A margine di una manifestazione per la discarica
Aggredito Casari
Esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza al segretario di Sinistra Italiana Aprilia, Davide Casari, che è stato aggredito fisicamente a margine di un incontro sull’autorizzazione all’apertura di una discarica nel territorio cittadino.
Non è accettabile una reazione simile da parte di un esponente politico ed ex assessore, a fronte di uno scambio verbale tra visioni differenti.
Questo episodio è sintomatico di una disabitudine cronica al dibattito e al confronto e di un clima di tensione e nervosismo che evidentemente persiste negli ambienti politici e associativi di Aprilia, recentemente commissariata per infiltrazioni di stampo mafioso.Fare politica in alcuni territori è estremamente difficile e complesso. Facciamo appello a tutte le forze politiche di Aprilia affinché oltre che difficile e complesso, fare politica ad Aprilia non diventi anche pericoloso per l’incolumità delle persone.
AVS, PD, M5S
Mariateresa Russo
Coordinatrice - Ufficio Stampa
Sinistra Italiana Lazio
Le vecchie procedure per pubblica utilità non sono state portate a termine in modo corretto
Espropri: i nodi al pettine
I vecchi espropri, per i quali legate procedure non sono state portate a termine nel modo corretto, continuano a costare caro al Comune di Aprilia. Dopo la sentenza per l’esproprio del parco di via dei Mille, arrivata a dama lo scorso anno e che si è conclusa con la stipula di un accordo transattivo per circa 9 milioni di euro, nei giorni scorsi il Consiglio di Stato ha scritto la parola fine anche sul ricorso intentato dai privati, che negli anni ‘60 si videro espropriati una porzione di terreno per realizzare strade, parchi, marciapiedi e immobili. In particolare alcune particelle private negli anni sono state interessate dalla realizzazione di strade e marciapiedi.
Dieci i cittadini apriliani che hanno quindi fatto causa vedendosi accogliere il ricorso dal Tar. E così il Comune di Aprilia quella sentenza che rischia di condannare l’Ente ad un indennizzo piuttosto sostanzioso, ha fatto ricorso al Consiglio di Stato. E anche nel secondo grado della Giustizia amministrativa ha finito per soccombere e dovrà anche pagare 10mila euro di sole spese di giudizio, ma rischia di dover risarcire al privato una cifra milionaria. Ogni ente può, per utilità pubblica, occupare degli spazi privati per creare, ad esempio, strade e marciapiedi.
Ad Aprilia queste particelle vennero usate per quello scopo: la n. 195 coincide con un tratto di via Piave; la n. 533 con un tratto di via Isonzo; le particelle nn. 3189, 535 e 86 risultano dal relativo certificato urbanistico, citato nella sentenza 4903/2021, in parte sede stradale e in parte sottozona B3 - saturazione - sostituzione, senza che venga riportato in quali proporzioni, ma raffrontando i rilievi metrici con le tavole di piano regolatore risulta che la particella 86 è interamente destinata a sede stradale e coincide con un tratto di corso San Giovanni XXIII; la particella 535 è destinata a sede stradale per 451 su 629 mq totali, precisamente ricomprende parte di via Isonzo, l’innesto tra questa e via dei Mille e parte di quest’ultima; la particella 3189 è destinata a sede stradale per 807 mq e con un tratto di via Piave e per i residui 550 mq è comunque destinata a sede stradale, e coincide con via Emilia. Fino al 2015 quelle particelle erano ufficialmente ancora private, ma i proprietari, non potendo comunque goderne in via esclusiva, non hanno mai tratto alcuna utilità. E così dieci anni fa la prima causa dopo la richiesta di procedere con gli espropri ufficiali, che di fatto non sono mai stati effettuati.
Il Comune ha rilanciato affermando di voler procedere ad una acquisizione gratuita, senza però spiegare esattamente sulla base di quali norme o prerequisiti, per poi sostenere che in base al Prg, quei terreni sarebbero passati gratuitamente al patrimonio pubblico perché necessari all’urbanizza zione. Infine ha anche chiesto di sospendere il giudizio perché intenzionato a chiedere al giudice ordinario l’usucapione.
In dieci anni di ricorsi e contro ricorsi, di proprietà che l’Ente ritiene essere stata accertate in almeno una sentenza, si è arrivati di nuovo al secondo grado della Giustizia amministrativa che ha - probabilmente - messo la parola fine. a sentenza del 1008 che il Comune. Negli anni ‘60, non era ancora prevista la cessione gratuita delle aree per l’urbanizzazione, quindi nemmeno quella tesi è fondata. Per l’usucapione poi, manca il periodo necessario, perché dovrebbe essere partito nel 2008, e scatterebbe comunque nel 2028. Nulla da fare. E ora si dovrà trattare sugli indennizzi. Bisognerà attendere per conoscere la cifra esatta da risarcire alla parte privata, che ancora una volta ha avuto ragione davanti al Tribunale Amministrativo.
Francesca Cavallin