L’armata coraggiosa della Grande Guerra
I soldati pelosi
Buongiorno, sono un’appassionata di storia e, nelle recensioni di molti libri o nei documentari televisivi relativi alle due guerre mondiali, gli animali non vengono quasi mai menzionati. Quando ciò accade, ci si limita a descrivere le mansioni alle quali erano assegnati.
Nel caso dei cani, mi ha colpito il loro coraggio e il sacrificio che questi animali hanno compiuto, anche a costo della vita, per salvare i soldati. Tutto ciò mi ha fatto pensare che sia un’ingiustizia che questi amici a quattro zampe, che oggi coccoliamo nelle nostre case, non abbiano ricevuto un reale riconoscimento. Per questo, raccogliendo molta documentazione, ho deciso di preparare questa conferenza.
La Prima Guerra Mondiale ha segnato l’esordio di quello che, nel tempo, sarebbe diventato il rapporto cane–conducente, oggi presente in ogni attività cinofila.
Durante l’esposizione della conferenza verrà presentata la Grande Guerra, con un’analisi dei Paesi belligeranti prima del conflitto e dei rispettivi eserciti, al fianco dei quali, per la prima volta nella guerra moderna, operarono i cani, con mansioni, specializzazioni e attività differenti tra loro.
La relazione si avvale di molto materiale fotografico originale dell’epoca, utile a supportare la narrazione e a rendere più chiara e scorrevole la ricostruzione degli eventi, che non hanno avuto eguali nella storia. La presentazione non si limita al Regio Esercito Italiano, ma include tutti gli eserciti partecipanti alla Grande Guerra: austro-ungarico, tedesco, francese, belga, britannico, scozzese, russo, americano, canadese e neozelandese.
La particolarità di questo lavoro è la capacità di presentare, in modo dettagliato, chiaro e sintetico, gli studi etologici sviluppati alla fine dell’Ottocento, le differenze nella scelta delle razze canine impiegate e i metodi adottati nelle scuole di addestramento militare dei diversi Paesi europei.
Saranno inoltre mostrate fotografie della Seconda Guerra Mondiale, per illustrare le successive evoluzioni del lavoro bellico iniziato e svolto nella Prima Guerra Mondiale da questi “soldati pelosi”.
La conferenza si basa su ricerche da me condotte consultando diari e libri autobiografici, testi di storici, documentazione museale, riviste storiche militari, pubblicazioni dello Stato Maggiore dell’Esercito e colloqui con autori di opere specialistiche, che mi hanno permesso di approfondire ulteriormente il tema del “cane da guerra” nel conflitto del 1914-1918.
Il cane poliziotto, il cane da difesa, il cane molecolare per la ricerca di dispersi, il cane da soccorso per persone sepolte da terremoti o valanghe, il cane antidroga e il cane per la ricerca di esplosivi sono tutti una proiezione delle mansioni eroiche — nel vero senso della parola — portate a termine da migliaia di cani.
A questo si aggiunge il riconoscimento ufficiale della Pet Therapy, già conosciuta durante la Grande Guerra grazie alla presenza degli animali mascotte.
R. Sorrentino
Ricorso a Mattarella
Per l’impatto dell’ordinanza commissariale n. 24/2025, le realtà dell’Unione dei Comitati contro l’inceneritore insieme a Zero Waste e VAS, hanno fatto ricorso straordinario al Presidente della Repubblica.
Ieri abbiamo pertanto impugnato “la madre di tutte le ordinanze” perché con essa il 9 maggio Gualtieri ha dichiarato la pubblica utilità del mega impianto. Con questa ordinanza, ha approvato l’aggiudicazione fatta da Roma Capitale, disposto la presa d’atto della concessione e del diritto di superficie in favore di Renew Rome (la cordata guidata da Acea) prevedendo le famigerate operazioni di cantierizzazione che hanno portato alla devastazione di tutta la vegetazione ripariale del fosso della Cancelliera.
L’ordinanza è una lunghissima sequela di vizi di legittimità puntualmente indicati nel ricorso per il quale ci siamo affidati ancora una volta alla straordinaria professionalità di Giuseppe Libutti che, per questo giudizio, lavorerà con il collega Benedetto Cimino. Presto o tardi avremo giustizia. Santa Palomba non si piega.
Comitato No Inceneritore
a Santa Palomba
I protagonisti della prima edizione “Pomezia a Tavola” che si è tenuta il 6 e 7 settembre
Marco Giuliani ed i Torvicelli
Nella prima edizione di “Pomezia a Tavola”, svoltasi il 6 e 7 settembre in piazza Indipendenza, al di là della bravura e dell’impegno delle attività e associazioni che vi hanno partecipato, i grandi protagonisti delle due serate sono stati i Torvicelli e uno dei suoi creatori, il maestro pastaio Marco Giuliani.
La storia dei Torvicelli
I Torvicelli sono nati nel 2003 grazie all’intuizione del consorzio di promozione turistica, denominato “A Torvaianica“ con presidente Ettore Costa, che tra le sue varie iniziative vi era quella di realizzare un piatto che potesse rappresentare il nostro territorio. La ricerca degli ingredienti nacque dalla passione culinaria di Patrizia Ricci, esperta in tecnologie alimentari e dal maestro pastaio Marco Giuliani che realizzò la pasta. Il piatto creato da Patrizia Ricci e Marco Giuliani: “Torvicelli di mare e terra” racchiude nelle loro intenzioni, le due anime di Pomezia, quella del mare con le alici dei pescatori di Torvaianica e quella della terra con il farro, la farina, il pecorino dei coloni arrivati con la fondazione della città. Il formato poi della pasta, simile ad un vermicello, fu abbinato al toponimo di Torvaianica e nacque il nome di “Torvicelli”. Chi dal 2003 fino ad oggi ha mantenuto in vita i Torvicelli è stato senza dubbio il maestro pastaio Marco Giuliani che di fatto è l’unico a produrli. Giuliani è riuscito a fare diventare i Torvicelli il piatto tipico del nostro territorio, grazie al gradimento dei suoi clienti, supportato dai ristoranti che li hanno inseriti nei loro menù, con l’aiuto delle sagre estive organizzate nel tempo da varie associazioni tra cui l’Ast Torvaianica e dalle iniziative di promozione della Pro Loco citta di Pomezia. Nel fare conoscere i Torvicelli ha contribuito anche il nostro giornale.
Importante è stata anche nel 2020 l’apertura a Torvaianica del ristorante “Torvicello Bistrot” che mette al centro delle sue pietanze proprio i famosi Torvicelli. Nel corso degli anni molti chef si sono cimentati con i Torvicelli creando sempre interessanti ricette. Spettacolari quelle realizzate dallo chef Raffaele Lenti che ha anche fatto conoscere i Torvicelli nella trasmissione televisiva di Rai Tre “Geo”. I Torvicelli sono stati menzionati anche in altri programmi Rai e non solo. Sono apprezzati dai nostri amici tedeschi di Singen, città gemellata con Pomezia. Ricordo una serata di settembre 2019 quando all’Hotel Enea il borgomastro di Singen Bernd Hausler e la sua delegazione in visita ufficiale nella nostra città sono rimasti letteralmente estasiati quando il mastro pastaio Marco Giuliani ha mostrato la sua storica torvicicletta, una bici speciale con una piccola trafila che produce Torvicelli suscitando l’entusiasmo degli amici tedeschi, che poi si è trasformato in ammirazione quando li hanno assaggiati nella ricetta tradizionale “Torvicelli mare e terra”.
I Torvicelli nella
dieta mediterranea
I Torvicelli sono una pasta semplice, fatta di farina di farro, farina integrale ed acqua. In generale essi trovano il loro migliore accoppiamento con sughi semplici e non troppo “lavorati”, privilegiando una cucina rapida e senza troppe difficoltà, fatta di ingredienti naturali, i cui sapori e profumi originali vengono mantenuti in virtù di una breve cottura. Le caratteristiche dei Torvicelli fanno sì che il loro più naturale utilizzo sia nella realizzazione di primi piatti a base di pesce o molluschi, ma si sposano anche con sughi a base di carne.
Il Farro è il più antico dei cereali, geneticamente puro, resiste alle inclemenze atmosferiche ed inoltre la coltivazione e lo stoccaggio non necessitano dell’impiego di anticrittogamici e antiparassitari come, invece, avviene per tutti gli altri cereali. Era prezioso per gli antichi Romani, che lo usavano addirittura come moneta di scambio o come dote per i matrimoni o, addirittura, nelle cerimonie religiose, quando preparavano il “plus”, un tipo di pane e il “libum”, focaccia da offrire agli dei.
Il farro è ricco inoltre di vitamina A , B , C , E , sali minerali, calcio, potassio e fibre insolubili, che favoriscono il regolare lavoro dell’intestino, poiché combattono la stipsi e, secondo alcuni nutrizionisti, possono prevenire le neoplasie intestinali. Inoltre essi si oppongono alla formazione dei radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento della pelle, e per questo il farro è ampiamente apprezzato nella dieta di chi svolge attività sportive.
L’intuizione del maestro pastaio Giuliani di usare per i Torvicelli, come materia prima il farro è stata sicuramente una idea vincente perché ha realizzato una pasta originale, appetitosa, di facile digestione e che soprattutto fa bene alla salute. Questa amministrazione e anche un po’ tutti noi facciamo bene a promuovere “I Torvicelli” perché sono diventati il simbolo della cultura gastronomica del nostro territorio.
A.S.