Ormai nella quotidianità dell’immaginario collettivo
Intelligenza Artificiale
Giusella Finocchiaro, “Intelligenza artificiale. Quali regole?”, Il Mulino, Bologna 2024, pp. 125, Euro 12,00.
L’Intelligenza Artificiale (IA)(definizione peraltro onnicomprensiva e generale - cfr, p. 121) è ormai entrata nella quotidianità pratica così come nell’immaginario di tutti. “Dall’industria al commercio, ai mercati azionari, dalla medicina alla robotica, dai mezzi di trasporto ai sistemi dell’informazione e della comunicazione…molteplici sono gli ambiti nei quali i sistemi informatici intelligenti trovano sempre più applicazione” (Introduz. p. 9). Da quasi due secoli la letteratura, la fiction, il cinema, da Frankstein a ‘2001. Odissea nello spazio’, ci narrano, in forme prima rudimentali ed ingenue, poi sempre più evolute e sofisticate, le ‘diverse’intelligenze, ponendoci interrogativi, rinnovando, di volta in volta, le paure, le ansie e le aspettative di questa materia importante e necessaria per l’evoluzione umana, ma sfuggente e ambivalente e che attraversa al contempo i campi delle più sofisticate, ipermoderne tecnologie e del mito (infatti spesso, quando si parla di IA, si usa un linguaggio e una concettualizzazione di tipo mitico – Cfr. pp. 24, 25, 26); al contempo investe la sfera dell’etica e la giurisprudenza, la cultura, l’antropologia e la storia. Un campo così complesso, differenziato e polivalente richiede, tra le molte altre cose, una codificazione, una regolarizzazione normativo-giuridica. Una regolamentazione che sia riconosciuta a livello extranazionale ed extra statuale, che vada ben oltre l’emergenzialità dei singoli casi che via via si presentano, che tenga conto dei diversi, possibili campi di applicazione; una regolamentazione che non sia un altro elenco di regole da applicare più o meno correttamente, ma una rifondazione di paradigmi etico-giuridici, che, tra le altre cose, siano capaci di generare nuovi approcci volti “a favorire la valorizzazione e la condivisione di…immense mole…di dati…I dati sono il nuovo petrolio, ma ancora non sono stati elaborati modelli giuridici adeguati per valorizzarlo, sfruttarlo e generare valore”(p. 87).
Come va regolato, governato e disciplinato l’utilizzo dell’IA riguardo p. es. la sanità? Oppure, se il sistema IA causa dei danni chi è il responsabile di questi danni? Qual è la personalità giuridica dei gestori di un sistema di IA? Come sono utilizzati e protetti i dati di cui si nutre l’IA? Si deve regolamentare l’IA in generale o le sue applicazioni particolari e specifiche, si deve normare per regole o per principi? Quale perimetro d’azione deve avere la regolazione, deve essere nazionale o sovranazionale? In particolare, come si devono tutelare i diritti relativi alla creazione di opere dell’ingegno, creatività e delle opere d’arte (cfr. da p. 93 a 101). Diversi sono gli approcci regolatori, qualcuno è in atto, ma mi sembra, leggendo queste pagine, che manchi ancora un sistema di regole globali, organico e condiviso, data appunto l’alta variabilità, differenziazione e disomogeneità di un fenomeno complesso e non contenibile entro limiti geografici o di una singola cultura giuridico-normativa.
L’intelligenza artificiale è ormai il sostrato delle nostre esistenze umane e lo sarà sempre più nell’immediato e meno immediato futuro in maniera -qualitativamente e quantitativamente- sempre più rilevante e diffusa. Quale potrà essere, allora, il suo impatto economico, sociale, culturale antropologico, e come influenzerà e ‘costruirà’ le ns esperienze culturali, affettive, emotive, artistiche, espressivo-creative? Quel che è certo è che bisognerà dare vita a un sistema normativo intercontinentale se non vogliamo che questo nuovo ‘prodotto umano’ diventi un ennesimo strumento nelle mani dei più forti fonte di nuovi soprusi e sfruttamento.
G. Finocchiaro, autrice di questo volume pone, in maniera puntuale e argomentativa, una serie di interrogativi ai quali non è semplice fornire risposte, anche se lei stessa ne fornisce degli indirizzi dando spazio, poi, a ulteriori riflessioni. Docente di Diritto privato e Diritto di Internet all’Univ. di Bologna, avvocato cassazionista, è anche fondatrice e partner di DigitalMediaLaws boutique legale specializzata in Diritto delle nuove tecnologie. Già presidente dell’UNCITRAL commissione incaricata dal Minist. Di Giustizia, esperta legale presso la Banca Mondiale e presso la UNIDROIT nel Digital Assets Private Laws project e autrice di vari testi e vari studi.
Giuseppe Chitarrini
Manifestazione ben riuscita venerdì 11 aprile anche con il coro vicariale
Via Crucis a Nettuno
Una manifestazione molto ben riuscita si è svolta nella serata di venerdì 11 aprile a Nettuno: la Via Crucis a cui ha partecipato oltre, che la popolazione, Parroci e Sacerdoti di tutte le Chiese, anche il Coro Vicariale, cioè formato dai coristi di ogni Parrocchia. Erano infatti presenti quelli di San Giovanni, San Giacomo, San Pietro in Claver, Santa Barbara, Sant’Anna, Santa Maria Goretti e Nostra Signora delle Grazie. Quindi un coro polifonico che insieme ai Sacerdoti, partendo dal sagrato di San Giovanni, alle ore 19:00, ha attraversato le viuzze e piazzette del bordo di Nettuno, per poi proseguire lungo Viale Matteotti, fino a raggiungere il Santuario. Ogni stazione era contraddistinta da una fiaccola e veniva recitata con l’ausilio di un partecipante al coro, naturalmente insieme al Sacerdote.
Durante il tragitto sono stati intonati i canti rivolti alla Santa Croce, come di rito. Dopo la benedizione impartita al Santuario, ed i ringraziamenti al Coro Vicariale, costituitosi per la prima volta, la bellissima celebrazione si è conclusa con la canzone ‘Desolata’, ricordando lo strazio della Vergine alla vista del Figlio Gesù, prima di morire sulla Croce, nel luogo chiamato Golgota, a Gerusalemme.
Rita Cerasani
La vita e l’arte di Chris Cappell
“Comunicare speranza: la vita e l’arte di Chris Cappell” è il tema di un incontro con i giovani che si è tenuto all’Università Europea di Roma, nell’ambito del Laboratorio di comunicazione “Non sei un nemico!”, attività del Centro di Formazione Integrale che incoraggia una cultura di dialogo, di accoglienza e di ascolto degli altri.
Chris Cappell è il nome d’arte di Christian Cappelluti, cantautore di grande talento scomparso nel 1998 a soli 22 anni. La sua storia e i suoi ideali hanno ispirato la vita di tanti ragazzi nel mondo.
Ne hanno parlato, all’Università Europea di Roma, Jacopo Cherzad, Responsabile della Fondazione Christian Cappelluti ETS, e il giornalista Carlo Climati, Direttore del Laboratorio di comunicazione.
Jacopo Cherzad ha mostrato i tanti frutti nati dalla memoria di Christian, come i progetti della Fondazione che porta il suo nome e che è diventata un’occasione di speranza e solidarietà.
“Le tante attività che la Fondazione porta avanti, ispirandosi al pensiero di Christian, si concentrano principalmente sull’educazione e sui bisogni dei più giovani”, ha spiegato Jacopo Cherzad. “I progetti sono diffusi su quattro continenti: dalla costruzione del Chris Cappell College di Anzio a quello gemello di Paravur in India, dalle borse di studio alla Wake Forest University nel North Carolina ai tanti interventi umanitari in Africa. Negli anni, migliaia di giovani e giovanissimi hanno beneficiato dell’attività della Fondazione e hanno conosciuto la storia di Christian, sentendolo come un amico”.
Carlo Climati ha illustrato l’arte poetica di Chris Cappell e i messaggi di speranza dei suoi testi, ascoltando alcune canzoni insieme ai ragazzi presenti all’incontro.
“Nel suo Messaggio per la 51ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, Papa Francesco ha invitato a comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo. Nell’anno del Giubileo, che ha come tema la speranza, la vita di Chris Cappell rappresenta un bellissimo esempio per tutti noi”, ha concluso Carlo Climati. “L’incontro all’Università Europea di Roma è una bella opportunità per riflettere sui grandi ideali che la vita di un giovane può ispirare per sempre. Il meraviglioso dono di Christian è quello di offrirci uno sguardo verso l’infinito e una visione di speranza nel domani”.
Carlo Climati
Padroni incivili
Alcuni cittadini di Anzio hanno espresso il loro disappunto riguardo alla presenza di escrementi canini nel tratto che va da Anzio Colonia (Ardeatina) fino al Faro. Le immagini scattate durante una passeggiata mattutina parlano chiaro: la situazione è inaccettabile. Gli autori del post, pur non nutrendo pregiudizi nei confronti dei cani, puntano il dito contro i padroni incivili, sottolineando come sia ingiusto che una madre con passeggino o un disabile in carrozzina debbano affrontare tali disagi. I cittadini hanno riconosciuto che cambiare il “patrimonio genetico” di questi proprietari irresponsabili è praticamente impossibile, suggerendo però che l’adozione di sanzioni pecuniarie elevate potrebbe rappresentare una soluzione efficace. Di fronte a una situazione che descrivono come una vera e propria “enciclopedia della cacca”, chiedono maggiore responsabilità da parte dei padroni di cani.
In un contesto in cui sembra che non ci siano cani randagi, la presenza di escrementi di varie forme e colori lungo il percorso evidenzia un problema di civiltà e rispetto per gli spazi pubblici, richiedendo interventi urgenti da parte delle autorità competenti.