La risposta di Romeo De Angelis di FDI
“Cari 5 Stelle”
Dopo un’intervista fatta nei giorni scorsi dove ho parlato un po’ in generale della città, la dirigenza dei 5 Stelle locale si è molto innervosita, cominciando come loro al solito costume a offendere, cominciando come loro al solito a dire anche cose inesatte, a cominciare dal fatto che io, Romeo De Angelis, segretario di Fratelli d’Italia, vengo da un altro pianeta.
E invece non stiamo su un altro pianeta, siamo a Pomezia, siamo a Via Varrone, siamo nei pressi del Simon Bar, così ci intendiamo ancora meglio, siamo all’incrocio con via Augusto Imperatore, cioè uno dei territori dove sostanzialmente hanno fatto i veri danni la Giunta 5 Stelle, cioè facendo le loro famose ciclabili dove non c’è nessuna bicicletta, come potete vedere alle mie spalle, ma come tutti i cittadini di Pomezia possono vedere, hanno speso quasi 10 milioni di euro tra soldi del PNRR, famoso PNRR di cui si vantano, e soldi pubblici per massacrare il centro della città, perché quando fai ciclabili dove non va nessuna bicicletta, la realtà è che tu hai sperperato soldi pubblici.
E questo è nello stile dei 5 Stelle di questa città, raccontare che hanno preso il PNRR quando i soldi, il Piano Nazionale di Resilienza li hanno dato a tutti i comuni, tutti i comuni; i 5 Stelle li hanno presi come tutti gli altri e li hanno, nella maggior parte dei casi, sperperati.
Come le ciclabili che abbiamo visto in giro, come state vedendo in giro, via Fratelli Bandiera, via Polonia, tutti gli esempi che voi vedete dove veramente hanno tolto parcheggi, hanno tolto viabilità, hanno tolto la possibilità di lavorare su quelle strade in maniera normale.
Perché? Perché convinti che la gente qui, nel centro-sud del mondo, vada in bicicletta, quando non è così. Per cui, cari dirigenti dei 5 Stelle, spiegateci come siete arrivati a questa cosa così intelligente, spiegateci qual è stato il progetto dove avete buttato 10 milioni d’euro, così come ci spiegherete anche il resto quando sarà il momento opportuno, ovvero quando volete, perché la città aspetta anche questo. Sapete perché a Piazza Ungheria è stato buttato giù un palazzo e lasciato là un buco senza fare niente? Ma la faremo noi, non vi preoccupate, cari 5 Stelle.
E così per il resto, parliamo anche dello sport, lo approfondiremo, perché sono stati fatti due campi al Selva, invece che lo stadio comunale, che ha grossi problemi, ma risolveremo anche quello prima o poi, non vi preoccupate.
Così anche sui rifiuti risolveremo anche quello, un bando che abbiamo ereditato da voi, cari 5 Stelle, cara dirigenza 5 Stelle.
E poi, in ultimo, i risultati che questa città vedrà a breve, sta vedendo, dalla gestione e dall’amministrazione Felici, che sta facendo il bene per questa città, così risolvendo tantissimi problemi, a cominciare dalle scuole, problemi che voi non avete risolto, e che invece ha risolto questa amministrazione, come tanti altri.
Romeo De Angelis
Coordinatore di
Fratelli d’Italia Pomezia
Decisione della magistratura per Eleonora Napolitano ed altri tre politici
Condannata per diffamazione
La consigliera del PD
Eleonora Napolitano
il 15 luglio ha dichiarato
sulla sua pagina facebook
“Care cittadine, cari cittadini, compagne e compagni del Partito Democratico di Pomezia, rompo il silenzio, accompagnato da un clima di indiscrezioni e strumentalizzazioni, per dirvi che sono stata denunciata per diffamazione dalla Sindaca di Pomezia. Nei giorni scorsi mi è stato notificato un decreto penale di condanna, contro il quale, per la sua totale infondatezza, ho immediatamente presentato opposizione. Tengo a dirvi che affronto questa vicenda con assoluta serenità, fiduciosa che la giustizia farà il suo corso e che avrò modo di chiarire pienamente la mia posizione nelle sedi opportune. Quello che però considero inaccettabile è che si tenti di trasformare il confronto politico in una questione giudiziaria e che si possa anche solo lontanamente pensare di silenziarmi e di silenziare l’opposizione attraverso strumenti di questo tipo. È evidente che si tratta di un attacco diretto e personale, rivolto non solo alla mia persona ma a ciò che rappresento: una voce libera, critica, che non si piega e che non si fa controllare. Il mio impegno non cambia, anzi si rafforza: continuerò a rappresentare con determinazione chi, come me, crede in una politica trasparente, fatta di confronto, responsabilità e rispetto per le istituzioni e per i cittadini. Grazie per la fiducia che ogni giorno continuate a riporre in me”.
Il giorno dopo arriva
la risposta
del sindaco Veronica Felici
“Viviamo in una democrazia che garantisce a chi si sente vittima di calunnia o offesa la possibilità di rivolgersi agli organi competenti e di sporgere denuncia. Durante il mio mandato da sindaco, ho subìto numerosi attacchi, sia personali sia legati al ruolo che ricopro. Attacchi spesso ingiustificati, che in alcuni casi sono sfociati in vere e proprie diffamazioni, con atteggiamenti persecutori nei confronti della mia persona. Non ho mai partecipato alla gogna mediatica, né mi sono mai lasciata trascinare nell’ “alzata di toni” che certe persone hanno avuto contro di me. Ho sempre lavorato e risposto con i fatti. Ma mi sono comunque voluta difendere nelle sedi opportune. E ho, quindi, deciso di denunciare le persone dalle quali mi sono sentita diffamata. Ora sono arrivate le condanne penali. Non le ho decise io... Io ho semplicemente denunciato. Un giudice ha riconosciuto come diffamatori i comportamenti di 4 persone. È un giudice che ha sentenziato che se qui c’è una vittima di diffamazione, quella sono io. Attendo con serenità i successivi gradi di giudizio, affidandomi esclusivamente alla valutazione della magistratura, dalla quale mi sento tutelata contro chi ha scelto di diffamarmi. Ne sto parlando ora di questa vicenda, solo perché chi è stato ad ora condannato ha deciso di scriverne, diffondendo – per l’ennesima volta - una falsa narrazione tanto da spacciarsi per vittima politica e del sistema. E lo fa senza alcun pudore, mentre per ora una condanna penale è già stata emessa. Ripeto, la magistratura ha sentenziato che di vittima di diffamazione ce ne è una sola. E quella sono io”.
T.R.