Incontro partecipato di Alternativa per Anzio
Racconti di speranza
Quello di venerdì 5 dicembre è stato un incontro partecipato e ricco di spunti. Dai racconti del Consigliere Regionale Marotta agli interventi della Rete degli Studenti Medi, del Coordinamento Solidarietà con la Palestina e della Rete No Bavaglio emerge una comunità che non si arrende ad una delle grandi ingiustizie del nostro tempo, il genocidio del popolo palestinese.
Il popolo Palestinese, rappresentato nell’occasione da Odeh Amarneh, vice segretario di Al Fatah in Italia, ha bisogno di solidarietà per affrontare le difficoltà di oggi, ma anche del riconoscimento come Stato per vivere serenamente il domani.
La richiesta al Governo italiano di riconoscere lo Stato di Palestina da parte del Comune di Anzio ed ogni iniziativa per tenere viva la causa palestinese sono segnali importanti per tenere unite le nostre comunità: possiamo essere protagonisti anche nei nostri territori e come APA siamo pronti ad accogliere chi vuole condividere questo percorso con noi.
Alternativa per Anzio
I cittadini pagano in base al presunto e non alla realtà dei rifiuti che producono
TARI una tassa iniqua
Tra le tasse ed i tributi che assillano le notti degli italiani la TARI è certamente la più iniqua specialmente nelle modalità con cui essa è calcolata in molti comuni fra cui quello di Anzio e di conseguenza per le somme che vengono richieste agli utenti. Come noto la TARI è la tassa che si paga all’amministrazione comunale per finanziare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e sostituisce le precedenti TARSU, TIA e TARES. Viene determinata dal comune in cui è ubicato l’immobile e deve essere versata dal proprietario o da altra persona o ente che “conduce” l’immobile stesso. In genere i Comuni determinano ogni anno l’entità della tassa ma è proprio qui dove l’iniquità della TARI si manifesta. La Tassa, specialmente quella che serve per coprire servizi gestiti attraverso contratti con ditte private, dovrebbe essere calcolata in base alla quantità di servizio di cui il contribuente effettivamente beneficia. Non è così in Anzio ed in molti altri comuni la determinazione delle quote da pagare da versare da parte di ciascun utente viene determinata del tutto empiricamente. Nel caso di utenze domestiche la TARI viene calcolata applicando parametri relativi alla superficie dell’immobile ed al numero di persone che vi risiedono fiscalmente. La tassa non tiene minimamente conto della quantità di servizio utilizzato dall’utente. Se poi si considerano le tantissime utenze relative a seconde case l’iniquità diventa ancora più vistosa perché la tassa non viene determinata su quanti rifiuti sono stati prodotti ma sulla “produzione potenziale” che è come dimenticare i fatti per basarsi sulle intenzioni. Sono molto comuni i casi, in località come Anzio, in cui un proprietario di una seconda casa non solo viene considerato ricco e quindi deve pagare esosissime quote di IMU, ma deve anche versare la tassa sui rifiuti che presumibilmente potrebbe produrre. Quando a questo si aggiunge il fatto di un contratto poco capace di gestire escursioni demografiche come quelle di Anzio, allora ci si trova a pagare per intero un servizio di cui di cui si usufruisce in modo minimale e quelle poche volte che lo si utilizza non da risposte efficaci. Perché non si utilizza il metodo equo e cioè quello che gli inglesi chiamano “pay as you throw” e che in molti comuni viene applicato. Paga per quello che getti e cioè paga per un equo servizio. Tariffa puntuale, così si chiama da noi e non è qualcosa di eccezionale, tanto è vero che nel contratto in corso con la Società AET, la ditta si rende disponibile all’applicazione della tariffa puntuale in base alle istruzioni che verranno fornite dalla stazione appaltante. Se si applicasse questo metodo la tassa diventerebbe equa perché si pagherebbe per i rifiuti che effettivamente vengono consegnati alla ditta per l’allontanamento e lo smaltimento. Quanta educazione ambientale potrebbe introdurre l’adozione delle tariffa puntuale e quanta equità! Non sono molto aggiornato ma fino ad un anno fa a pagare la TARI era poco più del 50% degli utenti di Anzio, quanto incentivante sarebbe per gli utenti riluttanti sapere che pagano solo per i rifiuti che essi stessi hanno prodotti? Ma per fare progressi in questo campo ci vorrebbero due capacità combinate: quella di un buon dirigente ambientale che di rifiuti ne sappia e che sappia gestire contratti ben strutturati e un ottimo dirigente amministrativo che faccia pagare tutti gli utenti che non pagano, molti dei quali sono proprietari di ville e villini e sono quindi nelle condizioni economiche di sostenere la spesa della TARI. Non ho visto dirigenti particolarmente capaci a gestire i contratti per la raccolta dei rifiuti negli ultimi anni e, per quanto riguarda, gli aspetti amministrativi preferisco lasciare il giudizio ai risultati della raccolta della TARI. Insomma una tariffa iniqua che potrebbe diventare equa. Basterebbe volerlo.
Sergio Franchi