Intervista al segretario regionale del Partito Democratico senatore Bruno Astorre sugli equilibri politici regionali
“Condiviso il programma regionale di fine legislatura con il M5S”
Il senatore Bruno Astorre è il segretario regionale del Pd. Un’importante carica politica che Astorre ha ottenuto attraverso una votazione degli iscritti quasi plebiscitaria. Quindi una personalità politica con un largo consenso, che partendo dai territori della provincia di Roma tra cui anche Pomezia, è riuscito poi ha ottenere importanti risultati sia personali che per il suo partito.
- Senatore Astorre lei ha condiviso la decisione di Zingaretti di fare entrare nella giunta regionale il M5S. È stata una scelta giusta?
“Non solo ho condiviso la scelta dell’accordo tra la maggioranza di centro sinistra che guida la Regione dal 2013, ma ho lavorato al fianco di Zingaretti per raggiungere questo obiettivo politico. Ricordo che su questa intesa si è espressa la direzione regionale, con un dibattito vero, profondo e programmatico. Proprio perché non lo abbiamo inteso come un accordo di palazzo, ma come la condivisione di un programma di fine legislatura e un lavoro che guarda al futuro ed alle prospettive comuni. Non è poi un accordo fatto “a freddo” o per esigenze numeriche, ma il risultato di anni di confronto e lavoro comune nel Consiglio regionale, fatto di provvedimenti approvati insieme ed intese avvenute sempre alla luce del sole e sulle decisioni utili per i cittadini. Potrei citarle decine di leggi che stanno trasformando la Regione e che hanno visto il lavoro della maggioranza e del Movimento Cinque Stelle. È una delle prime esperienze italiane, la prima di una Regione. Esperienza da difendere e da far crescere”.
- Pomezia è stata indirettamente coinvolta in questa scelta regionale del PD. Una sua cittadina, Valentina Corrado è diventata assessore regionale. Nonostante questa nuova situazione l’amministrazione pentastellata di Pomezia fino ad ora si è mostrata completamente chiusa a qualsiasi dialogo con il PD locale. Cosa ne pensa?
“Mi lasci dire che se fosse stato il contrario questa sarebbe una anomalia e soprattutto una contraddizione rispetto a quello che ho appena affermato. Le alleanze, le intese , il lavoro comune per una città non sono un automatismo rispetto a quello che avviene in un altro livello istituzionale. Proprio perché penso la Politica sia confronto, lavoro e sintesi è del tutto naturale che un rapporto se va costruito spetta alle comunità locali generarlo. Nella giusta autonomia e nel sacrosanto protagonismo degli organismi dirigenti locali. Noi comunque ci muoveremo perché in tutto il Lazio si apra il dialogo per disegnare una nuova stagione riformista nei nostri territori. Per fermare i sovranismi e gli estremismi che non condivido a livello nazionale, ma che sono stati capaci di incidere negativamente anche sul territorio”.
- A Pomezia il PD ha un commissario, il consigliere regionale Michela Califano. Sicuramente una persona preparata ma comunque un partito anche locale deve avere un segretario e un direttivo. Quando finirà il commissariamento?
“Un partito organizzato, radicato sul territorio, che mette insieme esperienze, sensibilità differenti non può che fondare sui circoli la propria articolazione fondamentale. Mi sento di ringraziare tutte le democratiche ed i democratici che si adoperano perché i circoli sono interlocutori dei cittadini e incidono nelle decisioni delle amministrazioni, sia dove siamo forza di governo, sia dove lavoriamo per costruire l’alternativa dall’opposizione. Per essere forti i circoli debbono innanzitutto essere uniti, che non vuol dire pensarla tutti allo stesso modo, ma far vivere la democrazia ed il dibattito al nostro interno. Mi sono candidato alla segreteria regionale proprio per dare questa anima e questo metodo al Pd del Lazio. Dunque non è un dramma e nemmeno una limitazione il commissariamento di un circolo, ma una tappa fondamentale per instaurare questo clima e questo metodo in tutti i circoli. Finirà certamente il commissariamento e verrà eletta una classe dirigente radicata, competente, trasparente, seria che non si occupi solo dell’ordinario ma abbia il coraggio di pensare in grande, perché questa città deve pensare in grande, ha tutte le potenzialità per farlo. Sarà il lavoro e l’esperienza di Michela a guidarci verso quel momento”.
- L’On Michela Califano, di comune accordo con i consiglieri Mengozzi e Zanin ha dichiarato di avere presentato un documento ufficiale in Consiglio Regionale in cui si propone: “A Pomezia abbiamo un’area industriale farmaceutica di altissimo valore che dobbiamo assolutamente valorizzare e potenziare per sperimentare, sviluppare e produrre vaccini anti Covid-19”. È una proposta fattibile?
“Sì è una proposta più che fattibile. La mozione della consigliera Michela Califano ha il merito di accelerare, con un documento ufficiale, un percorso che la Regione Lazio aveva già ipotizzato. Il presidente Zingaretti, infatti, ha sempre parlato di un ‘Lazio autonomo’ sui vaccini e la mozione, va in questa direzione, impegnando la Regione ad istituire un tavolo di concertazione con le aziende interessate e la Asl per capire investimenti e tempistiche.
Va ricordato che la Regione Lazio è stata la prima a investire su un vaccino italiano, sperimentato allo Spallanzani proprio perché bisogna accelerare sull’autosufficienza vaccinale. Il Covid ci accompagnerà nei prossimi anni e i vaccini diventeranno per noi una routine”.
- Lei quando è stato Assessore Regionale si è impegnato molto per Pomezia favorendo la realizzazione di tante opere pubbliche. Si era dato anche molto da fare per la realizzazione della nuova Pontina. A distanza di anni purtroppo nulla sembra cambiato. Vi è ancora qualche speranza?
“Ricordo con piacere quella stagione di governo della Regione, nel ruolo di assessore prima e di presidente del consiglio poi. Trasformammo molto il Lazio dal punto di vista infrastrutturale e sostenemmo i comuni nelle loro programmazioni delle opere pubbliche. Tante arterie ferme furono portate a termine, altre furono iniziate. La nuova Pontina è una delle arterie che può determinare un nuovo sviluppo su tutto il versante che collega la Capitale con la terza città del Lazio. Attraversa poli industriali in crescita, come il chimico farmaceutico, può attrarre nuovi investimenti e valorizzare il pontino. Se a questa uniamo la Orte Civitavecchia, la Cisterna Valmontone e la nuova Formia Avezzano, immaginiamo di fatto un nuovo grande raccordo del Lazio che può favorire lo sviluppo del nuovo mondo post covid. In questo senso il lavoro della regione e l’utilizzo del Recovery possono fare la differenza”.
A.S.