Botta e risposta tra Edoardo Baldo di Fratelli d’Italia e la società Frales che sta realizzando l’impianto di Sant’Apollonia
Dibattito politico-amministrativo sulla discarica
Dopo che la Regione Lazio ha autorizzato la realizzazione del nuovo deposito di inerti a La Gogna e dopo non aver rispettato i termini per l’applicazione del vincolo della campagna Romana, il Ministero della Cultura chiede alla Regione, alla Provincia e al Comune di verificare che la Frales abbia i titoli per poter proseguire i lavori presso il sito di Sant’Apollonia. Il motivo del contendere, la demolizione di un fabbricato storico che insisteva nell’area. A divulgare i contenuti del documento del 14 agosto scorso e chiedere spiegazioni in merito, il direttivo locale di Fratelli d’Italia, ritenendo che il documento potrebbe comportare anche uno stop dei lavori, qualora venissero ravvisate possibili irregolarità.
“Il governo centrale - sottolinea il direttivo - ha preso una decisione che potrebbe cambiare il corso della storia rispetto alla realizzazione della discarica di Sant’Apollonia.
Il Ministero della Cultura a guida Fratelli d’Italia, che già in passato aveva espresso pesanti perplessità sull’opportunità di autorizzare il progetto della Frales S.r.l, ha trasmesso alla Regione Lazio, al Comune di Aprilia e alla Provincia di Latina un documento che impone verifiche immediate sul motivo per il quale la società stessa abbia proceduto alla demolizione di un casale storico.
In sostanza, dopo essere venuta a conoscenza della demolizione di un casale individuato nel parere negativo del 14/04/2025 come elemento identitario del paesaggio rurale, descritto come costruzione di impianto otto-novecentesco, poi riadattata negli anni ’50-’60, dotata dei caratteri tipici dell’edilizia rurale che il PTPR segnala come meritevoli di salvaguardia (artt. 56 e 58 NTA PTPR), e per il quale si raccomandava, nelle azioni suggerite per il superamento del dissenso, la valutazione di soluzioni alternative orientate al mantenimento di tali testimonianze, la Soprintendenza ha chiesto che verifiche sulle autorizzazione e che in assenza di queste venissero sospesi i lavori in corso per la realizzazione del deposito di rifiuti di Sant’Apollonia. Ad aggravare il quadro - prosegue Fratelli d’Italia - anche la presenza di cumuli di terre e rocce da scavo lungo gli argini del Fosso della Moletta e lo sbancamento del Lotto 1, con possibile compromissione di eventuali rinvenimenti archeologici, in un’area per la quale era stata richiesta la tutela con l’approvazione del vincolo della Campagna Romana e vulnerabile anche dal punto di vista Idrogeologico. La disposizione del Ministero della Cultura, non lascia alcun dubbio sulla volontà del Governo centrale: a tutela di un’area di pregio dal punto di vista paesaggistico, oggi viene chiesto agli enti preposti di verificare lo stato dei lavori in corso e la presenza delle necessarie autorizzazioni paesaggistiche e di minimizzazione del rischio archeologico, di provvedere alla sospensione immediata di ogni intervento avviato dalla Società Agricola Frales s r.l. in assenza delle suddette autorizzazioni ed in particolare di quanto concorra in qualsiasi misura e modalità a recare pregiudizio ai valori paesaggistici oggetto di protezione e di verificare eventuali violazione dell’art. 146 del D. Lgs. 42/2004 (dalla data di pubblicazione del vincolo ad oggi), comunicando tempestivamente alla Soprintendenza gli esiti delle verifiche e i provvedimenti adottati. Di fronte a una volontà tanto chiara, a tutela del nostro territorio e dei cittadini che ci vivono, come Direttivo locale di Fratelli d’Italia Aprilia esortiamo la commissione straordinaria che amministra il Comune di Aprilia a provvedere in modo tempestivo ed efficace al rispetto delle direttive del Ministero alla Cultura. Oltre ad essere un atto dovuto, si tratta di un passaggio necessario per garantire la difesa ambientale del territorio di Aprilia, non a parole ma attraverso atti concreti”.
Fratelli d’Italia inoltre ha voluto rispondere alle critiche degli avversari politici.
“Divulgando la notizia relativa alla richiesta avanzata dal Ministero della Cultura - sottolinea Fratelli d’Italia Aprilia - credevamo di riaccendere un barlume di speranza per i cittadini di Aprilia e di poter fare fronte comune con partiti e associazioni che, come noi, ritengono che questa città non abbia bisogno di nuovi impianti per il trattamento dei rifiuti. Purtroppo però siamo costretti a constatare che anche su temi così importanti spesso si preferisce la demagogia e la polemica al dialogo costruttivo e al lavoro di squadra.
Quando però le critiche provengono da partiti come il PD, che hanno governato per anni in Regione, gestendo il settore rifiuti in malo modo fino a creare l’emergenza e le condizioni che hanno portato all’approvazione del progetto della Frales, ci vediamo costretti a fare alcune precisazioni. Quando tra il 2016 e il 2018 la Provincia di Latina lavorava al piano provinciale dei rifiuti, che chiedeva di individuare le aree idonee per la realizzazione di nuovi impianti, anche l’allora consigliere del Pd Vincenzo Giovannini sedeva in Provincia e approvò un documento che faceva acqua da tutte le parti. Nella delibera votata da Giovannini, Aprilia è stata dichiarata tutta idonea agli impianti rifiuti. La giustificazione per aver tracciato un perimetro tanto lacunoso e non aggiornato rispetto alla cartografia reale del Comune di Aprilia, era altrettanto poco credibile: si parlo di correzioni in corso d’opera e ci raccontarono che le aree idonee individuate rispondevano alla fantomatica volontà di creare impianti gestiti dal pubblico. Peccato che alle parole, non hanno fatto seguito i fatti: non si è mai vista l’ombra di un progetto pubblico reale, nè si ha alcuna traccia di eventuali fondi necessari per la realizzazione. Gli unici progetti presenti, dal 2016 ad oggi, sono quelli che fanno capo al gruppo Altissimi e alle società a lui riconducibili. Quanto all’ultimo piano, quello Frales per la discarica di Sant’Apollonia, ci preme ricordare che l’iter è partito nel 2022, quando la Regione Lazio era guidata dal centrosinistra e sempre agli anni di governo Nicola Zingaretti risalgono le prime autorizzazioni, senza che nessuno né dalla Regione nè dalla Provincia, abbia avvertito in quegli anni l’esigenza di opporsi all’insediamento di una discarica ad Aprilia. Al contrario, il Comune di Aprilia si è sempre opposto a questa ipotesi, arrivando anche ad approvare l’atto per cercare di apporre il vincolo della Campagna Romana a tutela del territorio, per cercare di correre ai ripari pur consapevoli si trattasse di una corsa contro il tempo. Davide Zingaretti, sempre presente negli ultimi anni di vita amministrativa, dovrebbe saperlo bene e dovrebbe anche ricordare che lui uscí dall’aula e la sua compagine si astenne quando si trattó di votare l’atto per l’introduzione del vincolo della campagna Romana. Dovrebbe ricordare che governò con Terra nel 2022 e il suo partito ottenne l’assessorato all’urbanistica, tenendo bloccato il progetto di vincolo per la Campagna Romana da febbraio 2022 a marzo 2023. Se lo avesse portato avanti allora, il vincolo sarebbe stato apposto prima e Frales non avrebbe ottenuto il Paur per la discarica. Dunque chi sarebbe il paladino del territorio? Comprendiamo quindi che per l’esponente del Pd sia più facile scordarsi un passato scomodo che implica responsabilità personali e dirette per il partito di cui fa parte. Un atteggiamento ipocrita, tipico di chi preferisce scaricare responsabilità quando le scelte sono state condivise o addirittura promosse in passato. Chi vuole davvero bene a questo territorio dovrebbe abbandonare la propaganda e costruire un fronte comune, concentrandosi su un obiettivo realistico: ottenere le massime garanzie ambientali e compensazioni per la città. Se l’impianto non potrà essere fermato, almeno si pretenda che venga gestito con il massimo rigore e trasparenza. Per quanto ci riguarda stiamo facendo e faremo tutto il possibile per bloccare il progetto e per difendere il nostro territorio”.
Francesca Cavallin