italiani. Simili manifestazioni a San Siro e ad Abbiategrasso dove i Vigili del Fuoco sono stati fatti oggetto di lancio di fuochi d’artificio e mucchi di rifiuti e masserizie dati alle fiamme. Un rapper tunisino di nome Keta, mandava in diretta su Instagram le gesta dei suoi correligionari incitando alla rivolta e dipingendole come azioni gloriose. Il tutto mentre un gruppo di ragazze belghe ed altre turiste venivano, in luoghi diversi, molestate sessualmente da gruppi di animali nordafricani, giovani ed anche di mezza età all’interno della Galleria ed altrove, di fronte alla polizia locale incapace di intervenire. Ma che cavolo di mondo dobbiamo accettare? Ma come dobbiamo chiamare manifestazioni di dissenso in cui si accompagnano le gesta e gli insulti contro il nostro Paese con le grida “allah Akbar”? Perché coniugare le lodi a Dio con le offese verso il popolo che ti ha accolto se non con l’odio atavico contro i cristiani e la loro civiltà? Che c’entra il disagio delle periferie ammesso che il disagio possa esprimersi liberamente con aggressioni allo Stato, ai suoi simboli ed alle sue istituzioni? Sono reati dotati tutti di aggravanti, come era reato di resistenza alla Polizia che prevede l’arresto, quello di forzare un posto di blocco dei Carabinieri. Il fatto che il ripetersi di fatti criminosi di questo genere possanoessere artificiosamente ridimensionati, da alcune forze politiche, costituisce l’aspetto più preoccupante di tutti. Le stesse forze che condannarono la legge contro i rave party non autorizzati, in cui venivano commessi reati di ogni genere, perché limitavano le libertà individuali: libertà di drogarsi, di stuprare e di danneggiare natura e proprietà private. Eppure da allora i party non sono aboliti, solo che devono essere autorizzati e non producono danni al prossimo. Che volevano i delinquenti che hanno infestato Milano durante la notte di capodanno? Esprimevano il loro disagio perché questo Paese ha accolto i loro genitori, ha permesso loro di studiare ed ha dato loro assistenza sociale ed opportunità; e non si tratta in genere di persone ai margini, il povero Ramy ed il suo amico tunisino, cavalcavano uno scooter che costa come una Panda. Rimuovere la bandiera italiana per sostituirla con quella di uno stato che rappresenta anche il terrorismo islamico, sputare contro le forze dell’ordine, dare fuoco a negozi ed auto, lanciare sassi e pali di ferro ed anche rudimentali oggetti esplodenti, sono fatti che ogni italiano originale o acquisito dovrebbe nettamente rigettare. Non c’è disagio che può giustificare il crimine a meno che non si ricorra all’utopia marxiana con l’intento di rovesciare il potere ed istaurare uno stato in cui il “potere è al popolo”, che poi è il sogno nascosto di quei gruppetti dei centri sociali e quei fiancheggiatori silenziosi che trovano sempre mille giustificazioni alla violenza. Ma credo che il mondo abbia già dato su questo versante. E il governo? Da un governo conservatore ligio al rispetto dei simboli e delle istituzioni ci si aspetterebbero decisioni che vadano oltre le stucchevoli dichiarazioni del Ministro Salvini, Ci si aspetterebbero soluzioni che vadano oltre l’inasprimento delle pene ed la produzione di regole destinate ad essere derise. E la Magistratura? ci si aspetterebbero interpretazioni più stringenti avulse da visioni ideologiche. Ed i Sindaci di quelle grandi città? Tutt’altro che esenti da responsabilità ai sindaci sta sfuggendo l’occasione di grandi piani di risanamento urbanistico delle loro periferie e del restauro di migliaia di abitazioni e luoghi di aggregazione sociale che il PNNR avrebbe potuto finanziare. Tutti hanno responsabilità in problemi cosi complessi ma i giovani musulmani neo italiani o in attesa di diventarlo, non devono poter avere il diritto di delinquere, aggregati da un credo religioso, con lo scopo unico di stravolgere l’ordine democratico di un Paese troppo permissivo. Quanto avvenuto in Francia, in Belgio ed in Inghilterra non ci ha insegnato niente e coloro che minimizzano questi fenomeni, al solo scopo di ottenerne il consenso, non si devono meravigliare se l’occidente vada verso destra e non solo verso la destra democratica, non si meraviglino dei rigurgiti estremisti in alcuni paesi d’Europa: si chiama “reazione”.
Sergio Franchi