Una riflessione sulle migrazioni Nord-Sud e Sud-Nord
L’orizzonte vagabondo
Sabato 13 settembre il Porto di Anzio ha ospitato l’iniziativa “Sud-Nord – Nord-sud”. Una riflessione aperta sul viaggio, le migrazioni, i confini, le ‘contaminazioni’, il nord e il sud, le identità ecc, organizzata - con delle suggestive istallazioni multidisciplinari - dall’associazione culturale IBIS APS, con il patrocinio del comune di Anzio e in collaborazione con associazioni e organismi quali Part Art (univ. ‘La Sapienza’), EU Mission, Raws Drivers Ukri, Raw-News (by European union). Luogo delle istallazioni e delle performances la piccola porta sul muro fra il bacino di ormeggio e il retrostante del porto che guarda a sud verso il mare aperto. Un luogo simbolico, di confine, un passaggio metaforico che segna un limite da valicare, come del resto ogni limite che indica sì una frontiera, ma che anche unisce due territori, due identità, due spazi. Il confine come il viaggio e l’esodo è un varcare i confini della propria identità, un andare oltre, una delocalizzaione della persona sia esso viaggiatore, viandante, turista, pellegrino ecc. Spaesamento e vagabondaggio, partire, viaggiare, andare, tornare, migrare nei tempi della post modernità e della cosiddetta globalizzazione significa mutare e sovvertire, ma anche dolore, curiosità, sofferenza e sopravvivenza, fuga e coraggio, fatica e sollievo, diaspora ed esodo. Spesso significa varcare grandi confini, attraversare i territori scacciati dalle proprie terre, deserti sterminati, braccati da torturatori e bracconieri di esseri umani, un pathos e uno spazio immenso dove lasciare i ricordi incastonati nella nostalgia di un lontano, improbabile ritorno.
Molti gli autori, i performens, gli artisti che hanno reso possibile questa suggestiva iniziativa iniziata alle 16 e terminata in nottata. Un evento, come dicevamo interdisciplinare nel senso che miscelava diverse forme espressive ed artistiche: istallazioni di manufatti artistico-culturali, sculture e ceramiche, clownerie, documentari e rappresentazioni grafiche, poi il film di Pietro Germi “Il cammino della speranza” (film del 1950 che racconta il disperato esodo di un gruppo di solfatari siciliani verso la Svizzera e la Germania), musica e suoni ecc.
Tanti gli artisti e i partecipanti che hanno reso possibile la manifestazione che ritengo più opportuno non menzionarne alcune per non correre il rischio di dimenticarne qualcuno.
Giuseppe Chitarrini
Presente e futuro
Oggi, nella politica locale, qualche “giovane vecchio” e qualche “vecchio giovane”, probabilmente si stracceranno le vesti per questa mia posizione. Con il solito ritornello sul fatto che il Presidente del Consiglio Comunale deve essere super partes.
Ma il sottoscritto, prima di avere questo ruolo, e prima ancora di essere un politico, è un “essere umano”, e come tale sento il bisogno di esprimere “tutta la mia vicinanza alle ragazze e ai ragazzi, che oggi ad Anzio e Nettuno, hanno manifestato pacificamente la propria vicinanza al popolo palestinese e per dire basta al genocidio”. A molti di loro era stato “gentilmente sconsigliato” di farlo, ma lo hanno fatto lo stesso e per questo meritano tutto il “nostro sostegno”.
“Il presente ed il futuro sono loro ed hanno tutto il diritto di prenderselo manifestando il proprio pensiero”. Citando il maestro “Vecchioni”, verrebbe da dire che “è così bello vederli gridare nelle piazze”, ed io, per quel poco che conta, sono con loro. Anche perché, e lo dico ai benpensanti e ai reazionari di ogni tempo, anche stavolta con una citazione dell’immortale “Faber”, “provate pure a credervi assolti, ma siete lo stesso coinvolti”.
Roberto Alicandri
Giuseppe Chitarrini propone una serie di articoli sui censimenti dal 1951 a quello del 2011
Storia della popolazione di Nettuno
Breve storia della popolazione di Nettuno, dal censimento del 1951 a quello del 2011. (1951, 1961, 1971, 81,91, 2001, 2011)
Censimento del 1951
Il censimento nazionale italiano del 1951, fu il primo dalla fine del secondo conflitto mondiale. Dai dati demografici di fonte Istat risulta che la popolazione complessiva risultava essere di 13497 abitanti residenti, di questi 6408 maschi e 7089 femmine. Un incremento di popolazione del +37,5% rispetto il precedente censimento: quello del 1936, quando Nettuno contava 9320 ab, un numero a sua volta maggiore del 43% rispetto quello ancora precedente del 1921. La fascia d’età maggiormente presente nel 1951 era quella compresa fra i 25 e i 30 anni (35-45=1099 unità). A questa fascia d’età che è la più feconda, con maggiori possibilità prolifiche, faceva seguito quella compresa fra i 35 e i 40 anni (35-45= 984 unità residenti). La terza fascia d’età maggiormente presente era quella neonatale ed infantile dai 0 ai 5 aa (941 bambini). Quelli cioè nati nell’immediata fine del conflitto mondiale: un periodo di pacificazione, aspettative e speranze (941 presenze): la generazione del cosiddetto baby boom (la ‘mejo gioventù: i nati fra il 1945-46 e il 1960-65). A questo faceva da riscontro quella che era invece la fascia d’età meno presente: quella nata durante il periodo bellico fra i 6 e i10 aa, pari a 184 unità: una contrazione delle nascite dovuta alla paura, sfiducia e disperazione. 289 erano invece i più anziani: la fascia, allora, dai 65 aa in su, con 289 unità residenti. La presenza di non residenti: persone cioè che abitavano a Nettuno ma ancora non residenti era di 1289, lavoratori stagionali, famiglie di recente trasferimento e immigrazione, militari e altro.
L’attività che possiamo considerare portante per l’economia locale era l’agricoltura: la coltura della vigna, su un territorio non antropizzato come adesso, dove il confine era segnato dal cimitero americano e italiano; le borgate erano eminentemente agricole: Cretarossa, Tre Cancelli, San Giacomo, Cadolino erano costituite da un piccolo agglomerato di case circondate dalla campagna. La coltivazione della vigna e la produzione vinicola si caratterizzava nel centro urbano con cantine, fraschette, magazzini di stoccaggio. Vi era anche una certa presenza di terziario con i negozi di prossimità nel centro, le attività militari (caserma di P.S. e il Centro esperienza) e una piccola essenziale burocrazia. La fabbrica della Colgate Palmolive alla prima metà degli aa 50 (ad Anzio lontana dal centro e che già impiegava una certa quantità di maestranze nettunesi) costituiva l’innesco di quella che sarà negli anni 60-70, la contenuta realtà industriale locale. Vi era inoltre l’attività turistica, caratterizzata dalla villeggiatura, con la permanenza nelle abitazioni costruite lungo la costa fra Anzio e Nettuno, qualche villino in stile liberty sul lungomare e il neonato Villaggio Sirene, mentre già qualche nettunese affittava l’appartamento dove viveva tutto l’anno alle famiglie di villeggianti romani, andando a stare, per uno due mesi (in genere luglio ed agosto), in quelle cantine e quei magazzini adibiti durante l’anno alle attività concernenti la vigna. E’ ovviamente presente l’attività artigianali: un artigianato ancora tradizionale: maniscalchi, fabbri, calzolai. I modelli relazionali, la socialità, gli stili di vita erano di tipo societario, che andava sempre più differenziandosi, ma ancora erano molto presenti e vissute dinamiche sociali, pratiche di vita, modelli ecc di tipo comunitario, che si riproducevano sia fra la popolazione autoctona (parentele, vicinati, comparaggi, legami informali faccia a faccia…), sia (forse soprattutto) fra i ‘nuovi venuti’: coloro che immigravano a Nettuno (un flusso migratorio in vigore lentamente da vari anni credo anche durante il fascismo) dall’entro terra: da Cori, Norma, Sezze, Piglio, Ienne (soprattutto ad Anzio) e i panteschi. Gruppi che tendevano ad abitare vicino, mantenendo i vincoli famigliari, parentela, di amicizia, vincoli di prossimità, perpetuando e mantenendo, a loro volta, il vincolo comunitario e di ‘compaesanità’. Un flusso migratorio e di urbanizzazione incrementato dal personale della Scuola di polizia: sintomo -anche a livello locale- di quel lento processo di spopolamento spontaneo delle campagne iniziato già un secolo prima, rallentato durante le guerre (soprattutto l’ultima), che spingeva la popolazione via dalle campagne, verso i centri, le vie di comunicazione e collegamento verso le grandi aree metropolitane, industriali e le vie di comunicazione (autostrade, porti, ferrovie…).
(i dati sono di fonte Istat e sono estratti dal mio: “Nettuno a memoria. Un’autobiografia fra comunità, società e società complessa”, ediz. Fusibilia 2020, introduz. U. Magnanti)
Giuseppe Chitarrini
Nettuno-riCucire
Il festival promuove l’incontro itra cittadinanza, artisti, attivist? e studiosi, attraverso il dialogo, la memoria e le performance artistiche.
NETTUNO - riCucire
La seconda tappa del Festival è dedicata a chi viaggia per mare e per terra in cerca di un luogo sicuro in cui dare vita alla vita.
da Giovedì 9 Ottobre a Mercoledì 22 Ottobre 2025
Forte Sangallo - Nettuno
Oltre la soglia - Installazione sulla detenzione amministrativa di cittadini/e stranieri/e.
a cura di Sotto il Castello APS
Giovedì 9 Ottobre | Forte Sangallo – Nettuno - ore 18:00
Sulle tracce dei libri - In collaborazione con la Libreria bistrot “Le Promesse” “Gorgo CPR - Tra vite perdute, psicofarmaci e appalti milionari” ed. Altraeconomia con Luca Rondi
Sabato 11 Ottobre | Forte Sangallo – Nettuno - ore 17:00
Tavola Rotonda - “Oltre i confini: migrazioni e libertà di movimento”
Roberta Ferruti (Giornalista freelance), Barbara Antonelli (SOS mediterranee), Rita Coco (Giurista), Francesca Viviani (Antigone - NoCpr Basilicata), Roberto Pergameno (Emergency).
ore 19:00
Spettacolo - “sConcerto Mediterraneo”
Performance di Teatro-Canzone per raccontare le orme dei viaggiatori del mare.
di e con Daniela Di Renzo voce, Roxana Ene voce, Emiliano Begni pianoforte, fisarmonica e voce, Luca Caponi percussioni, Francesco Consaga sax soprano e flauto traverso.
80 anni fa, la Liberazione. E nel tempo presente, chi è l’invasore? Da cosa dobbiamo liberarci? È ancora necessario costruire forme di resistenza?
Sentiamo costantemente il richiamo a forme di esistenza più umane, che riportino la persona al centro, per l’affermazione dei propri diritti e la costruzione di spazi in grado di espandere le coscienze. Siamo nel pieno di una crisi esistenziale collettiva che fa crescere l’urgenza di spazi di condivisione. La Cultura rappresenta la chiave d’accesso più efficace perché costruisce significati, ci aiuta a interpretare la realtà, a comprenderla e a guardarla con spirito critico.
La Cultura è uno strumento di R-Esistenza ed è anche il contenitore da cui prende forma l’arte, è l’espressione più profonda e viscerale creata dall’essere umano, si inabissa nella parte più profonda di noi ponendoci su uno stesso piano, è un linguaggio che unisce tutte e tutti, è la transizione più immediata tra natura e cultura.
Il festival “Sulle tracce della rEsistenza” è un ciclo di eventi culturali itineranti che si svolge tra settembre e dicembre 2025 nei comuni di Albano Laziale, Nettuno, Grottaferrata, Genzano e Velletri, a cura del Consorzio Sistema Castelli Romani, in collaborazione con l’associazione Eppur si Muove e i Comuni coinvolti, nell’ambito del circuito di eventi bibliotecari targato #biblioepiu.