Ricerca sul mare di Anzio da parte di Chiara Certomà
Progetto Co>Sea
Continua l’attività della Prof. Certomà sul mare di Anzio. Un’attività preziosa per conoscere e governare il nostro mare con le sue fragilità ed i suoi crescenti problemi. Questa volta il progetto si chiama Co>SEAe ce ne da informazione il Dr. Luca Bertocci che collabora con la Prof Certomà in questo progetto. “Che cosa è e di che si occupa CO>SEA?
CO>SEA è un team di ricerca attivo presso la Sapienza Università di Roma – Dipartimento MEMOTEF in collaborazione con l’agenzia indipendente di produzione visuali Raw-News, che promuove studi interdisciplinari, intersettoriali e internazionali nel campo della Geografia Sociale Marina e della Ricerca Visiva.
L’obiettivo è indagare le trasformazioni socio-ecologiche che interessano l’Oceano globale e si riflettono nei mari locali, e le connessioni tra la società umana e non umana e l’Oceano, fondandosi sugli studi di Marine Social Science e Critical Ocean Studies. Il team adotta metodologie di ricerca-azione partecipativa, citizen science e documentazione visiva, inquadrando il mare sia come spazio concettuale sia come spazio fisico per ripensare il nostro ruolo all’interno di sistemi ecologici complessi e in evoluzione.
La creazione del team di ricerca è stata possibile grazie Il Premio della Commissione Europea per la Citizen Science 2024 per il progetto europeo SeaPaCS ha sostenuto la creazione del team CO>SEA, che mira a generazione conoscenze trasformative a livello locale nella governance dell’Oceano.
L’attività di osservazione, di ricerca e di sperimentazione prosegue nel mare di Anzio”.
Il team di ricerca CO>SEA del Dipartimento MEMOTEF della Sapienza Università di Roma con l’agenzia indipendente di produzione visuali Raw-News, il supporto della Lega Navale Italiana – sezione Anzio, la collaborazione del Dipartimento di Biotecnologie, Chimica e Farmacia dell’Università di Siena, e il patrocinio del Comune di Anzio, ha condotto la prima esplorazione per mappare e documentare lo stato del mare di Anzio.
La mappatura sociale, corredata da documentazione visuale, ha visto il team CO>SEA, in collaborazione con Legambiente Anzio-Nettuno Circolo “Le Rondini”, impegnato in una spedizione in mare del Golfo e attività di campionamento e monitoraggio su costa, volte a documentare lo stato del mare costiero e della linea di costa, identificando criticità di natura ecologica, ambientale e sociale.
Obiettivo della ricerca è realizzare una ricognizione partecipativa delle questioni critiche del territorio marino e costiero di Anzio segnalate dai cittadini e dalle ricerche scientifiche e istituzionali (quali quelle prodotte da ARPA, ISPRA, Goletta Verde e dal progetto SeaPaCS), portando all’attenzione pubblica le principali emergenze che richiedono interventi solleciti.
La metodologia adottata, basata su una combinazione di ricerca azione partecipativa e visual reporting, mira a sperimentare su Anzio e definire un metodo di ricerca per analizzare e affrontare le problematiche socio-ambientali legate all’oceano globale che si riversano nei mari locali.
Il lavoro di mappatura è stato possibile grazie alla partecipazione volontaria dei cittadini intervistati– rappresentanti delle istituzioni, della società civile, lavoratori e frequentatori del mare – e i cui risultati saranno resi disponibili nell’estate 2025.
Finora sono state condotte quattordici interviste approfondite a gate-keeper e gli stakeholder che hanno accettato di partecipare, registrate o video-registrate, e ora sottoposte al processo di analisi semantica, geolocalizzazione e content mapping. I cittadini intervistati sono stati invitati a evidenziare le principali problematiche che affliggono il mare nel Golfo di Anzio.
Le domande hanno riguardato l’impatto, a livello locale, delle criticità che interessano la salute degli oceani a livello globale, nonché le azioni intraprese, come le pratiche di salvaguardia e cura attuatedagli abitanti.
Le interviste hanno permesso di raccogliere informazioni cruciali, grazie a transectwalk e osservazioni di campo con i partecipanti, su cui è attualmente in corso l’elaborazione transdisciplinare dei risultati in parallelo, è stato avviato un processo di campionamento delle acque marine nelle vicinanze degli scarichi dei depuratori e dei punti di immissione in mare.
I risultati delle analisi bio-chimiche contribuiranno alla definizione delle criticità dell’area e saranno esposti nel report di ricerca in elaborazione”.
Continueremo a dare conto dell’attività scientifica che riguarda il nostro mare man mano che riceveremo ulteriori informazioni in merito.
Sergio Franchi
UPA incontra il il vice-sindaco per i problemi dell’inquinamento elettromagnetico
Il Governo esautora i Sindaci
Come noto ormai a molti cittadini di Anzio, Uniti Per l’Ambiente è un coordinamento di gruppi associati che si occupa dell’Ambiente nella sua accezione più amplia. Alle problematiche relative ai rifiuti, alle più classiche modalità di inquinamento ed alla difesa del verde, dell’atmosfera e del mare, Uniti Per l’Ambiente si occupa ormai da tempo di una forma subdola di degrado ambientale: quello che riguarda la produzione incontrollata delle onde elettromagnetiche. Se ne è parlato e se ne parla in occasione dell’introduzione della quinta generazione di telefonia cellulare, perché del tutto rivoluzionaria rispetto alle precedenti tipologie, in quanto produce effetti molto più invasivi ed in modo molto più diffuso. Giova una precisazione: Uniti Per l’Ambiente non è affatto contrario, per principio, all’evoluzione tecnologica, in quanto l’unica ideologia che segue ed applica è quella che riguarda la difesa della salute delle persone, degli animali e delle piante e quindi si schiera solo contro la tecnologia mal gestita che fa male. Nel mondo moderno siamo in continuazione immersi in campi elettromagnetici ma, come esistono animali mansueti ed animali feroci, esistono campi elettromagnetici innocui e campi che danneggiano le persone e gli animali. Il fatto che i campi elettromagnetici non siano percepibili a livello sensoriale, se non quando producono forte calore, ne rende gli effetti sottovalutati, mentre è dimostrato da mille studi che essi possono essere letali. Durante la passata consiliatura Uniti Per l’Ambiente Settore EM aveva instaurato un tavolo di lavoro per seguire l’evoluzione delle fonti di produzione dei campi EM. L’intento non è quello di ostacolare, ciò che non è ostacolabile e cioè il progresso, ma quello di collaborare a ridurne gli effetti negativi per gli abitanti. Spesso si costituisce un comitato per impedire la realizzazione di un ponte ripetitore, o per strumentalizzarne gli aspetti politici ma non è di questo che il giorno 8 aprile alle ore 12 Elisa Mazzoleni e Maurizio Bartolomei, in rappresentanza di Uniti Per l’Ambiente, hanno incontrato, nel suo ufficio a Villa Sarsina, l’Avv. Pietro Dionisio, vicesindaco di Anzio ed Assessore alla Pianificazione e Gestione del Territorio, non per discutere di un palo o di un ripetitore ma per stabilire un rapporto di collaborazione destinato a migliorare la valutazione relativa alla ubicazione delle fonti di inquinamento EM. Considerando la recente attività di alcuni cittadini che si oppongono alla programmata realizzazione di un palo portacellule di telefonia mobile in prossimità del Parcobaleno a Lavinio ma, quello che potrebbe essere più dannoso, in prossimità di una scuola elementare, è stata ribadita al Vice Sindaco la necessità di intervenire a livello di pianificazione di questa e di tutte le fonti di inquinamento EM. Come noto e come correttamente sottolineato nel corso dell’incontro il Governo ha enfatizzato in modo incauto la realizzazione della rete 5G con il DL n 60 del 7 maggio del 2024, abbassando la soglia di protezione per i cittadini con l’elevazione da 6 a 15 V/m il limite di esposizione e, ancor più, con l’emendamento del 18 giugno del 2024, che rafforza il provvedimento analogo già in vigore con la legge 36/2001, con cui di fatto il Governo Centrale esautora i Sindaci ed autorizza la realizzazione di impianti 5G anche in deroga ai regolamenti comunali; con un limite di validità al 31 dicembre 2026 (data in cui il piano 5g dovrebbe essere stato completato). A parte il fatto che lo spirito e l’applicabilità di questo decreto andrebbero verificati in termini legali, sia nel merito sia per quanto attiene all’estensione territoriale, resta la considerazione che nessuna norma toglie al Sindaco il ruolo di massima Autorità posta a tutela della sanità locale. E’ pur vero che i vari ricorsi hanno visto i Sindaci soccombere ma resta integro il diritto del cittadino danneggiato da campi elettromagnetici di richiedere il risarcimento del danno a chi, pur essendo responsabile, non abbia impedito che il danno avvenisse ed il danno EM non è poi così difficile da dimostrare scientificamente. Restano altri strumenti minori con cui è possibile intervenire incluso quello della “moral suasion” e del controllo delle emissioni ed è su questo piano che è stata considerata la possibilità di collaborare tra Uniti Per l’Ambiente ed Il Comune di Anzio a cui va ricordato, però, che esistono circa 500 Sindaci in Italia che si oppongono comunque alla divulgazione del sistema 5G per il fatto che non esistono studi che ne escludano tassativamente la pericolosità. Uniti Per l’Ambiente continuerà, con gli strumenti limitati di cui dispone, a rispondere ai cittadini con misurazione dei campi EM emessi da fonti 5G e non, con la precisazione che tali misurazioni potranno solo servire a segnalare eventuali limiti pericolosi, ma non potranno essere considerate probanti in quanto non effettuate dall’ente autorizzato che è l’ARPA. E’ certo che si è aperta una proficua collaborazione e di questo si da atto della disponibilità dell’Assessore e della sua apertura al dialogo costruttivo con i cittadini ed alla collaborazione che verrà estesa nel tempo ed in considerazione dell’evolversi degli eventi tecnici e legislativi. Sergio Franchi