La denuncia degli studenti sulla mancanza di manutenzione straordinaria nell’edificio di via Cavour ha avuto soddisfazione
Lavori di ripristino in corso al liceo Picasso
Lo scorso 4 aprile, alcuni studenti del Liceo Picasso di Pomezia hanno organizzato una pacifica manifestazione (commettendo tuttavia, sembrerebbe, qualche ingenuità nell’iter di pianificazione della stessa, rispetto alle norme previste nel Testo Unico di Pubblica Sicurezza), lamentando le condizioni strutturali dell’edificio scolastico che li ospita (in via Cavour 5). Gli studenti, esibendo uno striscione che denunciava il problema di “una scuola che cade a pezzi”, sono stati ricevuti e ascoltati dalla sindaca, Veronica Felici - che è un interlocutore, sì, interessato alla questione, ma non direttamente implicato nella immediata risoluzione di eventuali problemi strutturali del Liceo Picasso (gli edifici destinati a sede di scuole materne, elementari e medie appartengono ai Comuni; quelli sede di istituti e scuole di istruzione secondaria superiore, ivi compresi licei artistici e istituti d’arte, conservatori di musica, accademie convitti e istituzioni educative statali, sono di proprietà delle Province).
Poiché è noto che la ristrutturazione degli edifici scolastici delle scuole di secondo grado pometine è di pertinenza di Città Metropolitana di Roma Capitale (ente territoriale di “zona vasta”, che persegue finalità istituzionali generali di cura dello sviluppo strategico del territorio metropolitano, assolvendo peraltro alle funzioni fondamentali delle Province), abbiamo chiesto un colloquio, nella stessa mattinata del 4 aprile, con il dirigente scolastico del Picasso, Mauro Scotto di Tella. Lo scopo del colloquio era quello di verificare se fossero state effettuate le segnalazioni del caso, spettanti appunto alla dirigenza scoalstica.
Il Dirigente ci ha ricevuto intorno alle 11:00 e ci ha mostrato, con sollecitudine e accuratezza, una serie di documenti protocollati, relativi allo storico delle comunicazioni istituzionali. La prima di queste segnalazioni, protocollata il 13 settembre del 2022, a meno di due settimane dall’insediamento del Dirigente presso la scuola di titolarità, conteneva diversi punti, messi in rilievo con dovizia di particolari solo a seguito di diversi sopralluoghi tecnici effettuati in tutte le sedi del Liceo.
La documentazione, consultata di prima mano, attesta un dialogo inintermesso e “sereno” (come è stato sottolineato anche dal Dirigente) con Città Metropolitana di Roma Capitale. Lo scambio di comunicazioni istituzionali, che a ritmi regolari è stato appunto ininterrotto sino ai primi giorni di aprile 2025 (dato che il 27 marzo 2025 veniva segnalata la caduta di calcinacci nell’ambiente della palestra), mostra che da parte di Città Metropolitana la risposta è stata congrua: sono stati rispettati i tempi amministrativi e tecnici per l’adempimento di procedure di affidamento degli appalti pubblici. Abbiamo peraltro effettuato alcune fotografie allo scopo di documentare che i lavori di ripristino delle aule interdette (per ragioni di sicurezza) sono attualmente in corso. Nell’aula 13 abbiamo potuto vedere gli operai intenti all’opera sul trabattello, e l’intonaco interno, prima ammalorato, già ripristinato. Abbiamo saputo invece nei giorni seguenti l’intervista, lo scorso 7 aprile, che anche i lavori nella palestra sono poi stati avviati.
La documentazione archiviata, priva di criticità e assolutamente rassicurante per quanto concerne gli interessi di ordine pubblico, e rasserenante, per quanto riguarda l’assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni, mette comunque in luce una serie di punti che possono essere enucleati al fine di trattare la particolare questione scolastica di Pomezia.
Al di là del contesto strettamente locale, va considerato che i problemi strutturali degli edifici scolastici sono il focus di notiziari nazionali - pochi giorni fa, la questione dell’edilizia scolastica veniva attenzionata in province assolutamente distanti della penisola, tanto a L’Aquila quanto a Gorizia. Il tema è centrale.
A Pomezia, per giunta, il preconizzato calo demografico (con la conseguente contrazione delle classi e delle sezioni delle scuole superiori) non è ancora apprezzabile. Si verifica, semmai, una controtendenza. Possibile? Ebbene sì. Gli iscritti, al momento, non sono in calo. Al Picasso (parliamo delle due sedi di Pomezia e Anzio) sono attualmente iscritti 1500 studenti circa e le classi, in meno di un triennio, sono aumentate da 61 a 64.
Due, le probabili ipotesi esplicative. Pomezia è una zona prediletta da famiglie non eccessivamente facoltose che, intendendo avvicinarsi alle opportunità lavorative della Capitale, preferiscono vivere in periferia, abbattendo almeno in parte il carovita. Altra ipotesi (che andrebbe verificata con alla mano i dati demografici e anagrafici) è l’indice di fecondità in rialzo, non in generale, ma per quelle categorie di donne migranti, stanziate sul territorio pometino e provenienti da altri paesi.
Il risultato, in concreto, è che il Picasso di Pomezia usufruisce già oggi di alcuni spazi del Selva dei Pini che il Comune di Pomezia ha messo a disposizione tramite un accordo sottoscritto con Città metropolitana di Roma Capitale; e che si può pronosticare, nel futuro immenente, la necessità di un lungimirante piano territoriale di coordinamento con tutti gli attori locali per rispondere a un fabbisogno che smentisce, de facto, il trend altrove registrabile.
In ultimo, in questo lungo articolo si vuole segnalare quanto abbiamo potuto riscontrare di persona, in loco, presso gli ambienti scolastici del Picasso di Via Cavour. Gli studenti, cui si riconosce il merito di aver sollevato una questione cara e importante, per la stampa, per le istituzioni, per la popolazione tutta, hanno tuttavia utilizzato i social, in particolare, per segnalare, tramite un video che ha avuto una buona diffusione e circolazione, le degradate condizioni di alcuni ambienti della scuola secondaria di secondo grado. Solo a prima vista, a dire il vero, il video poteva suscitare solidarietà e risultare in qualche modo convincente. Ad uno sguardo più attento, in effetti, si poteva notare come il degrado (cioè la quantità di cicche ammonticchiate intorno al water di un bagno interdetto e perimetrato dal nastro biancorosso) fosse imputabile al comportamento della stessa utenza.
Quel video, girato quindi in maniera clandestina e solo al prezzo di plurime infrazioni, in zone interdette per ragioni di sicurezza, ha esibito in modo chiaro la difficoltà, almeno di una parte della popolazione studentesca, di restare dentro ai limiti delle norme scolastiche e di interagire nelle modalità e nei tempi deputati al dialogo istituzionale.
Dal camminamento scoperto che raccorda le due ali dell’edificio di via Cavour si vede bene, in basso, un deposito di cicche che, periodicamente, l’autospurgo ritrova nelle tubazioni di scarico dei bagni. Si vuole davvero una scuola confortevole ed efficiente? L’invito alla coerenza è inidispensabile per promuovere un più consapevole senso di civiltà.
Marta Mariani
Precetto Pasquale all’aeroporto
Il 2 aprile 2025, presso la Chiesa “Nostra Signora di Loreto” all’interno dell’Aeroporto Militare “Mario De Bernardi” di Pratica di Mare, si è tenuto il precetto pasquale organizzato dal Raggruppamento Aeromobili Carabinieri.
La celebrazione, officiata dal cappellano militare, ha rappresentato un momento di intensa spiritualità e coesione. All’evento hanno preso parte il Comandante del Raggruppamento Aeromobili, il Comandante del Gruppo Volo, il Capo Ufficio Comando, nonché rappresentanti dell’Associazione Nazionale Carabinieri, con le sezioni Elicotteristi di Torvaianica e di Pomezia.
Presenti anche numerosi carabinieri specialisti e piloti, sia in servizio che in congedo, insieme ai loro familiari, a testimonianza del forte spirito di corpo e del legame che unisce la comunità militare anche nei momenti di riflessione spirituale.
Una cerimonia molto partecipata, che ha offerto l’occasione per rinsaldare valori comuni e condividere un momento di preparazione alla Santa Pasqua.