Sei milioni di euro agli agricoltori delle Regione Lazio
Moria del kiwi
Oltre 6 milioni di euro dalla Regione Lazio per sostenere 170 aziende agricole colpite dalla moria del kiwi. Un aiuto concreto che riguarderà anche gli agricoltori e le realtà produttrici del pontino e di Aprilia.
“Un risultato importante, fa sapere l’esecutivo regionale, frutto di un lavoro condiviso e programmato, portato avanti grazie all’impegno dell’Assessore Giancarlo Righini. Una misura fondamentale che coinvolge anche molte imprese agricole di Aprilia, duramente colpite da questa emergenza fitosanitaria. Siamo al fianco dei nostri produttori, accelerando l’iter per garantire ristori rapidi ed efficaci. È così che si dà fiducia alle imprese e a chi ogni giorno si prende cura della nostra terra”.
Un iter che negli scorsi mesi ha interessato sia il territorio apriliano che quello delle realtà limitrofe. Assemblee nei territori, atti votati nei diversi Consigli comunali fino all’impegno da parte della Regione.
“Quando ero assessore alle Attività Produttive ho vissuto da vicino le difficoltà dei nostri produttori agricoli, in particolare quelli colpiti dalla moria del kiwi - ricorda l’ex assessora Carola Latini - ricordo bene le loro preoccupazioni, la rabbia, il senso di abbandono. Per me non è mai stato solo un tema amministrativo, ma una questione profondamente umana. Mi sono impegnata affinché anche Aprilia potesse avere voce in questa battaglia. Ho lavorato a stretto contatto con l’assessore Righini e la Commissione Agricoltura per rappresentare con forza le esigenze del nostro territorio. Era fondamentale che anche le nostre aziende agricole, così duramente colpite, venissero ascoltate e sostenute. Voglio ricordare, inoltre, la collaborazione con i consiglieri regionali pontini Sambucci e Tiero autori nel merito di un grande lavoro. Oggi, con lo stanziamento dei fondi, sento che quel lavoro condiviso non è stato vano. È la dimostrazione che la politica può ancora servire a qualcosa di buono, se è fatta con serietà, ascolto e rispetto per chi ogni giorno lavora la terra e contribuisce all’identità della nostra comunità”. P.N.
Sono 42 di varia natura secondo i dati pubblicati dagli uffici regionali
Siti inquinati ad Aprilia
42 siti inquinati per i quali le procedure di bonifica sono ancora in corso o si sono da poco concluse. È questo il quadro che emerge attraverso i dati pubblicati dalla Regione Lazio e aggiornati al 2023. Nella città di Aprilia ci sarebbero infatti ben 42 siti inquinati di varia natura, che nel tempo hanno attirato l’attenzione dell’ente regionale. In molti casi si tratta di siti situati in porzioni private di terreno, dove I proprietari stessi - per lo più aziende importanti- hanno dato vita in prima persona a procedure di bonifica e rimozione dei materiali inquinati. Si tratta, solo per citare alcuni episodi, dei vari punti dove passano gli oleodotti Eni ed Agip, più volte presi di mira da ladri che finiscono per causare danni ambientali. In questi casi, le procedure di bonifica attuate e in corso, sono state tempestivamente poste in essere a cura del privato e di concerto con la parte pubblica.
Tra i 14 procedimenti ad oggi portati a termine, figurano anche la caratterizzazione preliminare all’intervento sui rifiuti non contaminati presenti presso la Loas, mentre risultano ancora in corso i procedimenti verso altre importanti attività segnalate come a rischio incidente rilevante.
Un capitolo a sè invece riguarda i siti inquinati già censiti dal professor Barruchello negli anni ‘90, quelli che il Comune di Aprilia ha provato nel tempo a bonificare senza riuscire a giungere a dama. Tra questi il terreno Ecolmaci a Prati del Sole, con un procedimento in corso dal 2002. Per il sito che ospita rifiuti di vario genere, c’è un piano di caratterizzazione approvato ma ancora non portato a termine.
La discarica abusiva di Sassi Rossi a Campoleone, procedura aperta nel 2002, è ad uno stato più avanzato: la parte pubblica alcuni anni fa, ha completato la caratterizzazione del sito e avanzato un piano di analisi del rischio. Si tratta di un sito potenzialmente contaminato, dove ora c’è una stima di cosa poteva ospitare, anche se quei rifiuti non sono ancora stati rimossi.
La ex discarica di via Savuto a La Cogna rientra tra i siti privati potenzialmente inquinati, per i quali la caratterizzazione è stata portata a termine solo di recente, pur trattandosi di una situazione nota e censita almeno dal 2003. La procedura è ancora in corso e la caratterizzazione è stata effettuata dal privato, nuovo acquirente e non responsabile dell’inquinamento ambientale.
Infine, figura la ex discarica di Sant’Apollonia a via Scrivia, un iter in corso, con tanto di soldi stanziati per la bonifica che al momento sono andati perduti. Anche in questo caso, stando alla tabella regionale, si tratta di una situazione nota dal 2002. Al 2023 c’era un piano di caratterizzazione approvato, ma come noto la bonifica, a causa di tempi che è stato impossibile rispettare, non è mai partita, pur essendoci 14 milioni di euro tratti dal Pnrr a disposizione per la bonifica. Intervenire in fretta, almeno su questi 4 siti, rappresenta una priorità assoluta. Francesca Cavallin