Incontri all’IIS Via Copernico con la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga
Prevenzione sostanze psicotrope
Lo scenario attuale, proprio di una società complessa, se ha messo in crisi identità già acquisite e consolidate, quali quelle degli adulti, ha reso ancor più problematica e fluttuante la costruzione del sè da parte dei giovani i quali, in tale processo, finiscono per essere motori di ulteriori e ancor più veloci cambiamenti e, in genere, inconsapevoli destinatari di spinte propulsive esogene che non sempre contribuiscono alla costruzione di una identità stabile.
Sia in forza dei fattori legati al condizionamento ambientale, sia in base a nuove modalità di crescita, si è determinata la nuova fisionomia degli adolescenti.
Fino a qualche decennio fa il “pianeta giovani” si definiva, infatti, come un blocco unico, contrapposto a quello degli adulti, al massimo suddivisibile nei due sottogruppi di “quelli per bene” e degli “irrequieti”.
Oggi forse tale schema risulta insufficiente per definire una fascia di età che si caratterizza proprio per l’essere sfuggente e non facilmente interpretabile attraverso l’adozione di categorie rigidamente definite.
La frammentazione sembra essere la caratteristica predominante, poiché, non essendoci più grandi idee di riferimento e venuto meno il ruolo promosso dalle tradizionali agenzie formative, la famiglia e la scuola, ogni adolescente è spinto, quasi per forza di cose, a scegliersi una propria strada.
Indipendenti e autonomi prima del tempo, gli adolescenti finiscono anche per assorbire, per lo più inconsapevolmente, i messaggi “educativi” delle nuove “agenzie formative”, da quelli ormai “classici” provenienti dal mondo della televisione a quelli più moderni, e talvolta più insidiosi, spesso veicolati da Internet.
Gli esiti dei processi di crescita adolescenziale sono, perciò, estremamente vari: da un lato, si registrano un incremento del valore dell’amicizia e una crescente volontà di aggregazione, che spesso si concretizzano in apprezzabili forme di impegno spese nell’associazionismo e nel volontariato; dall’altro, frequentemente si segnalano comportamenti a rischio e devianze, evidenti riflessi di una fragilità che si è andata costruendo per gradi e che, in non rari casi, si palesa in forma di disturbi delle condotte alimentari, stati depressivi e gesti estremi o, su altro fronte, nell’assunzione di atteggiamenti borderline.
La tendenza all’omologazione, peraltro, porta necessariamente a sacrificare qualcosa di se stessi, in termini di affermazione della propria identità, per guadagnarsi l’approvazione generale del gruppo dei pari.
Inoltre, se un tempo i ragazzi orientavano le proprie scelte di vita in base a una consapevolezza più netta della distinzione tra comportamenti sani e devianti, ora sempre più frequentemente si assiste alla assunzione, da parte di uno stesso soggetto, di modelli comportamentali assai diversi e spesso contrastanti tra loro.
Come attori inclini a vestire tante maschere e ruoli sempre nuovi, i giovani vivono e subiscono il relativismo culturale ed etico predominante, nel quale è evidente la compresenza di tante “culture” assai diverse tra loro e non sempre apportatrici di input e valori positivi.
Nel contesto attuale una scuola meramente trasmissiva non trova più collocazione e ragion d’essere, anche in considerazione del fatto che non è più l’unica agenzia formativa.
Arroccarsi sulla classica “torre d’avorio” sarebbe scarsamente significativo, mentre decisamente più funzionale si rivela rifondare il ruolo della scuola, che ha il compito specifico di selezionare le conoscenze e di valorizzarle nella prospettiva dell’acquisizione di nuove competenze, stabili e ampiamente spendibili.
Pertanto la nuova concezione di scuola e la ridefinizione del processo educativo possono essere decodificati solo in una prospettiva progettuale che costituisce al contempo il punto di partenza e la direzione verso cui proiettarsi.
Nell’azione progettuale, infatti, risulta emergente la dimensione della prospetticità intesa come capacità di guardare in avanti, seppure con gli occhi della mente, e di formulare ipotesi per cercare di realizzare quanto ancora non c’è, di organizzare nel presente i dati del passato e di individuare gli strumenti più idonei in una logica funzionale quale quella propria di un sistema formativo.
In sostanza l’istituzione scolastica ha un ruolo primario nel promuovere la formazione dell’identità dei soggetti che apprendono, nel potenziare le loro capacità di scelta, nell’orientarli a gestire la complessità, nello sviluppare comportamenti orientati in un’ottica di progettualità esistenziale, nel rinforzare la loro capacità di lettura del reale attraverso la valorizzazione del dato esperienziale.
Nell’ambito dell’acquisizione di competenze di cittadinanza attiva viene chiesto all’istituzione educativa di supportare le studentesse e gli studenti a riflettere sulle loro esperienze legate al proprio sé e sulla relazione con l’altro, a saper discernere con consapevolezza e ad operare scelte funzionali alla crescita personale e non lesive ed autolesioniste.
In questa prospettiva l’I.I.S. “Via Copernico” ha accolto con entusiasmo la progettualità relativa all’attività di prevenzione organizzata dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, realizzata attraverso incontri presso la sede dell’Istituto.
Dal 4 al 6 febbraio, infatti si è realizzato un momento di riflessione su “Le conseguenze sociali, legali e sanitarie dell’uso di droghe” con lo scopo di sensibilizzare le studentesse e gli studenti ai rischi legati al consumo delle droghe su più livelli: quello sociale, quello giuridico, quello sanitario.
L’evento si è articolato in due sedute plenarie nelle quali a una attenta platea di allieve e allievi delle classi prime, i funzionari dei Servizi Antidroga del gruppo Interforze, hanno illustrato con chiarezza e in dettaglio le caratteristiche delle diverse tipologie di sostanze stupefacenti presenti sul mercato, con particolare riguardo alle cosiddette “droghe leggere”, evidenziando con apprezzabile chiarezza l’ampia e diffusa presenza di “fake news” nel web riguardo a questo tipo di stupefacenti, spesso ancora falsamente definiti innocui, nonché alle Nuove Sostanze Psicoattive che rappresentano una ulteriore e complessa minaccia in continua evoluzione.
Partendo, infatti, dall’analisi della parola “stupefacente” che parla appunto dello “stupor” indotto dalle sostanze psicotrope, anche le più blande, proseguendo poi con la dettagliata spiegazione delle caratteristiche di ciascuna sostanza, fino alla disamina dei rischi nel breve e nel lungo periodo per la salute fisica e mentale di quanti ne fanno uso, il relatore ha fornito un quadro estremante completo dell’immane rischio a cui si espone chiunque si avvicini al mondo delle sostanze psicoattive, pensando di poterne uscire indenne.
La successiva tappa dell’evento ha visto due abili funzionari, il dott. Andrea Pannacci e la dott.ssa Catia Crociani, counselor nel campo della prevenzione all’uso di droghe, al lavoro con i singoli gruppi classe in un interessante momento di confronto con lo scopo di sollecitare commenti, riflessioni, esperienze, condivisione e scambio dei ragazzi con il loro gruppo e con i counselor sull’argomento delle droghe. Il lavoro così organizzato si è rivelato decisamente funzionale all’esplorazione di una nuova possibile modalità comunicativa per gli studenti, non solo sull’argomento in questione, ma, più in generale, su problemi e stati d’animo personali che nella quotidiana vita di classe trovano difficilmente spazio, restando compressi tra la complessità del mondo adolescente, da un lato, e la difficoltà dei docenti di coniugare la dimensione didattica con cura e ascolto dei singoli all’interno di gruppi di non facile gestione, dall’altro.
Ultima tappa dell’evento la presentazione delle unità cinofile della Guardia di Finanza, che è stato decisamente d’impatto per tutti.
Ampiamente positivo il bilancio di queste giornate in cui due realtà fondanti della vita di uno Stato, la scuola e le forze dell’ordine, si incontrano nella duplice prospettiva di collaborazione e osmosi proficue.
Franco Celentano
e Caterina Unich
Preoccupati i pendolari per l’aumento dei furti
Danni alla Stazione
Il 2020 è iniziato con l’intensificarsi di furti e danneggiamenti alle auto parcheggiate nei pressi della Stazione di Santa Palomba e nei due parcheggi incustoditi. Sulla pagina “Comitato Pendolari Stazione Pomezia” vi è una corposa documentazione fotografica che documenta questi ripetuti danneggiamenti. Ma ecco lo sconsolato commento del 14 febbraio di un’automobilista che ha trovato l’auto con un finestrino rotto “Da quanto leggo non sono il solo. Peccato che una linea così comoda e veloce verso Roma-Termini debba avere una stazione abbandonata da ogni tipo di controllo. Un danno del genere per un seggiolino auto e poco altro”.
Un altro commento dell’11 febbraio
“Chiedo agli organizzatori di questo gruppo se é stata mai pensata una bozza di domanda di videosorveglianza da inoltrare al Comune di Pomezia.
Io a Natale ho denunciato un ragazzo colto in flagrante mentre cercava di rubare le ruote della mia auto. Come me moltissimi nel gruppo sono pendolari che hanno subito danni. La situazione sta peggiorando. Oggi decine di auto con finestrini rotti. La polizia municipale non può far tutto.
Io sono stata fortunata perché sono stati loro a beccare in flagrante il ragazzo, ma ritengo giunta l ' ora di concretizzare questa pagina con qualche atto pratico. Qualcuno é d'accordo? Abbiamo avvocati/ persone esperte tra i pendolari che ci possono aiutare a stilare una bozza? Non si può andare avanti così”.
Intanto va bene la videosorveglianza ed anche una maggiore presenza delle forze dell’ordine ma sarebbe anche il caso che l’amministrazione di Pomezia pensasse seriamente a rendere protetti i due parcheggi attualmente incustoditi semmai dandoli in gestione ad una cooperativa di giovani come avviene in altre città.
A.S
Mense scolastiche
“In merito ai ritardi nel pagamento dello stipendio ai lavoratori delle mense scolastiche del Comune di Pomezia – spiega il Primo Cittadino - è importante chiarire che l’Ente non è in alcun modo responsabile, dal momento che è in regola con i pagamenti di tutte le fatture alla ditta appaltatrice. Sono vicino ai lavoratori e confido nell’immediata risoluzione dei problemi in essere”.
Teresa Di Martino Ufficio Stampa Città di Pomezia.