L’habitat urbano del Comune di Anzio resta piuttosto carente, costruzioni sequestrate come quella di proprietà della banda della Magliana in via del tridente, fabbricati abbandonati, zone lasciate incustodite, come l’ex città dell’artigianato, aree urbanizzate come lo Zodiaco, il Caracol o il quartiere Europa, costituiscono elementi di degrado che richiedono interventi sistematici la cui carenza non permette ad Anzio di sostenere un paragone con altre zone del territorio costiero del Lazio. La mancanza di parchi attrezzati per bambini, di zone dedicate alle attività motorie degli animali domestici; l’aggressione ambientale, come il progetto approvato sulla spiaggia di Lavinio dopo la demolizione del fabbricato incompiuto di proprietà Luci, sono tutti elementi che non concorrono alla visione di una cittadina di mare elegante ed ospitale per un turismo che vada molto oltre a quello stanziale delle seconde case. Zone come la Sacida sono del tutto carenti ed hanno un forte bisogno di interventi anche di tipo urbanistico e regolatorio. Interventi di tipo strutturale e significativo come quelli che potranno avvenire per il “grande parco di Tor Caldara”, con l’inclusione della quota Vignarola ed il controllo attento di quanto verrà realizzato nella parte privata della tenuta Puccini, per l’impiego delle aree cedute dall’amministrazione militare, per il risanamento socio-urbanistico delle zone fortemente degradate, per la risoluzione del problema porto, per il restauro e l’impiego del Paradiso sul mare, costituiscono motivi di sfida per la nuova Amministrazione Comunale di Anzio ed anche il metro per misurarne la capacità e l’efficacia. L’arredo urbano di Anzio è andato degradando negli anni, i proprietari di unità immobiliari non vengono coinvolti in modo adeguato nella cura della loro proprietà sul piano urbanistico, non esiste un adeguato controllo da parte della Polizia Locale nell’attuazione della normativa che regola la materia. Naturalmente le carenze del servizio di raccolta dei rifiuti peggiora in modo drammatico la situazione. Anzio ha bisogno di una nuova visione della sua realtà, che vada oltre la banale gestione della normalità che, qualche volta, rasenta il ridicolo. Anzio non ha bisogno di cittadinanze onorarie a comici e cantanti; ha bisogno di manager adatti a gestire il cambiamento come ha anche bisogno di adeguate risorse per fare quel salto di qualità che la sua storia merita. Una realtà di Anzio è anche la presenza di un consorzio, quello di Lavinio, il cui ruolo è messo in discussione da anni da gruppi di consorziati. La prolungata azione della contestazione ha portato alla decisione, da parte della Commissione Straordinaria, di affidare l’incarico ai responsabili degli uffici di redigere una relazione documentata per definire, sul piano legale e catastale, chi è il proprietario delle strade dell’area consortile.
Fatto tutt’altro che irrilevante considerando che la manutenzione delle strade consortili costituisce l’attività preponderante dell’ente. Non si è a conoscenza dello stato di avanzamento di tale incarico le cui conclusioni dovranno essere recepite con una certa sollecitudine e rese note ai cittadini. Dalle stesse potrebbero derivare azioni conseguenti nei confronti del Consorzio. Questa sintetica e non esaustiva disamina di alcune problematiche ambientali del Comune di Anzio, vista in relazione alle attività di Uniti Per l’Ambiente, vuole solo essere un apporto di pensiero, per chi è chiamato a governare la nostra città ed un intento di confronto costruttivo, ove ritenuto utile ed opportuno, che resta un elemento spesso indispensabile per la realizzazione di progetti, idee e servizi necessari per la crescita della nostra Comunità.
Dr. Sergio Franchi
Gli studenti del Chris Cappell al penitenziario di Velletri
Voci dal carcere
Giovedì 5 dicembre, gli studenti Terenzio Alessandro, Fontana Asia e Giugliano Angela - rispettivamente in rappresentanza del Liceo Classico, di quello Musicale e dello Scienze umane del Liceo Chris Cappell College - hanno partecipato alla conferenza in occasione della presentazione del giornale Voci di ballatoio a cura dei detenuti della Casa Circondariale di Velletri.
I ragazzi, accompagnati dalle docenti Biacioni e Leonardo, hanno avuto la possibilità di conoscere i magistrati del Tribunale di Sorveglianza della Procura di Roma oltre alle istituzioni presenti per l’occasione e alcune persone che fanno parte della redazione del nuovo giornale.
Durante la conferenza molti sono stati gli interventi dei professionisti che operano all’interno dell’Istituto penitenziario che hanno, ognuno per la propria sfera di competenza, offerto una chiara e dettagliata presentazione del lavoro svolto in tale contesto.
Le testimonianze offerte dai partecipanti alla redazione e le risposte fornite a studenti e docenti, non hanno lasciato indifferenti gli studenti che al termine si sono detti entusiasti di aver presenziato all’ evento.
Al termine della conferenza sono state consegnate alcune copie dei numeri 0 e 1 del giornale.
Occasioni come queste sono importanti per aprire al territorio una realtà tanto complessa come quella della detenzione.
Si ringrazia per l’opportunità, la dirigente dei servizi pedagogici educativi della casa circondariale di Velletri, dott.ssa Falcone Sabrina.
I vice ispettori giurano
Presso l’Istituto per Ispettori di Nettuno, si è svolta il 20 dicembre, la cerimonia di giuramento dei neo Vice Ispettori del 17° corso, i quali hanno promesso fedeltà alla Repubblica Italiana. Questi nuovi ispettori saranno presto assegnati a diversi uffici e reparti in tutta Italia, pronti a mettere in pratica le competenze acquisite durante il loro percorso formativo e a unirsi alla grande famiglia della Polizia di Stato. Il Sindaco di Nettuno, Nicola Burrini, ha condiviso la sua emozione durante l’evento, evidenziando l’importanza del lavoro delle forze dell’ordine. “A distanza di una settimana sono tornato alla Scuola di polizia di Nettuno per il Giuramento degli Allievi Ispettori, che porteranno la loro professionalità nelle città di tutta Italia,” ha dichiarato. Ha sottolineato l’impegno di questi giovani nel servizio al bene comune, anche alla luce dei rischi legati a una professione tanto soddisfacente quanto pericolosa. Burrini ha anche espresso la sua gratitudine nei confronti del direttore Lorena De Felice per avergli dato l’opportunità di consegnare una medaglia d’argento a uno degli allievi che si è distinto per merito. Ha ricordato l’Istituto di formazione della Polizia come un’eccellenza del territorio di Nettuno, rinomata a livello nazionale e internazionale per la qualità della preparazione offerta a coloro che proteggono la parte migliore della società.
Infine, il Sindaco ha assicurato che il Comune di Nettuno rimarrà sempre a disposizione dell’istituzione, promuovendo una collaborazione attiva per eventi e iniziative future.
L’ultima dell’Europa che fa schifo anche agli europeisti
Polizia razzista
Lo Afferma la European Commission Against Racism and Intolerance (ECRI), una commissione di burocrati strapagati di Strasburgo di cui non si conosceva molto e di cui non credo si sentisse la mancanza. Secondo i commissari europei la polizia italiana eseguirebbe delle attività mirate per colpire in particolare Rom ed immigrati; una “profilazione razziale”, una selezione mirata destinata a colpire non coloro che commettono crimini ma coloro che hanno la sfortuna di essere Rom ed immigrati. A parte il fatto che non troverei per niente illogico che Rom ed immigrati, con particolare riferimento a quelli clandestini, fossero considerati come soggetti a rischio perché il loro tasso criminogeno è oltre 4 volte superiore a quello dei cittadini italiani, ma non è chiara quale sia la metodologia della profilazione che è un metodo che tende a selezionare categorie in base a comportamenti, usi o costumi. Forse una pattuglia di polizia che assiste ad un furto con scasso fa il controllo preventivo per verificare se si stratta di categorie “profilate”? oppure la Sala Operativa dei Carabinieri all’arrivo di una chiamata di crimine in atto domanda a chi chiama se il criminale è Rom oppure immigrato prima di decidere se inviare una pattuglia? Qualche “fiancheggiatore” di casa nostra ha dichiarato che i due giovani sulla moto a Milano, con la morte di uno di loro, erano stati inseguiti perché “profilati”: Non so se la fantasia sia superiore alla stupidità nel considerare inseguiti per ragioni razziali due giovani in piena notte, coperti da casco, che su una grossa moto, che forzano un posto di blocco, commettendo quindi un reato che, in flagranza, comporta l’arresto. Questo è il paese in cui proprio quelle due categorie di cittadini godono di ripetuti rilasci in libertà anche dopo aver commesso reati, complice anche una legislazione incapace di fermarli in detenzione. E’ una canzone nota “trovati a rubare, sono stati fermati ed il giorno dopo sono stati posti in libertà liberi per tornare a rubare” e di questo le donne Rom in particolare riempono i racconti della cronaca del giorno. E “un immigrato che non avrebbe dovuto essere in Italia”, questo è lo slogan più drammatico che accompagna atti violenti ogni giorno: stupri, violenze e omicidi. Tutti profilati e liberi di commettere crimini. Ma, nello specifico, la dichiarazione avviene in occasione della reazione di un agente della Polfer che, alla stazione di Verona, ha ucciso il giovane immigrato Diarra Moussa di 26 anni, che si era visto rifiutare la richiesta del riconoscimento di rifugiato e alloggiava con gli attivisti di Paratodos in un fabbricato occupato illegalmente. Ma l’Agente non gli ha sparato per questo motivo ma perché, al culmine di un comportamento aggressivo che durava da circa due ore, con precedenti aggressioni e danneggiamenti il giovane tentava di colpire l’agente con un coltello.
Legittima difesa? Eccesso? Lo determinerà il Giudice perché intanto l’agente è indagato ed ora deve fare un prestito per pagarsi un legale per difendersi. Le spese per gli avvocati che difendono gli immigrati clandestini vengono sostenutedal Ministero della Giustizia con le tasse pagate dagli italiani, questo in un Paese in cui gli immigrati ed i Rom sono discriminati. Naturalmente è saltato dalla poltrona anche il Presidente della Repubblica che, come gli altri cittadini vede giornalmente in TV gli agenti (“profilatori”) come vengono trattati dai dimostranti, tra cui tanti immigrati, i cittadini che offendono gli agenti in servizio, agli sputi su persone in divisa che lavorano per la democrazia di questo Paese. Tutto un mondo si è mobilitato per trasformare in martire un povero disgraziato che stava ripetutamente commettendo crimini e che è stato mandato all’altro mondo perché stava cercando di colpire un agente di polizia in servizio. Dimostrazioni, mobilitazione dei centri sociale e della sinistra radicale non per esprimere pietà ma per manifestare sdegno contro un tutore della legge che in qualche altra nazione sarebbe stato oggetto di encomio.
Sergio Franchi