I Commissari prefettizi prima di lasciare avevano inserito in bilancio la somma di 250.000 per sviluppare un progetto per la pineta
Gallinara: dopo anni di lotte si interviene
Sono tanti anni che un gruppo di persone di buona volontà, prima in modo autonomo e poi associate nel Comitato Salviamo la Pineta, sta facendo azioni di guerriglia sociale per difendere un bene naturale unico ed insostituibile per Anzio come il parco pubblico della Gallinara; alcuni anni orsono lo presentarono anche al concorso del FAI come “luogo del cuore “ e vinse nella sua categoria. Alcuni di loro, fra cui il sottoscritto, subirono finanche vere e proprie violenze fisiche, oggetto attualmente di procedimento penale presso il Tribunale di Velletri, da parte di persone che forse non ne condividevano gli intenti. E poi Incontri, confronti, interventi che però non hanno dato, negli anni, grandi risultati se è vero come è vero che la pineta della Gallinara, compreso sia il parco pubblico, sia il villaggio turistico, posseduto da una società ed il campeggio concesso in affitto dal Comune a privati, sta lentamente morendo.
Uno dei molteplici malanni che colpiscono i pini mediterranei, una specie di fungo, l’Heterobasidionirregulare, importato con il vettovagliamento delle truppe alleate durante la seconda guerra mondiale, ne fa marcire le radici ed indebolisce la struttura dell’albero che viene ulteriormente attaccato da altro patogeno fino al completo essiccamento e la morte. Lo ha certificato un’autorità in materia il Prof. Paolo Gonthier dell’Università di Torino, che segue il problema di quella pineta da qualche anno ormai. Purtroppo, nonostante, le varie discussioni ed incontri, il tavolo di lavoro voluto dal Comune di Anzio, poco o niente è diventato intervento funzionale e le chiome dei pini continuano inesorabilmente ad ingiallire. Non è stato mai possibile, per mancanza di volontà o per incapacità, di affrontare il problema in modo strutturale nell’assunto che, se il patogeno si trasmette per contatto e cioè se un pino contagia il pino più prossimo potrebbe essere possibile “isolare” i pini malati per evitare il contagio.
Non vorrei banalizzare ciò che banale non è ma il sottoscritto sedeva in quel tavolo e richiese al Professor Gonthier copia di un protocollo in lingua inglese che indicava la possibilità di intervento, documento che fu tradotto in lingua italiana ed inviato all’allora sindaco di Anzio e di cui non si è avuto più notizia. Ora accade che i Commissari, prima di lasciare l’amministrazione comunale, hanno allocato un importo di circa 250.000 Euro per un intervento di risanamento e valorizzazione della pineta e ritengo che il progetto sia riferibile alla parte pubblica e, naturalmente, non a quella privata.
Una somma consistente, che presumo provenga dal PNNR e quindi in gran parte “a debito”, ma che può avere un impatto significativo sul bene naturale solo se non verrà diluita in una serie di interventi disarticolati e senza un fine strutturale ben definito e raggiungibile. Oltre all’intervento organico di rimboschimento, che di fatto è stato finorain gran parte eseguito a cura del Consorzio Lido dei Pini, che amministra l’area che si estende ad est della pineta, il progetto dovrà puntare alla protezione dei pini non colpiti dal patogeno. Questo richiederebbe un intervento qualificato che determini le modalità dell’attività di isolamento dei pini colpiti per evitare il contagio con quelli adiacenti e che definisca ogni azione curativa necessaria. Ragioni logiche ed opportune vorrebbero che la decisione sul futuro della pineta venga presa in modo fortemente qualificato e ritengo che nessun altro se non lo stesso prof Gonthier possa fornire il parere più informato e incidere nella decisione di salvare il salvabile e rimboscare il resto o se procedere con la totale eliminazione dei pini restanti e procedere col solo piano di rimboschimento. Quello che auspico è che si crei un tavolo di coordinamento presieduto dal Sindaco o dall’Assessore competente del Comune di Anzio a cui partecipino il prof Gonthier o un suo assistente, i rappresentanti del villaggio e del campeggio “comunale”, il rappresentante della Regione, il rappresentante del Consorzio Lido dei Pini che ha curato per anni, nei limiti del possibile, la pineta ed il rappresentante del Comitato Salviamo la Pineta.
Questo tavolo dovrebbe sviluppare un progetto per la pineta e per una sua fruizione qualificata da parte dei cittadini. Un progetto che contempli ogni possibile intervento fitoterapico, se ritenuto scientificamente praticabile ed un piano di sviluppo triennale. Sta di fatto che si interviene e sono stati individuati fondi necessari per farlo, si interviene e forse si pagherà il prezzo per non essere intervenuti in passato in modo organico.
Si interviene e speriamo con un metodo che permetta la più larga partecipazione possibile degli abitanti perché la pineta è un bene pubblico e quindi appartiene ai i cittadini ed a loro è destinato ogni sforzo per ridare al bene naturale una valenza ed uno scopo sociale.
Sergio Franchi