L’appello del Comitato di Aprilia della Croce Rossa
Cercasi volontari
Il Comitato di Aprilia della Croce Rossa Italiana cerca nuovi Volontari!
Se hai più di 14 anni e vuoi intraprendere un percorso in cui potrai conoscere nuove persone, affrontare nuove sfide e coltivare nuove passioni, questa opportunità potrebbe fare al caso tuo!
Lunedì 8 Settembre, alle ore 19:00, presso la Sede CRI di Aprilia in Via Ferdinando Palasciano 2, si terrà un Open Day in cui verrà illustrato il programma del prossimo corso di accesso per Volontari che inizierà a fine Settembre.
“In una società in cui spesso prezzi e valori entrano in conflitto, abbiamo sempre più bisogno di persone che vogliano donare il proprio tempo a chi ne ha bisogno, perché un gesto di gentilezza ed umanità gratuita è quanto di più potente ed inestimabile esista per costruire una comunità più equa ed inclusiva per tutti”: queste le parole del Presidente Simone Buzzoni, dirette a tutti coloro che vorranno raccogliere il nostro appello. Vi aspettiamo!
Segreteria di Presidenza
Croce Rossa Italiana
Comitato di Aprilia (LT)
La riflessione di Valentina Tartaglia, attivista per i diritti delle donne
Grave violenza digitale
“Io non sono nessuno, ma sono anche tutte. Perché ognuna di noi rappresenta tutte noi”.
Mi chiamo Valentina e come attivista per i diritti delle persone fragili, delle donne e delle cosiddette disabilità invisibili, non posso restare in silenzio davanti alle parole pronunciate sul caso del gruppo “Mia Moglie”. Definire una pratica del genere una “goliardata maschilista” non è solo offensivo, ma profondamente pericoloso.
Parliamo di gruppi in cui vengono condivise immagini intime di donne senza il loro consenso. Parliamo di violazione della privacy, di annientamento della dignità, di una violenza subdola e devastante che non lascia lividi sulla pelle, ma incide nell’anima. Chiamarla “goliardata” è un insulto alle vittime e un messaggio distorto per la società.
Chi parla di libertà sessuale, chi parla di emancipazione, dovrebbe sapere che la libertà non è mai a senso unico. Non è libertà quando manca il consenso. Non è libertà quando l’altra persona non ha avuto possibilità di scegliere. Questo non è divertimento. Non è ironia. Non è un gioco tra adulti consenzienti: è violenza digitale, ed è un reato. Minimizzare significa normalizzare. E normalizzare significa alimentare un sistema che continua a colpire le donne, soprattutto le più vulnerabili.
Come è stato detto, nell’intervista: “è pieno di scambisti”. Ma chi ha scelto di essere in una coppia di scambisti, per l’appunto, lo ha scelto! Questo bellissimo verbo, “scegliere”, dovrebbe fare la differenza tra noi esseri umani. Chi crede nella libertà deve crederci per tutti. La libertà non è possesso, non è dominio: è rispetto. Io, nella mia vita, posso essere chiunque voglia: una suora, un’attrice porno, monogama, gay, scambista, lesbica, transgender, asessuata, fluida... posso e ho il diritto di essere chiunque, ma la scelta è mia e sono io a far sapere al mondo (se e quando vorrò) chi ho scelto di essere. Nessuno può privarmi di questo diritto. E ripeto: ritenere tutto questo solamente un gioco è sbagliato e poco educativo per le nuove generazioni. Io stessa, in molte occasioni, ho usato scatti del mio corpo per i miei progetti e per il mio percorso fotografico, ma sono stata io a scegliere di usare quelle foto. Onestamente, se trovassi le mie immagini in quei gruppi mi arrabbierei davvero molto e non lascerei legalmente impunita la cosa.
Denunciate, parlate e non lasciate correre: questo non è solo un gioco goliardico, qui è in gioco la vostra libertà!
Io non sono una celebrità, non ho un nome da copertina. Ma sono una Donna. E quando toccano una di noi, toccano tutte.
Mi sento di dire alle persone che si sono ritrovate su quelle pagine, come in molte altre, che, anche se non se ne parla e “Mia Moglie” era forse il gruppo più famoso, stanno emergendo molti altri gruppi e chat che seguivano le stesse orme del sopracitato gruppo. Come donna ho il dovere morale di dire a tutte quelle persone: non vergognatevi, non mortificatevi, non restate in silenzio sperando che tutto passi o che fare rumore possa rovinarvi la reputazione. Voi avete il diritto di imporvi per la vostra libertà, perché il silenzio non vi protegge: vi condanna. Parlate, denunciate, fate rumore: la vergogna non è vostra, ma di chi vi ha tradito. La libertà personale non si mendica, si difende!
Invito chiunque sia vittima di pratiche simili a denunciare. È possibile farlo in modo sicuro tramite la Polizia Postale, sia online sia fisicamente presso tutti i commissariati d’Italia.
Valentina Tartaglia