Con SHAPE una proposta tutt’altro che peregrina
Difesa comune in Europa
Dopo la fine della guerra fredda ed il crollo del muro di Berlino l’Alleanza Atlantica ha gradualmente ripensato la propria struttura nel tentativo di ridurne i costi e di giustificare interventi fuori dagli schemi storici del Trattato; esempio più significativo è l’intervento in Afganistan, con cui la NATO prese il controllo della Missione ONU, ISAF.
L’organizzazione della NATO resta molto estesa e complessa nelle sue due principali articolazioni e cioè quella politica e quella militare. Con il disimpegno reiteratamente annunciato dal Presidente degli Stati Uniti, che hanno esercitato finora il ruolo di leadership dell’Alleanza, l’Europa ha la necessità urgente di potenziare la propria struttura militare per riequilibrare il proprio peso dissuasivo integrando quanto gli Stati Uniti sottrarranno alla difesa comune che, ricordiamolo, negli ultimi decenni, hanno alimentato in modo preponderante.
Quando gioca la Nazionale di calcio l’Italia è composta da un popolo di Commissari Tecnici così come in tempo di guerra minacciata tutti i nostri politici diventano strateghi. Si sente parlare di ipotesi stravaganti e di scenari inverosimili e si sente anche parlare di grande difficoltà ad organizzare la struttura militare di comando e controllo europea che possa, in tempi brevi, permettere un assetto operativo affidabile per rispondere ad un periodo di seconda guerra fredda. Prescindendo dall’organizzazione politica e decisionale, che dovrebbe essere espressa dagli stati membri dell’Europa come emanazione della Commissione Europea e del Consiglio, un’organizzazione ed una struttura militare già esistono e sono ben collaudate da decenni di postura articolata sia in termini di pianificazione e operativi che logistici.
Attualmente la struttura di vertice militare della NATO è costituita dal Comitato Militare (NMC), che ha sede a Bruxellese che è il Centro decisionale, composto dai rappresentanti di tutti gli Stati membri ed è responsabile delle scelte strategiche e della pianificazione; dallo Stato Maggiore Militare Internazionale (IMS): responsabile dell'amministrazione degli enti militari, da cui dipendono il Comando Alleato della Trasformazione (ACT), Norfolk (USA): responsabile di addestramento, pianificazione, dottrina ed il Comando Alleato delle Operazioni (ACO) con sede a Mons (Belgio): responsabile delle attività di comando sulle forze NATO impiegate in operazioni, nonché del comando sugli enti territoriali dislocati in Europa. A Livello operativo quindi la NATO dispone di un Comando Militare in Europa che è quello ubicato a Casteau, in prossimità di Mons in Belgio ed è appunto l’ACO (Allied Command Operations) che, dopo la riorganizzazione del 2004, mantiene il nome di S.H.A.P.E (Supreme Headquarters Allied Powers Europe) per ragioni legali ed ingloba anche le responsabilità di SACLANT (Supreme Allied Command Atlantic) il vecchio Comando del Nord Atlantico con sede a Norfolk in Virginia. Dall’ACO dipendono comandi operativi e strutture addestrative dislocate in tutto il territorio europeo.
La NATO ha operato ed è attiva anche in operazioni di Peace keeping in modo integrato, cioè con contingenti provenienti da varie nazioni e con strutture di comando decise di volta in volta in base all’entità della partecipazione. Esistono molte modalità operative che hanno permesso l’integrazione degli strumenti militari e decine di anni di integrazione operativa sul campo ed in addestramento. Attualmente la NATO sta operando e dando risposte operative che coinvolgono contingenti di vari stati e lo fa attraverso comandi integrati ed interforze.
L’Europa non deve inventare ciò che esiste. Gli Stati Uniti non usciranno dalla NATO ma si ritaglieranno un ruolo meno incisivo ma anche meno strumentalizzante. Alcuni comandi fondamentali dovranno passare a militari europei a partire da quello di SACEUR (Comandante in Capo delle forze Nato in Europa) che potrà essere ricoperto in forma alternata da rappresentanti militari europei. Il peso della presenza militare degli Stati Uniti resterà significativo in base al livello di partecipazione che il Governo americano continuerà a mantenere sul teatro europeo. Si ridurrà tale peso e magari si potrà anche ristabilire qualche valore negletto e se due piloti di F16 decollati da Aviano faranno le piroette in volo e tranceranno il cavo di una funivia provocando 20 morti (Cermis 4 marzo 1999) non verranno dichiarati non colpevoli ma andranno nelle prigioni italiane.
Se l’Europa riuscirà a trovare menti illuminate e politici coraggiosi, non c’è bisogno di formare un esercito comune Europeo, idea malsana di chi non sa di che cosa stia parlando, ma l’integrazione organizzativa, operativa e logistica non hanno bisogno di strumenti nuovi, basta che vi sia la capacità e la volontà di adattare quelli esistenti. I militari europei, che lavorano insieme da oltre settanta anni, sapranno e dovranno farlo a fianco degli Stati Uniti, ma senza essere a loro subordinati e, visto che globalmente l’UE spende somme ingenti per la difesa, la cosa non dovrà essere difficile.
Sergio Franchi
Una delegazione di universitari accolta dal sindaco di Anzio Aurelio Lo Fazio
Studenti uzbeki e ucraini
Una delegazione di studenti universitari provenienti dall’Uzbekistan e dall’Ucraina accompagnati dagli insegnanti e dal difensore civico della Regione Lazio Marino Fardelli, questa mattina è stata accolta dal sindaco Aurelio Lo Fazio e dall’assessore al turismo, sport e politiche giovanili, Valentina Corrado.
L’incontro, che rientra tra le iniziative finalizzate a favorire lo scambio culturale e la conoscenza della città come luogo di memoria e di crescita civile, ha rappresentato per i ragazzi un’occasione di dialogo sui temi della giustizia sociale, della democrazia partecipativa e della tutela dei diritti fondamentali nell’ambito del progetto formativo di educazione civica che l’università di appartenenza sta portando avanti.
Nell’accogliere gli studenti, che hanno visitato i luoghi della memoria, il Museo civico archeologico ed il Museo dello sbarco, il sindaco ha ricordato che “Anzio è città della pace come abbiamo avuto modo di ricordare durante le celebrazioni per l’81° anniversario dello sbarco, una città che porta con sé una storia di sacrificio e rinascita. Ben vengano iniziative come questa, il confronto con realtà internazionali rafforza il nostro impegno per il dialogo e la pace”.
L’assessore Corrado ha poi aggiunto che la città di Anzio “è felice di accogliere i giovani, che rappresentano un arricchimento per la nostra comunità. Incontri come quello di oggi favoriscono lo scambio effettivo di conoscenze e idee che sono alla base della partecipazione attiva dei ragazzi alla vita sociale e politica, dell’inclusione sociale e della conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale, archeologico ed ambientale”.
“Il dialogo con i giovani è essenziale per costruire un futuro più giusto e consapevole – ha concluso il difensore civico regionale Fardelli -. Il loro entusiasmo e il loro interesse per i diritti e la democrazia dimostrano che le nuove generazioni possono essere protagoniste di un cambiamento positivo”.
Comune di Anzio
Benedizione delle Palme
Un’atmosfera di intensa spiritualità e devozione ha avvolto questa mattina la Chiesa di San Pio e Sant’Antonio ad Anzio, dove la comunità si è riunita per celebrare la Domenica delle Palme, solenne apertura della Settimana Santa. Un rito millenario che rievoca l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, acclamato dalla folla festante che sventolava rami di palma.
Fin dalle prime ore del mattino, fedeli di ogni età si sono riversati nel piazzale antistante la chiesa, stringendo tra le mani ramoscelli d’ulivo, simbolo di pace e di speranza, pronti per la tradizionale benedizione.
Tra la folla raccolta e silenziosa, si notava la presenza del noto fotografo Francesco Di Ruocco, accompagnato dall’amico Massimo Boccanera, e Emanuela Tettoia testimoni con la loro partecipazione di questo importante momento di fede per la comunità anziate.
La benedizione: un gesto di fede e di speranza
Il momento culminante della celebrazione è stata la solenne benedizione dei rami d’ulivo. Il sacerdote, con parole toccanti, ha ricordato il significato profondo di questo gesto: i rami benedetti diventano un segno tangibile della fede e della speranza nella redenzione portata da Cristo. Portati nelle case, essi simboleggiano la protezione divina e la partecipazione alla passione, morte e risurrezione di Gesù.
Un preludio intenso alla Settimana Santa.
La Domenica delle Palme segna l’inizio della Settimana Santa, i giorni più importanti e intensi dell’anno liturgico cristiano. La celebrazione odierna ad Anzio è stata un preludio commovente e partecipato, un momento di unità e di riflessione per la comunità, che si prepara a rivivere i misteri della Passione, della Morte e della Resurrezione di Cristo.
Le immagini catturate da Francesco Di Ruocco saranno certamente una preziosa testimonianza di questa sentita celebrazione, un modo per rivivere e condividere la profonda spiritualità di una mattinata che ha unito la comunità di Anzio nella fede e nella tradizione.
Elvio Vulcano testo
foto di Francesco Di Ruocco