Da Pratica di Mare il ricognitore intervenuto in Polonia
Aereo in prima linea
Nella notte tra martedì 9 e mercoledì 10 settembre a contrastare i droni russi entrati nel cielo della Polonia è stato fondamentale il ruolo svolto dall’aereo militare italiano Gulfstream G 550 CAEW che si è alzato alle 00.47 dall’aeroporto estone di Amari.
Il CAEW, è un aereo di ricognizione e di sorveglianza aerea in forza al 14° Stormo della nostra aeronautica militare di stanza presso l’aeroporto militare di Pratica di Mare. IL CAEW costa circa mezzo miliardo di euro ed è lo strumento di sorveglianza più avanzato in servizio in Europa. Per sei ore l’aereo dell’aeronautica militare italiana, grazie alla professionalità dei nostri piloti, è stato la regia di tutte le attività difensive: i suoi sistemi hanno fornito la valutazione dettagliata delle minacce e della loro posizione. Ancora una volta l’aeroporto militare di Pratica di Mare con i suoi reparti volo dimostra di essere una grande eccellenza nazionale.
A.S.
L’associazione ambientalista ricorre alla Procura con una denuncia querela
Via Libera a difesa della Sughereta
Il 4 settembre scorso l’associazione Vialibera ci ha inviato il seguente comunicato: “Incendi e degrado alla Sughereta di Pomezia: Vialibera ricorre alla Procura con una denuncia querela.
“Ora basta! Non tollereremo più omissioni, incuria e progetti ostili all’ambiente di chi ha la responsabilità di salvaguardare e valorizzare la Riserva della Sughereta di Pomezia”. Ha esordito così Monica Pucci, la Vice Presidente dell’Associazione Nazionale Vialibera che ieri ha presentato, a firma del Presidente Giampiero Castriciano, una denuncia-querela contro ignoti per gli incendi, verificatisi nel mese di agosto. così devastanti da richiedere l’impiego dei mezzi aerei che hanno lavorato ore ed ore per domare le fiamme. Cinque incendi in poco meno di un mese che, insieme a quello del 2021, hanno distrutto ben 38 ettari di un patrimonio naturalistico-ambientale di inestimabile valore quale è quello della Sughereta di Pomezia. E’ appena il caso di osservare che tutti questi incendi si sono verificati nella parte meridionale della Riserva, il che la dice lunga sull’origine dei focolai, visto che, statisticamente, è pressocché impossibile che si tratti di incidenti casuali. E’ dal 2020 che l’Ente Parco Castelli Romani, il Comune di Pomezia e la Regione Lazio, gli enti pubblici che dovrebbero essere impegnati, a vari livelli, nella salvaguardia della Riserva hanno lasciato che 322 ettari di territorio protetto cadessero in un degrado e abbandono senza precedenti. Prima la chiusura, senza ragionevoli giustificazioni, del “Bungalow n. 7”, la cosiddetta “Casa del Parco” che svolgeva una funzione essenziale, non solo per l’accoglimento dei visitatori e delle scolaresche ma anche come elemento importante di vigilanza e deterrenza per atti vandalici e comportamenti scorretti. A seguire, si è pensato bene di interrompere il progetto per l’elaborazione del Piano di Assetto della Riserva e ci si è disinteressati perfino della gestione più elementare che è quella di pulire i sentieri e le aree esterne al bosco dalle erbe infestanti se non altro a scopo di prevenzione degli incendi. Non sono mancate e non mancano le sollecitazioni di singoli cittadini e delle associazioni, per regolamentare gli accessi, elaborare piani di sorveglianza e prevenzione, riaprire la Casa del Parco, riavviare l’iter per l’approvazione del Piano di Assetto, gestire i sentieri e le aree libere, ripulire il bosco dai rifiuti ed elaborare progetti di valorizzazione. Le risposte? Nessuna! Ci si attendeva una svolta dalla nuova amministrazione comunale di Pomezia la cui Giunta si è insediata nel 2023. I risultati? Hanno pensato bene di approvare una bella lottizzazione e di riesumare una vecchia previsione per la costruzione di una bretella stradale, di concetto ormai obsoleto, opere che, se verranno realizzate, condurranno inevitabilmente alla morte del delicato ecosistema della Riserva.
“Nella nostra denuncia – ha dichiarato Giampiero Castriciano, Presidente di Vialibera - abbiamo chiesto al magistrato di avviare le dovute indagini per accertare le origini degli incendi, stabilire se si tratti di atti dolosi ed eventualmente individuare e punire i responsabili. Non abbiamo tuttavia omesso di chiedere anche se e in che misura l’inerzia e le scelte amministrative delle istituzioni possano eventualmente configurare reati perseguibili per legge. Come Associazione, tuttavia – ha continuato Castriciano – siamo sempre a disposizione per collaborare fattivamente con il Comune di Pomezia, con l’Ente Parco Castelli Romani e con la Regione per costruire congiuntamente un percorso che conduca veramente alla salvaguardia della Sughereta e alla sua valorizzazione”.
T.R.