per altre malattie respiratorie, alcune popolazioni di bambini possono essere a maggior rischio di infezione grave, come ad esempio i bambini in condizioni di salute già compromesse da altre patologie.
Pur avendo osservato che la probabilità di sviluppare sintomi dopo l’infezione aumenta con l’aumentare dell’età, e che la carica virale (e quindi il potenziale di trasmissione) non è statisticamente differente tra sintomatici e asintomatici, non è ancora perfettamente noto quanto i bambini, prevalentemente asintomatici, trasmettano SARS-CoV-2 rispetto agli adulti. Alcuni studi, ipotizzano che, specialmente i bambini al di sotto dei 10 anni, giochino un ruolo minore nella trasmissione dell’infezione.
Anche i bambini devono, quindi, adottare le misure raccomandate per prevenire l'infezione, in particolare la frequente pulizia delle mani con acqua e sapone o disinfettante per le mani a base di alcol, il distanziamento fisico, l'utilizzo della mascherina (per i bambini di età superiore ai 6 anni), ed evitare il contatto con persone malate.
Per saperne di più: Covid-19 - Bambini
PERSONE CON TUMORI E
MALATTIE CRONICHE
Prendo più farmaci per curare malattie croniche, questo mi rende più debole e più esposta al rischio di prendere l’infezione da nuovo coronavirus? Devo sospendere la mia terapia?
I farmaci per la cura delle patologie croniche di cui si è affetti sono importanti per tenere sotto controllo sintomi e malattia, quindi non vanno sospesi salvo diversa indicazione del medico curante.
Dove posso trovare informazioni sulle misure previste per le persone con disabilità?
Il Ministro per la disabilità pubblica aggiornamenti specifici relativi alle norme che riguardano le persone con disabilità e altre informazioni utili sulle misure adottate dal Governo per i disabili: Nuovo Coronavirus: domande frequenti sulle misure per le persone con disabilità.
Quali sono i consigli per le persone con neoplasie?
Ai pazienti oncologici si raccomanda di:
• osservare un’accurata e frequente igiene delle mani
• evitare, ove possibile, luoghi affollati
• indossare la mascherina chirurgica fuori dal domicilio, in particolare quando si rende necessario recarsi in ospedale per visite, esami e/o trattamenti
• ridurre al minimo, per quanto possibile, il tempo trascorso in strutture ospedaliere, favorendo le consultazioni a distanza
• nel caso si presenti una sintomatologia che possa far sospettare di aver contratto l’infezione da Covid-19, si raccomanda di contattare telefonicamente il proprio medico curante e/o lo specialista che valuterà se apportare eventuali modifiche al trattamento
• le terapie in corso non devono mai essere sospese autonomamente.
Il documento Raccomandazioni per la gestione dei pazienti oncologici e onco-ematologici in corso di emergenza da COVID-19 fornisce indicazioni sia per i pazienti che hanno completato il percorso terapeutico sia per i pazienti ancora in trattamento.
Le persone immunodepresse sono più a rischio di contrarre l'infezione da COVID-19?
Sì, i soggetti affetti da immunodeficienze (congenite o secondarie, riceventi un trapianto di organo solido o cellule staminali emopoietiche, affetti da malattie autoimmuni in trattamento con farmaci ad azione immuno-soppressiva), così come quelli affetti da patologie oncologiche o onco-ematologiche, sono soggetti particolarmente a rischio in caso d'infezione da virus respiratori, sia per quanto riguarda la morbilità (sviluppo di quadri d'infezione gravi, inclusi polmonite e rischio di insufficienza respiratoria) che per quanto riguarda la mortalità. Sono disponibili dati limitati sulle persone con immunodeficienza o in trattamento con farmaci immunomodulanti. Sebbene tali soggetti possano non rispondere altrettanto bene al vaccino, non sussistono particolari problemi di sicurezza. Secondo il Piano strategico vaccini anti Covid-19 le persone con immunodeficienza o in trattamento con farmaci immunomodulanti dovranno essere vaccinate nelle prime fasi, in quanto maggiormente suscettibili di ammalarsi di COVID-19.
Per saperne di più: Raccomandazioni per la gestione dei pazienti immunodepressi residenti nel nostro Paese in corso di emergenza da COVID-19
I fumatori e i consumatori di tabacco sono più a rischio di infezione da COVID-19?
È probabile che i fumatori siano più vulnerabili al virus SARS-CoV-2 in quanto l'atto del fumo fa sì che le dita (ed eventualmente le sigarette contaminate) siano a contatto con le labbra, il che aumenta la possibilità di trasmissione del virus dalla mano alla bocca. I fumatori possono anche avere già una malattia polmonare sottostante o una ridotta capacità polmonare che aumenterebbe notevolmente il rischio di sviluppare forme di malattia gravi.
Le persone che soffrono di allergia ai pollini o di allergie in generale hanno un rischio maggiore di sviluppare una forma grave di COVID-19?
Un'ampia percentuale della popolazione (fino al 15-20%) riferisce sintomi stagionali legati ai pollini, i più comuni dei quali includono congiuntivite, congestione nasale, naso che cola ed a volte starnuti ed eruzioni cutanee. Tutti questi sintomi sono solitamente indicati come raffreddore da fieno, allergia al polline o più appropriatamente rinite allergica. La rinite allergica è comunemente associata all'asma allergica sia nei bambini che negli adulti.
Le forme allergiche più lievi, tra cui anche l'asma allergica lieve, non sono state identificate come uno dei principali fattori di rischio per l'infezione da SARS-CoV-2 o per un esito più sfavorevole negli studi finora disponibili. L'asma da moderata a grave, invece, in cui i pazienti hanno bisogno di cure giornaliere, è inclusa nelle condizioni polmonari croniche che predispongono a malattie gravi.
Cosa deve fare chi soffre di allergia e in particolare di asma allergica?
I bambini e gli adulti che assumono farmaci di mantenimento per l’asma (ad es. inibitori leucotrienici, corticosteroidi e/o broncodilatatori per via inalatoria) devono continuare il trattamento come prescritto dal medico e non devono interrompere il trattamento a causa del timore di COVID-19. Se sviluppano sintomi compatibili con COVID-19 (come febbre, tosse, mal di gola) dovranno auto-isolarsi, informare il medico e monitorare la loro salute come tutti gli altri. Se si sviluppa una progressiva difficoltà respiratoria, devono richiedere una pronta assistenza medica.
Che cosa si intende per lavoratori fragili?
Il concetto di fragilità va individuato in quelle condizioni dello stato di salute del lavoratore/lavoratrice rispetto alle patologie preesistenti che potrebbero determinare, in caso di infezione, un esito più grave o infausto e può evolversi sulla base di nuove conoscenze scientifiche sia di tipo epidemiologico sia di tipo clinico. Con specifico riferimento all’età, va chiarito che tale parametro, da solo, anche sulla base delle evidenze scientifiche, non costituisce elemento sufficiente per definire uno stato di fragilità nelle fasce lavorative.
Per approfondire Circolare 4 settembre 2020 Indicazioni e chiarimenti circolare 29 aprile 2020 con particolare riguardo ai lavoratori e alle lavoratrici "fragili".
È possibile far visita ad un familiare ricoverato in una struttura per persone con disturbi mentali?
• La visita ad una persona ospitata in residenze di salute mentale è possibile secondo modalità programmate dalla direzione sanitaria e a seconda dei bisogni degli ospiti e dei familiari
• Per limitare gli ingressi, la famiglia è invitata a identificare una sola persona.
• Come nel caso delle residenze per anziani, i visitatori, per accedere, devono eseguire un test antigenico rapido, effettuato possibilmente nella stessa residenza; in caso di esito negativo, è possibile accedere alla struttura secondo le indicazioni fornite dal direttore sanitario.
• All’ingresso della residenza la persona dovrà effettuare un’attenta igiene delle mani con il gel idroalcolico messo a disposizione e indossare la mascherina eventualmente fornita dalla residenza.
• Non è necessario indossare guanti, a meno che essi non siano stati forniti dalla struttura e indossati all’interno della stessa dopo l’igiene delle mani.
• Le strutture devono prevedere la possibilità di consegnare effetti personali ai pazienti ricoverati affidandoli al personale in servizio all’ingresso della struttura.
Per approfondire
• Circolare 4 dicembre 2020 - Disposizioni per l’accesso dei visitatori a strutture residenziali per persone con disturbi mentali e per persone con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali.
• Rapporto ISS COVID-19 n. 4/2020 Rev. 2
• Rapporto ISS COVID-19 n. 20/2020 Rev 2
• Il ruolo delle patologie croniche pregresse nella prognosi dei pazienti COVID-19
HIV
Le persone con HIV sono più a rischio di sviluppare la COVID-19?
Le persone con HIV in trattamento antiretrovirale efficace, con un numero di CD4 maggiore di 500 e con viremia controllata, per i dati oggi a disposizione, non hanno un rischio di peggior decorso rispetto a una persona HIV-negativa.
Però, come per la popolazione generale, hanno maggiori probabilità di sviluppare forme gravi di malattia, le persone anziane e quelle con patologie sottostanti, quali ipertensione, problemi cardiaci o diabete e i pazienti immunodepressi (per patologia congenita o acquisita o in trattamento con farmaci immunosoppressori, trapiantati).
Sono da considerarsi immunodepresse e quindi teoricamente potrebbero essere più esposte a complicanze e ad un decorso più severo di COVID-19, le persone con HIV con un numero di CD4 minore di 500, indipendentemente dal trattamento antiretrovirale, anche se al momento non ci sono casi che lo confermino. A queste persone si applica in modo particolarmente stringente l’indicazione di rimanere in casa.
Le persone con HIV devono adottare comportamenti particolari nei confronti dell'infezione Covid-19?
Non ci sono indicazioni specifiche per le persone con HIV, occorre attenersi alle misure igienico sanitarie indicate dal Ministero della Salute e alla indicazione di rimanere il più possibile in casa e uscire solo in caso di comprovata necessità. Ciò si applica con maggior forza alle persone con HIV immunodepresse (CD4<500).
Le persone con HIV si possono recare presso i centri clinici per visite programmate, prelievi o per ritirare i farmaci?
I centri di Malattie Infettive, che generalmente curano le persone con HIV, oggi sono in prima linea nel fronteggiare la pandemia. Per questo molti centri hanno modificato la loro operatività e adottato procedure locali per l’assistenza ordinaria, la consegna dei farmaci antiretrovirali, i prelievi e la gestione delle urgenze delle persone con HIV. Verificate con il vostro medico/centro come comportarvi. Per tutto ciò che non riveste carattere di urgenza, molti centri hanno provveduto a posticipare gli appuntamenti.
Le modifiche delle normali procedure sono state adottate al fine di ridurre l’afflusso di persone presso gli ospedali, come da indicazioni di sanità pubblica diramate a tutta la popolazione.
Informazioni più specifiche su alcuni centri italiani.
Sono una persona con HIV, a chi posso rivolgermi in caso di sintomatologia riferita a una possibile malattia COVID-19?
Le persone con HIV in caso di sintomatologia sospetta da COVID-19 devono rivolgersi telefonicamente al proprio medico di medicina generale o ai numeri di pubblica utilità messi in campo dalle Regioni per ottenere consulenza specifica sulle procedure da seguire.
I farmaci antiretrovirali assunti dalle persone con HIV possono proteggere dal nuovo coronavirus e impedire che si sviluppi la COVID-19?
Al momento non esistono evidenze che gli antiretrovirali utilizzati nella terapia di COVID-19 (inibitori delle proteasi) possano fornire protezione efficace contro il contagio da SARS-Cov-2 nelle persone che li assumono per l’infezione da HIV.
Fonte:
Direzione Generale della Prevenzione sanitaria in collaborazione con: Sezioni per la lotta all’AIDS del Comitato Tecnico Sanitario • Istituto Superiore di Sanità - Centro nazionale malattie rare
Data ultima verifica:
10 maggio 2021