Il Consorzio Sociale a supporto delle famiglie
Per i più fragili
Il Consorzio dei Servizi Sociali Pomezia Ardea RM 6.4 ribadisce con forza il proprio impegno a sostegno delle famiglie con soggetti fragili, presentando i risultati del suo ultimo tavolo tematico tenutosi lo scorso 21 marzo presso la sede del Consorzio.
L’attenzione è focalizzata su interventi mirati per disabilità gravissime, SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), disturbi dello spettro autistico, centri diurni e altri progetti dedicati con l’obiettivo di offrire un supporto concreto e costante alle famiglie del territorio.
Disabilità gravissime: un sostegno fondamentale per le famiglie Sono stati illustrati gli interventi a favore delle persone con disabilità gravissime, sottolineando l’importanza del sostegno integrato per assicurare le funzioni vitali e la vita di relazione.
Un supporto essenziale per le famiglie che affrontano quotidianamente questa difficile realtà. Attualmente, 119 beneficiari del contributo, con ulteriori 51 persone in lista d’attesa. Spettro autistico: interventi mirati e personalizzati, un sostegno alle famiglie.
La dott.ssa Katia Matteo, direttrice del Consorzio, ha illustrato i progetti di co-progettazione (DGR 289/2023) “Interventi in favore di persone con lo spettro autistico”, che vedono coinvolte le cooperative sociali Alteya, Make4Work, Ohana e Ninfea, e le associazioni l’acchiappasogni, La Cicala, Latinautismo e Con tatto.
Questi progetti mirano a: • Percorsi di assistenza alla socializzazione per minori e giovani fino ai 21 anni. • Progetti di socializzazione in ambienti esterni. • Progetti per adulti ad alto funzionamento. • Attività sociali e di inclusione. Inoltre è stato illustrato un quadro degli interventi per persone con disturbi dello spettro autistico, rivolti a residenti nel Lazio fino ai 12 anni.
Si utilizzano metodi e programmi psicologici per migliorare i comportamenti e favorire un adattamento alla vita quotidiana. È in arrivo un nuovo avviso pubblico per il rimborso delle spese sostenute dalle famiglie per i minori fino al 17 anno di età. Un impegno concreto per le famiglie che necessitano di un supporto specializzato.
Dichiarazioni: “Siamo impegnati a fornire un sostegno concreto e personalizzato ai cittadini più vulnerabili e alle loro famiglie”, ha dichiarato il Presidente, dott. Alessandro Stazi. “Questi interventi mirano a migliorare la loro qualità della vita e a garantire loro dignità e inclusione sociale”.
“Ringraziamo tutti i partner, gli operatori e le organizzazioni sindacali nonché i cittadini presenti per il loro prezioso contributo”, ha aggiunto la Direttrice, dott.ssa Katia Matteo.
“Il nostro obiettivo è creare una rete di servizi sempre più efficace e rispondente ai bisogni delle persone con disabilità e delle loro famiglie, offrendo un supporto costante e concreto”.
Il Consorzio Pomezia Ardea RM 6.4 continua a lavorare per garantire un futuro migliore ai cittadini più fragili e alle loro famiglie, attraverso interventi mirati e un impegno costante per l’inclusione sociale anche attraverso il coinvolgimento dei medici di base e impegnandosi a raggiungere tutti i cittadini attraverso una campagna di comunicazione.
Consorzio Sociale
Pomezia Ardea RM 6.4
La riflessione a voce alta del dottor Alessandro Tucci, medico da oltre 50 anni
La saggezza di un vecchio pediatra
Sono un vecchio pediatra di 80 anni e dopo 50 anni di professione sto assistendo in questi ultimi 5-6 anni ad un fenomeno molto preoccupante, vedo sempre più spesso nel mio studio bambini normali accompagnati da genitori sconcertati e disorientati perché i loro figli a scuola vengono considerati patologici DSA. Bambini a cui non piace la confusione e preferiscono giocare un po’ da soli, una volta venivano definiti timidi, riservati, oggi fanno parte dello spettro autistico, ma scherziamo!
Quelli che venivano definiti ridendo “scatenati” oggi si chiamano “iperattivi” spettro autistico, persino curati con farmaci. A 2 anni dice 10 parole invece che 18 come da protocollo subito dal logopedista.
La cosa più imbarazzante di tutto questo è che nella maggioranza dei casi la diagnosi viene fatta dall’insegnante che indirizza il genitore a rivolgersi a logopedisti e psicologi, saltando la figura del pediatra.
A questo punto ho pensato che il mondo della pediatria stesse cambiando o che io fossi ulteriormente invecchiato. A mia salvezza in questi giorni mi ha fatto molto piacere ricevere, da parte dell’Ordine dei Medici, due articoli di due illustri studiosi: uno dello psichiatra e sociologo il dott. Paolo Crepet ed un altro del filosofo, saggista e psicanalista Umberto Galimberti.
Parlando di fragilità Crepet ha detto: “C’è una parte consistente delle forze politiche che, data la supposta fragilità dei giovani, vuole riempire le scuole medie e superiori di psicologi. Perché psicologi? Sono tutti psicopatici? Chi l’ha detto? Certo che a 16 anni hai una crisi, ma chi non l’ha avuta. Ma perché devi essere subito coccolato? Questi genitori, dell’esercito della salvezza, sono subito lì con il fazzolettino sotto gli occhi perché - i figli piangono”. Il problema, secondo Crepet, è che oggi vige il marketing della fragilità, ovvero più fragili sono, più vendiamo psicofarmaci, più psicoterapie, e meno aspettative abbiamo su di loro”.
Nell’altro articolo “il filosofo Umberto Galimberti prende una posizione nettissima sull’aumento della diagnosi che riguardano i disturbi dell’apprendimento tra gli studenti. In particolare già dalle elementari, secondo lui trasformate in cliniche psichiatriche. La scuola elementare sembra che sia diventata una clinica psichiatrica, sono tutti discalculici, disgrafici, dislessici, asperger, autistici, ma chi l’ha detto? Ai tempi miei non c’erano queste condizioni, c’era uno che era più bravo e quell’altro un po’ meno bravo che poi si esercitava e diventava bravo. Perché patologizzare tutte le insufficienze?”
Riflettete genitori la vostra generazione non ha conosciuto psicologi e logopedisti quindi oggi come conseguenza logica dovrei assistere ad una generazione di 20nni e 30nni formata da dislessici disgrafici ecc… eppure non è così. Voi siete persone normali ognuno con il suo carattere ma non certo con i suddetti problemi.
Una piccola esperienza personale che fa riflettere. Io sono nato nel 1945, appena finita la seconda guerra mondiale, vivevo nella peggiore periferia romana e mio padre che aveva soltanto la terza elementare si alzava ogni giorno alle tre di mattina per portare i giornali nelle edicole, tornando poi a pranzo e dopo dormiva per rialzarsi alle tre di mattina.
A me piaceva più giocare a calcio e ho fatto a fatica i cinque anni del liceo. Mio padre vedendo le mie pagelle, che a stento sapeva leggere, sorridendo mi diceva “vedi Sandro il mio stipendio basta a malapena a mantenerti e comprarti i libri, se smetti di studiare non ti rimane altro che venire a lavorare con me”.
A trent’anni, pur essendo stato al liceo uno studente mediocre, avevo poi conseguito una laurea in medicina e due specializzazioni mediche. Così è stato il percorso scolastico di tanti altri ragazzi della mia generazione, quasi tutti nelle mie stesse condizioni di povertà. Riflettete genitori, non entrate in crisi, i nostri psicologi e logopedisti erano i nostri genitori che applicavano il buonsenso, per questo ora voi siete delle persone normali. Usate i vostri telefonini solo per eventuali necessità e passate più tempo a parlare con i vostri figli.
Nel mio studio medico ho attaccato al muro la seguente riflessione: “Sono rimasto per qualche ora senza connessione internet e ho conosciuto persone stupende qui a casa, dicono di essere la mia famiglia”.
dottor Alessandro Tucci