Le strade dei consorzi di zone abitate sono proprietà dei Comuni
Il Consiglio di Stato chiude il Consorzio
Il boom economico degli anni 60 porta agli italiani un benessere inaspettato dopo una guerra disastrosa e, man mano, molti di coloro che possono andare oltre il necessario, cercano di realizzare il sogno della seconda casa per le vacanze. Grossi appezzamenti agricoli cambiano destinazione e vengono ridotti in piccoli lotti per permettere la costruzione su di essi di tante ville e villette. Per facilitare lo sviluppo delle aree lottizzate nascono in Italia centinaia di consorzi stradali, che hanno lo scopo limitato della realizzazione delle strade e delle opere di urbanizzazione primaria necessarie per permettere lo sviluppo e la funzionalità delle unità abitative.
Lo strumento legale su cui essi si sviluppano è una vecchissima norma giuridica del 1918 e cioè il Decreto Luogotenenziale n 1446. Col passare degli anni e con il procedere della fase edificatoria gli scopi per cui i consorzi furono creati vengono gradualmente a decadere; la rete stradale è completata, gli allacci sono effettuati, le utenze sono attivate e vengono gestite dalle compagnie private. Alcuni di essi rivedono le proprie ragioni sociali e provvedono a fornire servizi alternativi, servizi che non vengono forniti dall’ente municipale o dalle varie imprese private che operano sul territorio. Servizi che si rendono sempre più necessari con lo sviluppo ed il progresso economico, come la sicurezza delle abitazioni, lo sviluppo di attività sociali e ludiche, le attività di promozione turistica e culturale ecc., altri restano in attività limitandosi a curareil residuo obiettivo e cioè quello di fornire la manutenzione delle strade consortili. Questa attività però può essere legalmente giustificata solo nell’assunto che le strade siano rimaste private e quindi ricadenti nella categoria delle strade interpoderali o vicinali come era quando, inizialmente, erano state create per permettere l’accesso dei proprietari ai vari lotti.
La logica, l’evidenza, la consuetudine spesso non bastano però per convincere alcuni gestori di consorzi stradali che il proprio ente è diventato anacronistico perché ha perso le ragioni per cui fu creato e restano attivi nonostante che gli obiettivi statutari siano stati raggiunti. Lo ricordauna recente sentenza del Consiglio di Stato, chiamato in causa in un ricorso di un Consorzio sito nella VII Municipalità di Roma, avverso la decisione della stessa, la quale, con Deliberazione n.79057 del 28 marzo del 2019 il Comune di Roma Capitale, ha preso in carico la manutenzione delle strade elencate nella delibera costitutiva del Consorzio di via Niobe e diramazioni.
La sentenza del Consiglio di Stato, (Consiglio di Stato sentenza n. 1597 del 2024), è perentoria e non lascia adito a fraintesi. In materia di consorzi stradali costituiti ai sensi del D.L. Lgt. n. 1446/1918, la competenza sulla manutenzione delle strade interne alla circoscrizione e sui relativi consorzi spetta al Municipio territorialmente competente, in base all’art. 65 della Deliberazione del Consiglio Comunale n. 10/1999, che attribuisce alle Circoscrizioni (ora Municipi) le funzioni in materia di manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade, ad eccezione delle arterie di grande viabilità, nonché specifiche competenze sui consorzi per le strade vicinali. Tale attribuzione di competenza è immediatamente operativa, non necessitando dell’emanazione del regolamento attuativo previsto dalla stessa delibera, il quale è finalizzato solo a dettare norme integrative e specificative di dettaglio.
La nozione di “strada vicinale” deve essere ricavata dalla definizione contenuta nell’art. 3, comma 52, del d.lgs. n. 285/1992 (Codice della Strada), che prevale sulla precedente definizione residuale di cui all’art. 9 della legge n. 2248/1865 all. F, in quanto norma posteriore e più specifica. “Secondo tale definizione, sono strade vicinali le strade di proprietà privata, ad uso pubblico poste al di fuori di centri abitati. Quando le strade originariamente consortili perdono i requisiti di strade vicinali, in particolare per essere state inglobate nel tessuto urbano e interessate da significativo traffico veicolare pubblico, viene meno l’oggetto stesso del consorzio stradale, determinandone lo scioglimento automatico ai sensi dell’art. 2611 n. 2 c.c. per impossibilità di conseguire l’oggetto sociale. In tal caso, la presa d’atto della cessazione del consorzio da parte dell’amministrazione ha natura meramente dichiarativa di un effetto verificatosi ex lege, mentre la conseguente presa in carico della manutenzione delle strade da parte del Municipio costituisce legittimo esercizio delle sue competenze istituzionali”
I cittadini di Anzio attendono che gli “Uffici” del Comune, a seguito dell’incarico ricevuto durante il periodo di Commissariamento, pubblichino il Piano Regolatore StradaleComunale, documento non aggiornato da decenni, che fu richiesto anche al fine di definire la proprietà delle strade ricadenti nell’ambito del Consorzio di Lavinio. Una recente richiesta di chiarimenti ha ricevuto, dal 1 Servizio Lavori Pubblici del Comune di Anzio, una risposta del tipo che “data la laboriosità della materia, la complessità e l’estensione della rete stradale al momento non è possibile definire una tempistica”. Forse la “nuova politica” di Anzio dovrebbe dare agli uffici, così intensamente impegnati, le necessarie risorse per ultimare il loro incarico nei tempi brevi. E’ evidente che il lavoro dei tecnici è complesso ed interessa un vasto territorio ma è il caso che venga sottolineato che questo argomento resta nell’agenda di molti cittadini che vorrebbero vedere se questa Amministrazione sarà capace di fare chiarezza in una materia che ha diviso i cittadini di Lavinio per decenni. Forse la sentenza del Consiglio di Stato può servire a ricordare a quei politici i termini del problema.
Sergio Franchi
Assegnati i posti barca
È stata firmata la determina 87 dell’11 luglio, con la graduatoria per l’assegnazione dei posti barca nell’area “turistica” presa in gestione dal Comune di Anzio. Le attività di valutazione delle 262 istanze pervenute dai cittadini nel periodo del bando (16-30 giugno) sono andate avanti senza sosta, in questi giorni, da parte degli uffici.
Un lavoro lungo e certosino: per ciascuna domanda è stato necessario “caricare” il tipo di richiesta e verificare la tipologia (residente o no, privato oppure operatore, nautica sociale o disabile a bordo), oltre alla documentazione allegata. Nel caso quest’ultima rispondesse ai requisiti del bando (foto, assicurazione, libretto motore) la domanda è stata immediatamente ammessa, in caso contrario sarà inviata una mail per il cosiddetto “soccorso istruttorio” e si potranno allegare i documenti mancanti. Per tutte le posizioni, inoltre, è stata verificata la presenza o meno di pendenze tributarie nei confronti del Comune. Chi è in regola riceverà una comunicazione contenente il numero di posto assegnato e le modalità di pagamento. Coloro per i quali sono state riscontrate criticità, invece, avranno il cosiddetto “soccorso istruttorio” per perfezionare la loro posizione.
“Non è stato un lavoro facile e per questo al personale va il mio più grande ringraziamento – ha detto il sindaco, Aurelio Lo Fazio – è stata un’attività svolta con grande attenzione, dietro le quinte, che ci consente di gestire il porto dopo la liquidazione giudiziale della Capo d’Anzio e di farlo direttamente”. Era esattamente il 9 luglio dello scorso anno, quando il Tribunale di Velletri ha posto in liquidazione la Capo d’Anzio, pochi giorni dopo il personale della società pubblico/privata è stato licenziato.
“Dal momento della mia elezione ho detto subito che avremmo puntato alla gestione diretta del porto e a mantenere i posti di lavoro – ha aggiunto il sindaco – a sei mesi dal mio insediamento si realizzano entrambe le cose. È un giorno importante per la città”. Nel frattempo, sempre rispetto al porto, si è proceduto anche alla realizzazione del piano ormeggi che prevede oltre le banchine fisse, anche un campo boe in fase di ultimazione.
“È stata affrontata un’importante mole di lavoro – ha aggiunto il vicesindaco e assessore al Demanio, Pietro Di Dionisio – capisco le esigenze dei diportisti che in questi giorni hanno chiesto continuamente novità e tempi di assegnazione, ma siamo arrivati al traguardo. Nessuno degli aventi diritto resterà escluso”.
Il sindaco e il suo vice hanno concluso: “Adesso, da subito al lavoro per riordinare le concessioni ex 45 bis dei cantieri e circoli velici, anche in questo caso l’impegno era quello di salvaguardare l’esistente nel rispetto delle norme e sarà mantenuto”.
Comune di Anzio