Grido di allarme dell’Associazione Botteghe del Carnevale Apriliano che hanno avuto la diffida e la richiesta di sgombero della sede
A rischio il carnevale apriliano 2026
Il Carnevale Apriliano è molto più di una sfilata: è storia, cultura, tradizione, arte. È il frutto di decenni di volontariato che ha reso Aprilia un punto di riferimento nel panorama dei carnevali italiani, unico nel nord Pontino e nel territorio a sud di Roma per la qualità e la maestosità dei suoi carri allegorici. Un’eccellenza che ha coinvolto generazioni di studenti, arricchito il tessuto sociale e attratto visitatori, con ricadute positive anche sul commercio locale. Il centro sinistra riprende il tema de Carnevale. Lo fa alla vigilia di ferragosto come spunto di riflessione politica. Il tema ha tenuto banco in questa estate 2025 che volge al termine. In molti in città hanno appreso l’eventualità di vedere tramontare una tradizione come quella carnevalesca piuttosto male. Sia la società civile che quella rappresentata dai partiti politici. Protagonisti di rimostranze civili anche i diretti interessati: i carristi.
“Per questo, le recenti scelte amministrative (provenienti principalmente dalla struttura tecnica del Comune) che rischiano di compromettere il lavoro dell’Associazione Botteghe del Carnevale Apriliano (ABCA) destano forte preoccupazione - scrivono i partiti e le liste civiche del centro sinistra cittadino - la diffida e la richiesta di sgombero della sede, senza un confronto preventivo, senza soluzioni alternative concrete, rischiano di infliggere un colpo durissimo alla manifestazione e alla comunità che la sostiene.Riteniamo necessario ripristinare un tavolo di dialogo, coordinato dalla Commissione straordinaria, tra i dirigenti e i tecnici dei settori coinvolti e l’ABCA per verificare la correttezza delle contestazioni e individuare sedi e strumenti per garantire continuità all’evento e all’associazione. Oltre questo, sarà importante lavorare anche nel lungo termine per rilanciare la rappresentazione culturale e a consolidarla. Tra le proposte: la realizzazione di un museo permanente dei carri, l’inserimento del Carnevale in una fondazione dedicata e un potenziamento delle attività educative in sinergia con le scuole. Aprilia non può permettersi di perdere uno dei suoi simboli più identitari. La nostra volontà è chiara: tutelare e valorizzare il Carnevale Apriliano come uno dei principali eventi culturali della città”.
Quello che appare strano a molti cittadini è l’utilizzo dello strumento burocratico in modo cieco. I carristi non operano generando degli utili, non chiedono rette mensili a nessuno. Lavorano, nella maniera dei volontari, per regalare alla città uno spettacolo tra i più colorati e sentiti dalla cittadinanza. Uno spettacolo soprattutto dedicato ai bambini ed al loro divertimento. E se le responsabilità dello stato in cui versa la città in questa fase della sua storia è certamente ascrivibile alla politica o a parte di essa, e se nulla va attribuito alle due gestioni commissariali che si stanno alternando a capo dell’amministrazione comunale queste ultime non devono agire con mano “fredda”. Il Carnevale esiste solo grazie al lavoro dei volontari e grazie al sostegno economico che l’ente di Aprilia ha negli anni erogato alle botteghe dei carristi. Fatte salve le autorizzazioni del caso e le determine di settore che giustificano la presenza dei protagonisti all’interno delle strutture comunali, ci si domanda come per tutto questo i carristi possano corrispondere delle quote in denaro alle casse comunali? La kermesse, è pacifico, non ha scopo di lucro. Interviene sulla vicenda anche Davide Tiligna, ex consigliere comunale ed esponente della coalizione Aprilia Civica. Davide Tiligna interviene sulla questione Carnevale. Dopo l’allarme lanciato dai carristi.
“Ho letto - scrive - con attenzione le dichiarazioni diffuse dall’Associazione Botteghe Carnevale Apriliano (ABCA), che dopo mesi di stallo, confermano in maniera chiara e puntuale la gravità della situazione che stanno vivendo i carristi. Condivido pienamente le loro preoccupazioni: la prospettiva di un Carnevale 2026 a rischio non è una semplice questione tecnica o burocratica, ma una vicenda che tocca da vicino l’identità culturale, il tessuto sociale e lo sviluppo economico della nostra città. Negli anni passati mi sono personalmente impegnato affinché il Carnevale potesse crescere e svilupparsi, continuando ad essere una manifestazione sentita e partecipata, con enormi potenzialità per la città. Ho sostenuto i carristi e l’associazione che con dedizione hanno lavorato per portare in strada i Carri allegorici, consapevole che senza il loro sacrificio e la loro passione il Carnevale di Aprilia non esisterebbe più. Proprio per questo, considero gravissimo che oggi queste realtà siano costrette a lavorare nell’incertezza, senza più la disponibilità dei locali storici che hanno sempre ospitato le botteghe, e con atti amministrativi che rischiano di spegnere tutto il lavoro svolto fin qui. Ribadisco, come già ha fatto l’ABCA, che non si tratta solo di difendere una tradizione folkloristica.
Il Carnevale è un patrimonio collettivo che unisce famiglie, scuole, associazioni, attività commerciali e artigiani; è cultura, partecipazione, identità e persino economia locale. In una fase delicata per Aprilia, la sua tutela diventa ancora più importante: il Carnevale è uno degli strumenti più forti per ricostruire comunità, fiducia e vitalità. Per questo motivo l’azione non più è rinviabile, auspico che con la Commissione straordinaria e gli uffici competenti si trovi una soluzione di buon senso. È necessario chiarire gli atti, rimuovere i dubbi e trovare soluzioni concrete che consentano ai carristi di lavorare, sempre nel rispetto della legalità, ma senza bloccare un’attività cheappartiene a tutta la città. Il mio impegno continuerà ad essere quello di sostenere questa battaglia. Non possiamo permettere che l’immobilismo e le interpretazioni burocratiche fermino una storia che dura da decenni. Il Carnevale deve andare avanti, perché Aprilia non può permettersi di perderlo”.
P.N.