Intervista ad Adriano Zuccalà, ex sindaco ed ora capogruppo M5S in Regione
“Una stagione nera per Pomezia”
Ad Adriano Zuccalà, capogruppo del M5S nel consiglio regionale del Lazio, abbiamo rivolto alcune domande.
- Gli incendi nella sughereta, che hanno messo a rischio questa ricchezza ambientale della nostra città, hanno allarmato un po’ tutti. Ma cosa bisogna veramente fare per tutelarla?
“È necessario programmare una manutenzione ordinaria continua, che impedisca, come è accaduto in questi ultimi tempi, di lasciare la Riserva nell’abbandono e nell’incuria rendendola vulnerabile e soggetta a incendi. I fondi regionali ci sono e vanno utilizzati: nel Bilancio regionale dello scorso anno proprio un emendamento a mia prima firma ha consentito di aumentare le risorse destinate alla tutela e valorizzazione della Sughereta di 130 mila euro. L’Ente Parco, in coordinamento e collaborazione con il comune di Pomezia, ha il dovere di intervenire con un programma chiaro di interventi manutentivi a tutela di uno dei polmoni verdi più importanti del Lazio. Aggiungo che sarebbe utile utilizzare i fondi per installare un sistema di videosorveglianza in corrispondenza dei varchi di accesso all’area”.
- Contro la realizzazione dell’inceneritore di Santa Palomba il M5S ha avuto fin dall’inizio, una posizione assolutamente contraria. Quali sono le vostre ultime iniziative per contrastare questo insediamento?
“Durante l’estate abbiamo supportato tutte le iniziative dei comitati che, encomiabilmente, hanno presidiato il sito in maniera costante. Il comune di Roma ha comunicato la formale consegna al concessionario il 1 settembre scorso, nonostante le richieste deliberate in diversi comuni, tra cui Pomezia, per l’estensione del termine per la valutazione della documentazione relativa alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) nell’ambito del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR). L’ennesima dimostrazione della mancata trasparenza negli atti e dell’assenza totale di dialogo e condivisione con i cittadini che fin dal principio hanno accompagnato il progetto scellerato dell’inceneritore.
Noi non ci arrendiamo e siamo in attesa che il Presidente della Regione Lazio si esprima sulla richiesta di istituzione di un’area a elevato rischio di crisi ambientale per Santa Palomba, come previsto dalla legge regionale n. 13 del 2019, avviata dai Comuni di Albano e Pomezia. Noi che viviamo in questo territorio lo sappiamo bene: è necessario attuare la legge e tutelare un’area già stressata dal punto di vista ambientale, su cui insistono già quattro stabilimenti a rischio di incidente rilevante (Procter &Gamble Italia, Chimec, Eni, Liquigas). Chiediamo al Presidente Rocca di ascoltare la voce dei Comuni e di prendere finalmente posizione: tutti i partiti politici di maggioranza, che sui territori si dichiarano contrari all’inceneritore, poi non muovono un dito lì dove potrebbero davvero fare la differenza, cioè in Regione e al Governo!”.
- La Asl Roma 6 che gestisce la sanità pubblica nella nostra città è sottoposta a continue critiche soprattutto per la scarsità dei servizi. Ma di chi è la colpa? Cosa bisogna fare per migliorarli?
“La colpa è di chi ha avviato una chiara operazione politica di depotenziamento della sanità pubblica spostando le risorse finanziare e umane verso il settore privato: il presidente della Regione Lazio, nonché assessore alla Sanità, Francesco Rocca ha cavalcato in campagna elettorale le criticità della sanità laziale promettendo una vera e propria rivoluzione, salvo poi stanziare milioni e milioni di euro per le cliniche private. Sappiamo che nel Lazio circa 120mila famiglie, una percentuale pari al 4,51% della popolazione regionale, è costretta a rivolgersi a strutture private per visite, esami e cure mediche a causa delle liste d’attesa interminabili, che non solo creano disuguaglianze importanti tra chi può permettersi di pagare e chi no, ma disincentivano i cittadini all’utilizzo del sistema sanitario nazionale anche per ciò che riguarda la prevenzione. E la nostra Asl non fa eccezione, con ritardi importanti e preoccupanti anche per ciò che riguarda la gestione dei fondi PNRR sul territorio, con nessuna delle 17 strutture previste – 6 ospedali e 11 case di comunità concluse. Cosa bisogna fare per migliorare i servizi? Investire nel personale: nel Lazio mancano circa 1200 medici di base e 7000 infermieri, e si registrano criticità importanti anche nel reperimento dei medici specialistici. Non bastano i piani assunzionali, è necessaria una programmazione che miri a incentivare i medici a lavorare nelle strutture sanitarie pubbliche, e in particolare in quelle di provincia, dove troppo spesso sono penalizzati sia economicamente che in termini di carriera”.
- Ho letto che proposte del vostro gruppo regionale sono state inserite nel piano di riqualificazione generale dell’Ater. Per Pomezia, che dopo Roma ha la più alta concentrazione di case dell’Ater, cosa è stato previsto?
“Grazie a un nostro emendamento sono stati stanziati 500mila euro in più per l’annualità 2025 nelle risorse destinate all’abbattimento delle barriere architettoniche e alla manutenzione straordinaria gestita da Ater Lazio. Questi fondi, destinati ad alcuni interventi puntuali, si inseriscono in un piano straordinario rivolto a tutte le case Ater della regione, incluse quelle di Pomezia, che hanno goduto anche lo scorso anno dei lavori di bonifica e messa in sicurezza previsti dal bilancio regionale. Inoltre a maggio 2024 la giunta Rocca aveva annunciato l’avvio del progetto ‘Riprendiamoci i nostri spazi’ nei comuni della provincia di Roma, che prevedeva la riqualificazione dei condomini Ater a partire dai giardini e dagli spazi comuni, a tutela della sicurezza e del decoro. Proprio nei giorni scorsi ho presentato un’interrogazione per avere chiarimenti sullo stato dei lavori nei comuni interessati, tra cui Pomezia”.
- Lei è un nostro concittadino che vive la città. Quali sono i servizi che non funzionano. Quali mancano?
“Potrei fare una lista molto lunga delle cose che non funzionano o che hanno smesso di funzionare con l’arrivo dell’amministrazione Felici, ma credo che basti guardarsi intorno per capire che la città è semplicemente allo sbando perché non governata, non curata, direi non amata. È di oggi (24 settembre, ndr) la notizia che il capogruppo di FdI Paloni si è dimesso denunciando interferenze da parte del suo segretario di partito, segnando di fatto la fine della maggioranza targata Felici, con un consiglio in cui è il gruppo misto a prevalere e un’amministrazione trasformata in un teatrino politico. Chi ci rimette è la cittadinanza, costretta a vivere una città sporca, bloccata da lavori stradali senza programmazione, con servizi carenti - dall’avvio della mensa scolastica posticipato anche per le materne comunali a fine settembre fino alle mancate risorse per il contributo affitti -, mancanza di trasparenza nella gestione dei fondi, totale assenza di confronto o interazione con la cittadinanza, cancellazione di servizi che si erano dimostrati più che utili come Municipium, nessun controllo e monitoraggio delle aree verdi e degli spazi pubblici. Una stagione nera per la città, che nessuno di noi merita e che mi auguro si concluda nel più breve tempo possibile”. A.S.